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Quell'isola di natura nel mare a quadretti

Foreste e praterie. Così era la piana del Po fino a tutto il Medioevo. Foreste e praterie irrigate dalle risorgive che sgorgavano copiose nel punto "di passaggio" tra montagna e pianura, originando vaste zone di "acqua ferma" come la Palude di San Genuario

  • Toni Farina
  • Aprile 2014
Martedì, 22 Aprile 2014
Martin pescatore  Martin pescatore

Medioevo: nella piana oggi vercellese il Monte Rosa vigila su boschi alternati a distese di prato di uso comune. Fra questi ci sono i pascoli delle Apertole, ovvero aperti a tutti. (oggi Castell'Apertole) . Pascoli in buona salute grazie all'acqua generosa di risorgive e fontanili.
Oltre a irrigare i campi, le risorgive si allargano in distese di stagni, aree di palude ricche di vegetazione. Il riso è ancora sconosciuto, passeranno secoli prima del suo arrivo. Ma le paludi sono già un "problema": zone malsane, da bonificare e destinare all'agricoltura. La popolazione crescente ha bisogno di cibo, occorre ampliare le zone coltivate.
Un processo inarrestabile. A metà del secolo scorso gran parte delle paludi del vercellese (e di tutta la Pianura Padana) sono scomparse. Delle vaste distese di acqua "ferma" rimane traccia solo nei documenti storici.
Con qualche importante eccezione...

San Genuario, natura tutelata, natura ricostruita

Fra queste eccezioni c'è la palude di San Genuario, citata per la prima volta nell'anno 707 quale proprietà dell'omonima abbazia benedettina.
La quantità di acqua rende la zona non propizia per l'agricoltura, ma proprio la ricchezza di acque fresche e di buona qualità fa sì che a partire dalla seconda metà del '900 la parte centrale della zona sia chiusa da reticolati e adibita ad allevamento ittico (vasche di cemento per allevamento pesci).
L'attività prosegue fino all'inizio degli anni '90. Alla cessazione, il Comune di Fontanetto (proprietario del terreno) affida l'area all'Ente dei Gestione del Parco del Po vercellese/alessandrino. Una convenzione trentennale: trent'anni sono il tempo minimo stimato per ricostruire un ambiente naturale.
Per la Palude di San Genuario inizia una nuova vita.

Palude di San Genuario, riserva naturale

Si estende su 425 ettari delimitati dall'abitato di San Genuario (frazione di Crescentino) a ovest e dalla collina del Montarolo (le Coste di Trino) a est.
L'area protetta coincide con l'omonimo sito di Importanza comunitaria SIC "Palude di San Genuario".

La riserva costituisce un piccola porzione degli ecosistemi primari della Pianura Padana. Un semplice frammento, ma di grande importanza in un settore geografico dominato dalla monocoltura del riso. L'importanza deriva anche dalla collocazione centrale rispetto alle limitrofe garzaie di Montarolo, Fontana Gigante e Santa Maria (sulla riva del Po presso l'omonima frazione di Crescentino).
L'elemento di spicco è l'abbondanza d'acqua che alimenta una fitta rete di canali irrigui e fontanili. La varietà di habitat è integrata da aree di bosco non estese ma di rilevante naturalità.
Nella zona centrale della riserva si trova l'area recintata, ex allevamento ittico, dove sono avvenuti gli interventi di ripristino naturale più rilevanti.
Gli interventi sono stati attuati nell'ambito del Progetto Life comunitario "Conservazione e gestione del Biotopo Palude di San Genuario".
Si sono smontate le vasche di cemento, gli invasi artificiali sono stati sostituiti da zona d'acqua a diversa profondità per favorire i popolamento di specie di diverse. Un'opera di ingegneria condotta senza forzare i tempi della natura, anzi nella quale la natura è stata cooperante fondamentale. Gran parte della vegetazione si è ripristinata per processo spontaneo, gli invasi si sono creati senza l'utilizzo di fonti di energia ma sfruttando il semplice deflusso naturale delle acque di risorgiva.
L'opera è tutt'ora in corso, ma i risultati ottenuti sono oltremodo incoraggianti. Lo dimostrano in particolare gli uccelli acquatici che hanno apprezzato gli interventi incrementando la già consistente presenza nell'area.
Oltre alla zona centrale recintata, l'ente gestore della riserva ha provveduto, sempre nell'ambito del Progetto LIFE, alla stipula di accordi di gestione e all'acquisto di terreni nel circondario, anche questi oggetto di interventi di ripristino naturale, alcuni già attuati, altri in corso e altri ancora previsti nel prossimo futuro.

Tarabuso, airone rosso, falco di palude

Oggetti del desiderio di ogni appassionato di uccelli, ornitologo provetto o semplice amatore. Un desiderio difficile da soddisfare, considerata la scarsa diffusione di tali specie, soprattutto nel territorio piemontese.
L'incremento della loro presenza nella riserva naturale conferma la bontà del lavoro fatto.
Tarabuso. La Palude di San Genuario si è confermata è uno dei siti di nidificazione più importanti a livello nazionale per la conservazione di questo ardeide. Una specie elusiva, che necessita di ambienti tranquilli. I maschi cantori che ogni anno frequentano la Palude di San Genuario costituiscono una frazione rilevante della popolazione piemontese, importante anche come punto di espansione verso altre aree.
Airone rosso. La colonia di San Genuario è l'unica di una certa consistenza in Piemonte. Una colonia importante anche per il mantenimento dell'areale complessivo italiano della specie.
Falco di palude. Le coppie che ogni anno nidificano a San Genuario costituiscono oltre la metà della popolazione riproduttiva regionale, significativa anche a livello nazionale. Le tre specie citate costituiscono gli elementi di spicco della riserva. Ma il canneto e le fronde intorno agli stagni ospitano numerose altre specie di pregio, quali la cannaiola e il cannareccione.

Testuggini ... e farfalle

La Palude di San Genuario ospita una importante popolazione riproduttiva della testuggine palustre europea (Emys orbicularis). L'ente di gestione della riserva sta approfondendo studi e monitoraggi di questa specie di interesse comunitario. Gli studi nell'ambito del Progetto LIFE hanno accertato la presenza della licena delle paludi (Lycaena dispar). Una farfalla diurna ormai rara nella Pianura Padana: la presenza del lepidottero è caratterizzata da popolazioni esigue, disperse per via della frammentazione degli habitat.
L'ambiente della riserva naturale, distinto da vegetazione igrofila intorno ai canali e da fitta vegetazione palustre si è rivelato idoneo alla sua riproduzione.

Nel parco informati:

Ente di Gestione delle Aree protette del Po vercellese - alessandrino.
Piazza Giovanni XXIII 6, Valenza (AL)
Tel. 0131 927555; www.parcodelpovcal.it


Viste guidate: tel. 0384 84676

Visita alla Palude di San Genuario

Due sono le proposte, una a piedi e una in bicicletta. Una camminata "naturalistica" nella riserva e una pedalata ad anello fra la riserva e il circondario...

Birdwatching a San Genuario

L'osservazione del "mondo alato" è un'attività che coinvolge stuoli di appassionati. Molti dei quali non si accontentano di guardare ma vogliono fermare l'attimo. Fotografia e osservazione naturalistica sono però attività delicate. Che richiedono competenza e sensibilità. 

Fontanili e risorgive

Non si può "raccontare" della Riserva naturale della Palude di San Genuario senza parlare di risorgive (e fontanili).

 

 

 

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