Stampa questa pagina

Sulla neve verso la Certosa di Pesio

Nel Parco naturale del Marguareis si snoda un facile itinerario pedonale sulla neve, percorribile con o senza ciaspole. Si parte dal magnifico edificio della Certosa di Pesio e camminando in prossimità del torrente Pesio si giunge al bivio presso il ponte Canavere. Le due mete della gita sono vicine: da una parte la radura con il rifugio Pian del Gorre, dall'altra l'osservatorio faunistico del Parco, dove è molto probabile l'avvistamento dei cervi.

  • testo e foto di Furio Chiaretta*
  • Febbraio 2021
  • Venerdì, 5 Marzo 2021
Pannelli illustrativi del parco lungo il sentiero verso la Certosa di Pesio  Pannelli illustrativi del parco lungo il sentiero verso la Certosa di Pesio

 

Gli itinerari pedonali sulla neve sono presenti da decenni in Svizzera, Austria e in provincia di Bolzano, dove vengono chiamati "winterwanderweg". Sono assai frequentati perché permettono di camminare nella neve a chi ama i paesaggi invernali ma non sa o non può sciare: anziani, bambini in carrozzina, ma anche ragazzi e adulti in ottima forma, che utilizzano i winterwanderwege per raggiungere luoghi incantevoli o rifugi e ristoranti aperti d'inverno.

In Piemonte i percorsi nella neve sono ancora piuttosto rari. Lo scorso anno, nel febbraio 2020, abbiamo presentato l'itinerario per le ciaspole che si snoda nel Parco naturale Val Troncea fino al Rifugio Troncea.

Un altro piacevole itinerario che conduce a un rifugio aperto d'inverno si snoda tra la Certosa di Pesio e il rifugio Pian delle Gorre, nel Parco naturale del Marguareis.

Viene tracciato dalla cooperativa Proteo, che cura anche la battitura delle piste di fondo della Valle Pesio (camera-2112207 960 720) e gestisce il bar ristorante Marguareis, il centro sportivo e il rifugio Pian delle Gorre.

La prima parte del percorso pedonale si snoda tra la Certosa di Pesio e il Ponte Ardua, su un sentiero indicato da cartelli (camera-2112207 960 720), mentre altri cartelli invitano gli escursionisti a non camminare sulla pista di fondo, se non nei brevi tratti dove fondisti e camminatori condividono il tracciato. Ma la maggior parte degli escursionisti purtroppo non rispetta le indicazioni e cammina sulla pista, talvolta senza ciaspole, lasciando profonde impronte con gli scarponi, che rendono difficile e pericolosa la discesa dei fondisti. Quindi forniamo una descrizione dettagliata del percorso pedonale e degli incroci con le piste da fondo, per non sbagliare il tracciato e favorire una piacevole fruizione sia dei fondisti, sia dei camminatori.

Nel tratto successivo, dal Ponte Ardua al Pian delle Gorre, non ci sono problemi per trovare il percorso: si cammina infatti su una larga "pista escursionistica" condivisa fra fondisti, scialpinisti, camminatori con o senza ciaspole (camera-2112207 960 720), che si snoda su una strada nel bosco; è comunque opportuno stare sempre su un lato della pista e utilizzare preferibilmente le racchette da neve, soprattutto se fa caldo e la neve è molle.

Prima di raggiungere il rifugio è consigliabile la digressione all'Osservatorio faunistico del parco: si sale con una stradina quasi sempre battuta dai guardiaparco e facilmente individuabile, che porta a una torre di osservazione in legno, da cui è molto probabile l'avvistamento di alcuni cervi (utili binocolo e teleobiettivo).

Arrivare in auto

Dal casello di Mondovì della A6 Torino-Savona si segue la SR 564 in direzione di Cuneo, lasciandola dopo 16 km per seguire a sinistra la strada che porta a Pianfei e Chiusa di Pesio (qui si arriva anche da Cuneo, lasciando la SR 564 a Beinette). Da Chiusa Pesio si risale la valle toccando Vigna e San Bartolomeo: subito dopo la frazione si trova sulla destra l'edificio arancione che ospita il bar ristorante Marguareis e il centro fondo (7 km). Si continua per 2 km fino al parcheggio della Certosa di Pesio (843 m, bar ristorante Certosa), da cui si parte per la gita a piedi. Se si vuole camminare di meno si prosegue per altri 2 km, salendo con alcuni brevi tornanti al Villaggio Ardua (920 m), dove si transita in piano fra le villette, fino agli slarghi presso il Ponte Ardua.

Il percorso a piedi

Dal parcheggio di fronte alla Certosa si attraversa il ponte sul Torrente Pesio (843 m) e si lascia a sinistra il viale di accesso alla Certosa (camera-2112207 960 720) e a destra il ponte su cui transita la pista di rientro dello sci. Si prosegue diritto in salita, lungo il rio di San Bruno, sul tracciato condiviso con i fondisti e dopo una breve rampa si svolta a destra attraversando il rio.

Fatti pochi passi, si abbandona la pista di fondo per salire a sinistra sul tracciato pedonale (cartelli "percorso naturalistico" e "percorso a piedi e racchette da neve"): si sale ancora un poco lungo il Rio di San Bruno, oltre il quale si nota il muro in pietra che delimita i boschi della Certosa, poi il tracciato pedonale piega a destra e prosegue a mezza costa in lieve salita nel bosco ceduo. Presto si tocca un piccolo ripiano con 3 pannelli del parco (camera-2112207 960 720), dedicati ai cinghiali, al bosco ceduo e al bosco di castagno. Il percorso naturalistico, indicato anche da segnavia bianco-rossi sui tronchi degli alberi, prosegue in lieve salita, incrocia una pista forestale (cartelli) e procede quasi in piano, parallelo alla pista di fondo tracciata poco più in basso. Nel fitto bosco si attraversano alcuni piccoli ruscelli e si incontra un'altra piazzola con pannelli del parco (lupo e latifoglie nobili). Si passa a monte di una radura dove transita la pista di fondo e in lieve discesa si raggiunge un tratto un po' stretto delimitato da una staccionata (camera-2112207 960 720), che si affaccia sulla pista e poco dopo la raggiunge (punto da memorizzare per il ritorno, poiché questo bivio non è indicato da cartelli).

Si cammina sul bordo della pista, qui utilizzata per andata e ritorno, che presto si biforca: sulla sua destra si vede la tettoia che ripara la Fontana Dompè.

Qui si abbandona la pista per proseguire in lieve discesa a valle di essa, tra le opere di "Laendemic art", realizzate nel 2019 da studenti e artisti con materiali naturali (camera-2112207 960 720) che si mimetizzano nel bosco. Il percorso pedonale si avvicina al torrente Pesio e lo costeggia per un tratto (2 pannelli del parco), poi si alza con una breve rampa e prosegue con salita più dolce tenendosi alto sul torrente. Si tocca una presa d'acqua (fontana) e con una salitella si raggiunge la casa in pietra che ospita la sede operativa del Parco del Marguareis (914 m).

Si costeggia la pista di fondo per pochi metri, abbandonandola dove curva a sinistra con il percorso di ritorno e si tralascia anche la strada estiva che prosegue in destra orografica, di solito chiusa per pericolo di valanghe. Si segue invece la "pista escursionistica" che porta al vicino ponte Ardua, con cui si attraversa il Pesio, lasciando a destra il parcheggio presso le villette del Villaggio Ardua (0.50 ore; qui può arrivare in auto chi preferisce una escursione più breve).

Ora non ci sono più problemi per trovare il percorso giusto: si segue infatti la stradina che va in lieve salita nel bosco, offrendo scorci dall'alto sul Pesio. Poi la strada si abbassa un poco riavvicinandosi al torrente e raggiunge il ponte Malavalanca (950 m). Senza attraversarlo, si prosegue in sinistra orografica, sulla strada che costeggia a lungo il Pesio (camera-2112207 960 720 camera-2112207 960 720 ), sul fondo dello stretto e ombroso vallone, fino al bivio presso una bacheca (cartelli, 1000 m).

La strada di sinistra porta al Rifugio Pian delle Gorre, ma prima è preferibile seguire il ramo che va diritto, meno frequentato e talvolta non battuto: fa un tornante a destra in una radura (camera-2112207 960 720) che offre uno scorcio sulla testata della valle, sale più ripido con un tornante a sinistra e in diagonale nel bosco arriva alla recinzione dell'Osservatorio faunistico (1065 m, 0.50 ore). Salendo con comodi gradini sulla torre in legno (camera-2112207 960 720) si possono individuare alcuni cervi (camera-2112207 960 720) che di solito sostano nei pressi di una casetta. Con le ciaspole si può costeggiare in discesa la recinzione, che presto piega a destra, per osservare i cervi da una minore distanza.

Quindi si ritorna, con ottimi scorci sulla guglia rocciosa detta Pulpito (camera-2112207 960 720), al bivio di quota 1000: questa volta si segue la strada più battuta e frequentata con cui si attraversa il Pesio. La strada piega a sinistra, quindi aggira un costone boscoso ed entra nel Vallone del Salto, che si risale per un breve tratto, fino al ponticello sul rio del Salto (o Saut). Infine un tratto in mezza costa porta alla bella radura con il Rifugio Pian delle Gorre ( camera-2112207 960 720 1032 m, 0.20 ore).

Il ritorno è sul percorso di salita (camera-2112207 960 720); in caso di stanchezza, dal ponte Ardua alcuni seguono il tracciato della pista da fondo: ma è indispensabile tenersi su un bordo della pista, calzando le ciaspole per non lasciare profonde impronte nella neve, di solito più morbida nel pomeriggio.


La Certosa di Pesio

La Certosa di Santa Maria venne fondata nel 1173 ed ebbe un importante ruolo durante il Medioevo, ma di quell'epoca non restano tracce. La Certosa venne infatti notevolmente trasformata e ingrandita tra il XV e XVI secolo, quando fu costruita la chiesa dedicata all'Assunta e il chiostro grande, realizzato nel 1466 in stile tardo rinascimentale. Nel Settecento venne affrescata la Cappella del Priore e l'abbazia raggiunse l'apice del suo splendore. Ma nel 1802, a causa della soppressione degli ordini religiosi e dei saccheggi delle truppe napoleoniche, fu abbandonata dai monaci e il suo patrimonio artistico fu disperso. Nel 1840 fu trasformata in un centro idroterapico che ospitò anche Cavour e Massimo d'Azeglio, ma venne chiuso all'inizio del XX secolo. Dopo anni di abbandono, nel 1934 la Certosa è stata restaurata dai padri missionari della Consolata di Torino ed è tornata alla sua funzione religiosa, unita all'ospitalità per giovani e famiglie che cercano momenti di riflessione e preghiera.

Prima o dopo l'escursione si può percorrere il viale alberato verso il grandioso portale che da accesso a un piccolo chiostro, oltre il quale si innalza la chiesa dell'Assunta. Per raggiungere il "chiostro grande" si sale lo scalone a destra fino al piano superiore della Certosa: qui si aprono i silenziosi corridoi che portano alle celle dei monaci e al chiostro. I suoi lunghi porticati scanditi da colonne ( camera-2112207 960 720 ) non lo chiudono da tutti i lati, per isolarlo dal mondo esterno, come in altre abbazie: verso est si apre sulla montagna, così il fitto bosco e il pendio innevato sembrano entrare nel chiostro, unendo i luminosi porticati alla natura circostante.


La mostra fotografica di Michele Pellegrino

Grazie al restauro dell'antica segheria dell'Opera Pia Parroci, l'Ente parco ha allestito, nei pressi della sua sede a Chiusa di Pesio, un museo fotografico che raccoglie 300 immagini in bianco e nero del fotografo Michele Pellegrino, dedicate all'ambiente, al paesaggio, all'architettura e agli abitanti della montagna.

La mostra si trova in via Sant'Anna 34 ed è aperta - gratuitamente - dal lunedì al giovedì ore 9-12 e 14-16; il venerdì ore 9-12.

 

Il Museo Avena

Il complesso museale Giuseppe Avena è ospitato nell'antico palazzo comunale di impianto quattrocentesco, nel cuore del centro storico di Chiusa di Pesio, ed è articolato in 4 sezioni. La Regia fabbrica de' vetri e cristalli, con oggetti in vetro e cristallo prodotti in valle tra la metà del Settecento e l'Ottocento, molti dei quali appartenevano alla produzione del cavalier Giuseppe Avena (1781-1853). La collezione delle ceramiche, dedicata alla produzione di vasellame che caratterizzò la valle dal XVII alla fine del XX secolo. I bronzi del Monte Canavero, con 300 oggetti e ornamenti femminili in bronzo, ambra e vetro risalenti all'VIII secolo a.C., ritrovati sul monte che sovrasta Chiusa di Pesio. Il museo della Resistenza, nato dalla mostra "I sentieri della memoria" in cui erano state raccolte decine di fotografie dell'epoca e ampliato con documenti e contenuti multimediali dedicati alla guerra partigiana nelle valli monregalesi.

Il museo è in piazza Cavour 13, tel. 0171 734990, aperto dal martedì al sabato ore 9.30-12 e 15.30-17.30 (provvisoriamente chiuso il sabato per le norme Covid; sempre chiuso domenica e lunedì).

Informazioni utili sul sentiero

Dislivello: 350 m.

Sviluppo: 7+7 km.

Tempo di salita: 2 ore circa.

Periodo consigliato: da dicembre a marzo, secondo l'innevamento.

Attrezzatura necessaria: scarponi, ghette, ciaspole, bastoncini, indumenti per il freddo, binocolo.

Carta: Fraternali 1:25.000 n. 16, Val Vermenagna, Valle Pesio, Alta Valle Ellero, Parco naturale del Marguareis.

Parco naturale del Marguareis, www.parcomarguareis.it , tel. 0171 976800.

Centro sportivo Marguareis, tel. 0171 735226, con biglietteria della pista da fondo, noleggio sci e ciaspole, scuola di sci.

Bar ristorante Marguareis, tel. 0171 739007.

Rifugio Pian delle Gorre, tel. 335 6889542, www.rifugiopiandellegorre.cn.it 

Ufficio turistico di Chiusa di Pesio, presso il Museo Avena, piazza Cavour 13, tel. 0171 734990, aperto dal martedì al sabato ore 9.30-12 e 15.30-17.30 (chiuso domenica e lunedì).

Ristoranti e agriturismi di Chiusa di Pesio: www.comune.chiusadipesio.cn.it /Home/GuidaDettagli > ospitalità.

Previsioni meteo per Piemonte e Valle d'Aosta: www.nimbus.it 

Visualizza la mappa** del sentiero   

 

* Furio Chiaretta è giornalista e "sentierologo": progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d'Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino, con Edizioni del Capricorno.

** La mappa è una elaborazione di Luca Marello, funzionario regionale del Settore Biodiversità e Aree Naturali