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Ardèche, un tranquillo week-end di paura

Nel sud della Francia, le Gorges de l'Ardeche costituiscono una importante riserva naturale ma anche uno straordinario terreno di gioco e avventura.

  • Aldo Molino
  • Giugno 2011
  • Martedì, 7 Giugno 2011

Monginevro, Serre Poncon, Gap, le Gorges de l'Aygues, Nyons, il Rodano. Da Torino sono circa trecentocinquanta chilometri. Superato il grande fiume su cui incombe la inquietante centrale nucleare di Tricastin e il paese di Pont Saint Esprite, inizia la panoramica Corniche, la strada turistica aperta nel 1970. Dal "Grand Belvédère" ecco finalmente il nostro fiume: centocinquanta metri più in basso l'Ardèche scorre pigramente (almeno così sembra dall'alto) tre le verticali pareti di calcare disegnando tortuosi meandri, grandi cicatrici nell'assolato altipiano. Lunghi rosari colorati di canoe canadesi e kayak solcano le acque cristalline, le pareti rimbombano e amplificano l'allegro vociare degli improvvisati naviganti alle prese con una delle tante rapide che complicano il percorso degli impavidi che sognano la grande avventura. Non c'è canoista piemontese che abbia saputo resistere al fascino di fare almeno una volta la discesa dell'Ardèche, da quando almeno la storica "Rivista della Montagna" la fece conoscere anche al pubblico subalpino. Non occorre una grande esperienza, anzi, è sufficiente saper nuotare e via. Le difficoltà lungo i 30 km da Salavas a Sauze sono minime (ma dopo il Pont d'Arc bisogna arrivare al fondo perché il fiume scorre incassato e non c'è possibilità con la canoa di raggiungere la strada), niente a che fare comunque con acque selvagge da brivido e i passaggi obbligati che non sono più di due o tre (la Tupine è forse il punto più impegnativo anche se la rapida più insidiosa è quella della Dent Noire). Non è neppure necessario portarsi l'attrezzatura da casa, si può trovare tutto in loco dai bidoni stagni in cui riporre il bagaglio personale, poi quando si arriva al fondo (Saint Martin d'Ardèche) un solerte servizio di trasporto riporta barche e canoisti ai punti di partenza. D'estate la temperatura dell'acqua è assolutamente gradevole: tra una pagaiata e l'altra un bagno è d'obbligo e oltre al costume non serve molto di più. Il vero problema è l'affollamento che in certe domeniche estive è davvero proibitivo. Centinaia di barche si accalcano nei passaggi obbligati con veri e propri ingorghi. In pochi anni la canoa è diventata una vera e propria industria turistica, motore di sviluppo per paesi e villaggi un tempo assolutamente marginali. L'accesso al fiume è libero (i mesi migliori sono maggio-giugno), ma il pernottamento (si può discendere l'Ardèche tranquillamente in sei-sette ore, ma fatto in due giorni consente di gustare meglio il fascino incredibile di questi luoghi) in una delle due sole aree dove il bivacco autorizzate è consentito. La prenotazione è obbligatoria e bisogna munirsi, prima di iniziare la discesa, dell'apposito coupon all'ufficio del Turismo. Il "Balcon des Templiers" offre uno straordinario colpo d'occhio sul Cirque de la Madeleine, un meandro da manuale sull'itsmo, del quale si possono vedere i ruderi di un lebbrosario dei Cavalieri Templari, il potente ordine religioso sciolto da papa Clemente V per volere del re di Francia Filippo IV il Bello nel 1307, che molte tracce ha lasciato nel Midi francese. Poco oltre una deviazione conduce alla "Grotte de la Madeleine" e alla "Maison de la Riserve". Lo spazio espositivo (visita gratuita) si articola all'esterno con una panoramica sulla flora locale, identificata tramite appositi pannelli, mentre all'interno diorama e giochi interattivi permettono di capire il paesaggio naturale ma anche i problemi relativi all'inquinamento delle acque. Le Gorges con la vicina area della Dent de Rez, costiscono un importante sito della rete Natura 2000, gestito da un apposito sindacato. Si tratta di un'area di 7000 ettari dominata dal calcare, con un ambiente tipicamente mediterraneo e una incredibile varietà di habitat anche molto rari che contribuiscono a una sorprendente biodiversità come praterie calcaree carsiche, facies cespugliose ricche di orchidee, foreste di querce sempreverdi, steppe a graminacee annuali, sorgenti pietrificate a tufo.

Nel territorio della riserva troviamo 21 specie di farfalle diurne, moltissime specie di uccelli tra cui sono da citare l'Aquila del Bonelli e il Capovaccaio. Per quanto riguarda i mammiferi, le grotte ospitano decine di specie di pipistrelli mentre nella macchia si aggira guardinga la genetta, un viverride (la famiglia delle manguste) simile a un gatto selvatico di origine nord-africana il cui areale è in espansione e che recentemente si è anche affacciata (sembra) al di qua delle Alpi. Nell'alto corso dell'Ardèche è presente il castoro proveniente dal bacino del Rodano e dopo molti anni di assenza è tornata anche la rarissima lontra, specie a fortissimo rischio di estinzione a livello europeo ma che ultimamente sembra in lieve ripresa. A tutto ciò non è estraneo l'uomo che percorreva i ventosi plateau già trentamila anni fa come testimoniano le straordinarie pitture rupestri che ornano la grotta Chauvet scoperta solamente nel 1994. Sono più di 250 i siti archeologici dell'altipiano, tra cui molti dolmen e menhir e le grotte ornate, ma quella di Chauvet è davvero unica essendo una delle più antiche grotte con pitture parietali del mondo e per la varietà delle figurazioni che vanno dai cavalli ai bisonti ai rinoceronti raffigurati con un verismo sorprendente. Purtroppo la grotta che si trova nei pressi del Pont d'Arc, non è visitabile per motivi di conservazione essendo l'ambiente ipogeo estremamente fragile, ma per il 2014 è prevista sia l'iscrizione al patrimonio Unesco, che l'apertura di uno spazio di restituzione, che proporrà su una superfice di 3000 mq un fac-simile della grotta originale (come già avviene in Dordogna a Lescaux) e accanto un centro di interpretazione del Paleolitico dove sarà possibile familiarizzare con la fauna, la flora e l'u­ma­nità di 35.000 an­ni fa. Al Pont d'Arc si raggiun­ge finalmente il livello del fiu­me. È uno dei punti più spettacolari delle Gorges ma anche uno dei più affollati. L'Ardèche attraversa un arco naturale frutto del secolare lavoro di escavazione che ha traforato il sottile diaframma che costituiva l'itsmo di un antico meandro ora abbandonato. Un bagno all'ombra del ciclopico arco e una sosta sulla spiaggia di sabbia fine sono il preludio all'idromassaggio naturale delle rapide di "Carlo Magno", la prima difficoltà significativa per chi discende il fiume in canoa. Tutto finisce o inizia a Vallon Pont d'Arc, pochi chilometri più a monte tipico paese di frontiera, dove la una variopinta umanità si scambia esperienze o si accinge ad imbarcarsi per il viaggio, ma c'è anche chi vuole arrampicare in falesia o affrontare l'impegnativo sentiero che percorre le intere gole ma che presenta diversi e non facili guadi. Più a nord è un'altra storia: l'Ardèche ha le sue sorgenti un centinaio di chilometri più su, alle falde del Mont Mezenc, antico complesso vulcanico, e scorre ai margini orientali del Mas­siccio Centrale nell'omonimo dipartimento, in una verde vallata ricca di castagni (la crema di Marroni è rinomata), dove troviamo il Parco Regionale dell'Ardèche.

Info
Maison de la Riserve Tel 04 75 04 36 38 Syndicat de Gestions des Gorges del l'Ardèche, le village 07700 Saint Remèze. Tel 04 75 98 77 31. www.gorgesdelardeche.fr

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