Come nel caso di altri hobby e attività sportive, il primo che ha dato regole precise a questo tipo di collezionismo è stato un nobiluomo britannico. Nel 1891 Sir Hugh Munro, un baronetto scozzese che fu tra i fondatori dello "Scottish Mountaineering Club" (SMC), pubblicò una guida con la lista di tutte le montagne della Scozia alte più di tremila piedi (circa 914 metri). L'elenco, che all'inizio comprendeva 282 "montagne separate", è stato nel tempo lievemente rivisto dallo SMC, che ha anche precisato meglio i criteri di inclusione nella lista. Dettagli a parte, a cavallo tra Ottocento e Novecento, nel Regno Unito si scatenò la corsa a salire tutti i "Munros" (come sono oggi chiamate le montagne comprese nell'elenco) per diventare così "Munroist".
Nei decenni successivi, la smania di collezionare ascensioni a montagne accomunate da uno o più criteri si diffuse nel Mondo, specialmente laddove la cultura, lo sviluppo economico e l'orografia favorivano la formazione di gruppi più o meno consistenti di appassionati. Oggi la lista più famosa è quella dei quattordici "Ottomila" himalayani, completata per la prima volta nel 1986 dal mitico Reinhold Messner. Di liste naturalmente ce ne possono essere tante, e ognuno in fondo può inventarsi la sua: i "duemila" delle Alpi Liguri, i monti più alti delle otto province piemontesi, tutte le montagne del Parco delle Alpi Marittime, le cime che in una giornata limpida si possono vedere dall'ultimo piano del Grattacielo della Regione Piemonte, e via dicendo...
Ma cos'è una cima?
Spesso uno dei criteri per decidere se un rilievo sia o meno "degno" di far parte di una certa lista è la sua "prominenza". Si tratta in estrema sintesi di quanto bisogna scendere da una certa cima per arrivare al più basso dei colli che la separano da una cima più alta di quella da dove siamo partiti. La montagna più alta di un'isola avrà una prominenza pari alla propria altezza sul mare, perché per raggiungere una cima più alta, evidentemente, bisognerà scendere fino al livello del mare, attraversarlo in una certa direzione e risalire poi verso un monte più alto.
Di solito vengono considerate "cime a sé stanti" i rilievi con una prominenza maggiore di trenta metri, ovvero la lunghezza di un "tiro di corda" nell'alpinismo classico. Per farsi un'idea dell'abbondanza delle varie categorie di montagne forse è utile sapere che in Piemonte ci sono centinaia di cime con prominenza maggiore di cento metri, ma solo sette superiori ai mille metri (Argentera, Viso, Pierre Menue, Mottarone, Monte Leone, Togano e Gridone). Oggi esistono vari siti online sui quali gli appassionati possono esibire le loro collezioni e il più famoso tra questi è forse peakbagger.com.
Peak significa picco e to bag vuol dire imbustare, acchiappare e, in senso lato, collezionare. Il collezionista di cime nel mondo anglosassone si chiama quindi peakbagger o, nella sua versione collinare, hillbagger (collezionista di colline). A chi vive nell'Europa meridionale l'idea di concentrarsi sulle colline oltre che sulle montagne potrà sembrare un modesto ripiego ma, con il meteo e la fangosità del suolo delle isole britanniche, anche la salita a un basso montarozzo erboso spesso non risulta così banale.
Peakbagger & 'bogianen'
In Italia questa moda non è ancora così codificata: però, andando a scavare, si scopre che molti degli escursionisti che girano sui nostri monti, quando scelgono un itinerario anziché un altro, sono spesso guidati da questa discutibile mania. La lista forse più conosciuta di cime italiane è l'Elenco delle 243 cime appenniniche da collezione, compilato dal Club 2000 e approvato dalla Società Geografica Italiana e dalla FIE (Federazione Italiana Escursionismo). Si tratta delle montagne dell'Appennino che, oltre a essere alte più di 2mila metri, rispettano alcuni altri criteri di rilevanza basati sulla prominenza, la distanza da altre cime e l'importanza storica e/o paesaggistica. E chi le sale tutte (bag them all!, per dirla un po' come un fan dei Pokemon) assurge alla dignità di "Grandissimo appenninista" (e non è un insulto!). A fine 2023 se ne contavano 235.
Il Piemonte però, pur dotato di un affascinante tratto appenninico, non comprende nessuna delle 243 cime della lista. E quanto alle Alpi, a parte l'elenco degli 82 "Quattromila" approvato nel 1994 dall'UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche), celebre ma decisamente impegnativo, non ci sono per il momento liste granché note al di fuori di pochi appassionati.
Abbiamo quindi pensato a un nuovo appuntamento su Piemonte Parchi, che chiameremo Il Collezionista di cime, dove in ogni articolo verranno descritte una o più cime piemontesi potenzialmente "da collezione".
L'idea è quella di privilegiare montagne non troppo note ma rilevanti dal punto di vista dei peakbagger nostrani per qualche loro caratteristica. E quella di non fare troppo spoiling, ovvero di non fornire una descrizione dettagliata della salita ma di suggerire semplicemente una o più vie d'accesso, per non rovinare al collezionista il piacere di una conquista personalizzata.
Chi proprio ci tiene ai dettagli troverà però, con tutte le avvertenze dal caso, una traccia .gpx scaricabile e leggibile da telefonino. Anche a chi non fosse per nulla interessato al collezionismo di cime pensiamo che l'esplorazione a piedi di nuovi (e prominenti) angoli del variegato territorio piemontese possa comunque dare grandi soddisfazioni!