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Sul lago dove non tramonta (quasi mai) il sole

Parte il 31 luglio sul Lago Grande di Avigliana la gara di barche solari che si concluderà il 13 agosto a Berlino. Da oltre dieci anni il parco organizza l'unica competizione italiana di slow navigation, cercando tecnologie integrate di eolico e solare e possibili sponsor

  • Emanuela Celona
  • Giugno 2011
Venerdì, 3 Giugno 2011

Potrebbe esserci per l'ultima volta.
La gara di barche solari Lago Grande di Avigliana, giunta alla IX edizione e organizzata dal Parco in collaborazione con il Comune, ci sarà anche quest'anno ma grazie al budget risparmiato l'anno scorso. Poi, la scure dei tagli potrebbe colpire anche questa manifestazione che anima l'estate aviglianese da oltre dieci anni, e che nasce da un'attenta "filosofia". "La gara è il frutto di un progetto complesso - racconta il vicepresidente del parco Gianfranco Salotti - denominato "Terre da vivere" e nato con l'ambizione di modificare la concezione del parco da "egoistica" ad "altruistica". Solitamente pensiamo che un parco serva per difendere la natura e quindi, "egoisticamente", per preservare la propria sopravvivenza. In realtà è molto di più. Quello di Avigliana, ad esempio, ha una risorsa come l'acqua, della quale può proporre un uso sostenibile e il progetto "Terre da vivere" ha un duplice obiettivo: salvaguardare le risorse e usarle sostenibilmente", spiega Salotti. "È ciò che abbiamo fatto con Arcanova, il progetto del parco legato all'agricoltura sostenibile; con il centro di ripopolamento per pesci, oggi succursale dell'Università di Vete­rinaria; con il centro di cura per rapaci e con l'uso dell'energia solare sfruttata dallo stesso Ente parco per soddisfare, almeno in parte, i propri fabbisogni energetici". Il progetto, finanziato negli anni 2002-2008 dalla Regione Piemonte, era rivolto anche a una fruzione turistica e sostenibile del territorio: "Da qui l'idea di realizzare barche in grado di muoversi con energie alternative", aggiunge il vicepresidente. Così il parco ha progettato una barca particolare: smontabile e dunque trasportabile; concepita per l'uso di energia solare e non solo predisposta per l'inserimento aggiuntivo di pannelli; adatta all'uso di energia eolica, sull'esempio delle barche transoceaniche che, oltre al solare, utilizzano l'energia del vento. Purtroppo, per mancanza di fondi, non è stato possibile realizzarla. Si pensò quindi di dare vita a un'iniziativa che permettesse l'esposizone di tali marchingegni. Così Graziella Bazzan, responsabile Comunicazione e Fruizione del Parco di Avigliana cominciò a prendere contatti e si arrivò, nel 2002, alla prima gara dilettantistica. "La nostra idea era dimostrare la fattibilità di alcuni progetti e fornire una giusta ispirazione ai costruttori italiani di barche italiani - racconta Graziella. Abbiamo coinvolto Azimut, il più grande produttore europeo e alcuni imprenditori locali che però si sono limitati a realizzare barche da gara". Altri appassionati, come Senofonte Ambrosini, 86 anni, veterano della competizione di Avigliana, hanno invece costruito barche con cabinati, utilizzabili non solo nelle gare. In questo momento le uniche imbarcazioni realizzate nell'ambito della solar challenge sono predisposte più per la competizione che per la filosofia dello slow navigation. Il problema è che gli sforzi nella realizzazione delle imbarcazioni non sono finalizzati alla slow navigation, ovvero "quella filosofia del navigare che privilegia la visita conoscitiva del luogo al raggiungimento di una meta e il rapporto emozionale tra il navigante e l'ambiente acquatico", spiega Salotti.
"Quest'anno la barca del parco navigherà anche sul Lago d'Iseo, al Festival dei Laghi - dice Graziella Bazzan - mentre ad Avigliana non mancheranno tedeschi, francesi, olandesi, svizzeri... E gli italiani? Partecipano ma con fatica: un paio d'anni fa il Lago Maggiore aveva lanciato una competizione simile, ma il resto d'Italia non è attivo. Sembrerebbe che i giovani non abbiano voglia di cimentarsi nella navigazione solare: mentre a Berlino c'è una università che fa formazione, in Italia manca. "Per un paio d'anni abbiamo coinvolto l'Istituto tecnico di Avigliana - racconta la Bazzan - ma poi cambiano gli insegnanti, i presidi, e non sempre c'è la stessa motivazione. Per questo, come Ente parco, sarebbe utile seguire da vicino i progetti avviati a Berlino e partecipare alle varie competizioni, cosa che però implica più risorse economiche che al momento non abbiamo". Quest'anno la gara partirà il 31 luglio dal Parco di Avigliana, per finire il 13 agosto a Berlino: sono date pensate per un regolamento comune, come in un vero campionato. Ad Avigliana, sul Lago Grande, sono attese una decina di barche che dovranno competere in una gara di resistenza (30 km a cerchio sul lago), di slalom, di velocità e di "Stop&Go" (ovvero misurare la velocità tra boa e boa). Ma sarà l'intera giornata dedicata al sole: sono infatti in programma un workshop e momenti di osservazione attraverso un telescopio del sole, in collaborazione con l'Osser­vatorio astronomico di Pino torinese. Oltre, naturalmente, alla gara. E già si respira nell'aria un certo fermento: basta digitare su Google "bar­che solari" e il Parco di Avigliana è uno dei primi risultati del motore di ricerca, e anche dei video caricati su You Tube. A dimostrazione che la "sfida" sul Lago Grande è una vera occasione, seppure per dilettanti: il varo di un esperimento, anche il più strano, e renderlo fonte d'ispirazione per una barca del futuro. Questo è il sogno dei partecipanti, perché la sostenibilità passa anche sull'acqua.

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