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I bambini di Piossasco non hanno paura del lupo

"Faceva una puzza terribile e... osservandola attentamente, abbiamo notato che era ricoperta di peli di cinghiale e di capriolo quindi voleva dire che chi l'aveva deposta... li aveva mangiati!". Una storia da raccontare quella che ha visto protagonisti gli alunni di una terza elementare del paese ai piedi del monte San Giorgio e una deiezione di lupo. 

  • Alessandro Paolini
  • Gennaio 2020
Martedì, 7 Gennaio 2020
La Terza C della Scuola elementare Morandi di Piossasco -  Foto Associazione "Studio ArteNa - Arte e Natura" La Terza C della Scuola elementare Morandi di Piossasco - Foto Associazione "Studio ArteNa - Arte e Natura"

Il Monte San Giorgio è la propaggine più avanzata della catena alpina occidentale e, per la sua posizione a ridosso della pianura, costituisce un balcone naturale che dai suoi 837 metri di altezza offre sorprendenti panorami su Torino e una vista che spazia dall'imbocco della Valle di Susa a gran parte delle Alpi occidentali.

E' un polmone verde a due passi dalla città, con boschi di conifere impiantati a partire dagli anni '20, soprattutto sui versanti esposti a sud, cui fanno da contrappunto farnie, ciliegi, sorbi montani, roveri, lecci, carpini, castagni: un patrimonio forestale seriamente compromesso dal disastroso incendio del 1999, in cui morì anche il giovanissimo volontario AIB David Bertrand nel tentativo di domare le fiamme (e per questo insignito della medaglia d'oro al valor civile dal Presidente della Repubblica). Fra gli alberi si estende una rete di sentieri battuta da bikers e amanti del trekking, che porta alla cima, da cui non è raro vedere alzarsi in volo i parapendii.

Il monte e le sue pendici sono entrati a far parte nel 2004 del sistema regionale delle aree protette con la denominazione di "Parco naturale del Monte san Giorgio", istituito dalla Regione Piemonte e gestito dalla Città metropolitana di Torino.

Il parco ha tutte le carte in regola per ospitare una ricca fauna. Innanzitutto gli uccelli, tra cui la cincia dal ciuffo, il picchio nero e il picchio rosso maggiore, il rampichino, lo zigolo muciatto, la sterpazzolina e il gallo forcello, ma non mancano rapaci quali il falco pellegrino. Tra i grandi mammiferi quasi scontata è la presenza del cinghiale e - fin dal 2016 - era stato ipotizzato che sua maestà il lupo potesse aver visitato queste lande ma, finora, non c'erano prove scientifiche del suo passaggio.

E' grazie all'entusiasmo di ventidue bambini, della loro insegnante e di due guide naturalistiche che oggi a Piossasco si può dire a ragion veduta che il lupo è tornato.

Il ritrovamento

E' il 10 aprile del 2019 quando la Terza C della Scuola elementare Morandi parte per una escusione naturalistica sul monte cittadino. Il pulmino lascia i bambini e la loro insegnante Silvana all'inizio del sentiero dove vengono raggiunti da Luca e Vittoria, accompagnatori naturalistici dell'Associazione Studio Artena, che organizza attività didattiche e promozionali nel parco su incarico del Comune e della Città metropolitana. Dopo le raccomandazioni di rito la passeggiata può iniziare fra le mille suggestioni e meraviglie che solo un bosco a primavera sa regalare. A fine giornata i bambini si imbattono in una "cacca", come hanno raccontato loro stessi: "Dal colore verde Luca ha capito che era lì da una decina di giorni. Sembrava una cacca di cane ma... faceva una puzza terribile! L'odore era disgustoso ma osservandola attentamente abbiamo notato che era ricoperta di peli di cinghiale e di capriolo quindi voleva dire che chi l'aveva deposta... li aveva mangiati! La maestra ha passato a Luca un sacchetto di plastica per metterla dentro e portarla a Torino e farla esaminare"

E' così che il "reperto" viene consegnato alla Città metropolitana e, da questa, all'Istituto Zooprofilattico, che dopo una serie di analisi che permettono di estrarne il DNA, lo esamina e lo attribuisce con certezza alla specie "canis lupus" ovvero al lupo.

Anche se non si può affermare che vi siano uno o più lupi stanziali nella zona, ora si può dire senza tema di smentita che transitano dal Monte San Giorgio. Una circostanza ulteriormente confermata dal ritrovamento, il 23 dicembre scorso, della carcassa di una lupa adulta di 27 chilogrammi uccisa con tre proiettili da un fucile da caccia, presumibilmente da un bracconiere, in regione Albere Nuove a Piossasco.

L'esperienza vissuta dai bambini è stata entusiasmante, oltre che un'occasione per apprendere l'importanza del metodo d'indagine scientifico, un tema che ha costituito oggetto di approfondimento scolastico durante una mattinata in cui hanno ricevuto la visita di funzionari della Città metropolitana e dell'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie.

Dall'esperienza è nata l'idea di organizzare un momento di informazione e approfondimento con la cittadinanza anche per dare il giusto riconoscimento pubblico ai piccoli protagonisti di questa bella avventura.

"Al lupo, al lupo? ...un po' sì e un po' no"

Questo il titolo dell'affollato incontro tenutosi nella serata del 22 novembre presso l'Auditorium della scuola "Parri" di Piossasco con rappresentanti delle Aree protette della Regione e della Città metropolitana, del Comune di Piossasco e dell'ASL e, come ospiti d'onore, i bambini protagonisti del ritrovamento. La discussione è stata introdotta dall'assessore alla salvaguardia e valorizzazione del territorio di Piossasco Luca Abrate, dal vicesindaco della Città metropolitana Marco Marocco e dal tecnico della Direzione Sistemi naturali Alessandra Pucci.

Antonio Mingozzi, Direttore del Parco nazionale del Gran Paradiso e piossaschese di origine, ha moderato il dibattito, cui hanno partecipato tra gli altri Mauro Bruno, referente per la fauna selvatica e gli alpeggi dell'ASLTO3 e Piero Pons, autodefinitosi "pastore per passione" che ha così potuto portare la voce di questa categoria. "Io non odio il lupo, anche se sono un pastore. Penso che sia un animale bellissimo e che la convivenza, anche se spesso è difficile, sia possibile".

"Il lupo è tornato – ha poi spiegato Luca Giunti, guardiaparco dell'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie – non perchè sia stato reintrodotto dall'uomo, come vorrebbero alcune leggende metropolitane, ma a causa dell'abbandono dei territori montani da parte nostra, che ha favorito il ricrearsi di un habitat a lui favorevole, e per il progressivo aumento di selvaggina, in gran parte conseguenza di ripopolamenti artificiali. Si stima che oggi in Italia vivano tra i 1500 e i 2000 lupi, di cui 180 sulle Alpi e tra i 150 e i 200 in Piemonte. Di questi circa una cinquantina sono nel torinese".

La diffusione dei lupi e il rapporto con i cani

Il lupo è un animale sociale e territoriale che occupa un territorio di circa 400 kmq. In un'area di quest'estensione dunque ci sarà sempre e solo un branco stabile la cui composizione è limitata a due adulti e 4 - 5 giovani e non può aumentare"

Alla domanda di un escursionista che chiedeva se il lupo rappresentasse un pericolo per il suo cane ha risposto ancora Luca Giunti: "il legame tra cane e lupo è strettissimo perchè il primo deriva dal secondo, dopo un'attività di addomesticamento e selezione di caratteri effettuata dall'uomo nel corso di millenni. Per questo i lupi percepiscono i cani come competitori e tendono ad aggredirli, ma solo se invadono il loro territorio. E' importante quindi che il padrone tenga sempre al guinzaglio o sotto stretto controllo il proprio cane, proprio per evitare questo tipo di incontri, benchè rari".

Cosa fare se si avvista un lupo?

La prima regola è quella di non spaventarsi: l'uomo non è di norma una preda. Tuttavia se vogliamo che si allontani possiamo agitare le braccia e battere le mani e il lupo se ne andrà. Se la situazione lo consente, possiamo cercare di realizzare qualche foto o ripresa video con il cellulare, utili per documentare l'avvistamento e segnalarlo agli enti competenti, quali i Carabinieri forestali o l'Ente Parco, se ci troviamo in un'area protetta. Se invece troviamo un lupo morto possiamo chiamare il 112 o il Servizio sanitario dell'ASL più vicina, segnalando il luogo del ritrovamento e, se possibile, attendere il loro arrivo per facilitare le rilevazioni. E' poi utile ricordare che in caso di investimento accidentale di un lupo con la nostra auto nessuna sanzione è prevista.

Il lupo in Europa: il progetto LIFE WolfAlps

I lupi sono presenti nelle Alpi occidentali italiane e francesi da oltre vent'anni. Oggi la popolazione è in aumento come densità nelle Alpi Occidentali e Dinariche ed è in espansione nelle Alpi Centrali-Orientali e nelle zone pedemontane collinari del Piemonte.

La popolazione alpina di lupo è transfrontaliera perché distribuita entro i confini di più paesi alpini (Francia, Italia, Svizzera, Austria e Slovenia): ciò che ancora manca per una gestione ottimale della specie è un coordinamento internazionale che armonizzi e superi l'attuale frammentazione istituzionale.

Anche per questo esiste il progetto europeo LIFE WolfAlps, coordinato dall'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, che è stato confermato anche per il periodo 2019-2023 con la denominazione LIFE WolfAlps EU e che raccoglie l'eredità del precedente LIFE WolfAlps (terminato nel 2018 e vincitore del primo premio per i progetti ambientali europei). 

Gli obiettivi che si propone sono contrastare le predazioni sugli animali domestici grazie a squadre di intervento sul campo e sistemi di prevenzione efficaci, favorire la sostenibilità economica della presenza del lupo promuovendo iniziative ecoturistiche, definire linee guida di gestione del predatore a livello alpino e mettere in campo le migliori pratiche per rendere compatibili la presenza del lupo e le attività economiche in montagna e pianura. Il progetto si estende alle intere Alpi italiane, francesi, austriache e slovene e ai due corridoi ecologici, il corridoio appenninico e quello dinarico, che permettono la connessione delle popolazioni di lupo italiane ed europee. Altri interventi importanti riguardano infine la comunicazione, necessaria per diffondere una conoscenza di questa specie che si basi su elementi di fatto e non su preconcetti.

Per saperne di più

Per approfondire le proprie conoscenze è possibile visitare, nel Parco delle Alpi Marittime, il Centro faunistico "Uomini e Lupi" di località Casermette a Entracque, in provincia di Cuneo.

Il Centro comprende un recinto di circa otto ettari al cui interno sono ospitati alcuni esemplari di Canis lupus italicus, che non potrebbero vivere in libertà perché vittime di incidenti o in quanto già nati in condizioni di cattività.

Al centro dell'area si alza una torretta di tre piani da cui è possibile osservare una larga porzione dello spazio recintato e quindi, con un po' di fortuna, il lupo. Se questo non dovesse accadere è sempre possibile visitare il centro espositivo in cui vengono fornite al visitatore una serie di nozioni utili anche con strumenti multimediali.

Per i nostri lettori, infine, segnaliamo lo Speciale sul lupo di Piemonte Parchi "Occhio, il lupo è tornato"

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