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Nel Canavese, un angolo di natura diversa

Monti "pelati"? Da lontano forse. Se li guardi dalla pianura fra Castellamonte e Ivrea in effetti la mancanza di alberi suggella il toponimo. Bastano però pochi passi sui sentieri che li attraversano per verificare che la realtà è ben diversa. Pochi passi e l'occhio attento permettono di verificare quanto questa piccola altura ai margini delle montagne del Canavese sia ricca di preziosità botaniche.

  • Toni Farina
  • marzo 2014
Mercoledì, 16 Aprile 2014
Nel Canavese, un angolo di natura diversa

Monti Pelati, Monti Rossi

Una stretta fascia di territorio "pedemontano" tra Baldissero e Vidracco, allo sbocco del Torrente Chiusella nella pianura. Sono detti anche "Monti Rossi", una cromia grazie alla quale spiccano nel verde paesaggio canavesano.
Oltre al colore, ne facilità l'individuazione il profilo della Torre Cives, sul punto più elevato. La torre è il simbolo del paese di Vidracco e fu costruita nel XII secolo quale punto di d'avvistamento militare. Dalla torre lo sguardo spazia libero sulla pianura, ma non sono né la storia né il panorama alla base dell'istituzione della riserva naturale. Bensì la natura. Natura "diversa".

Un'isola biogeografica...

Diversa dal circondario. Non solo il colore ma anche gli ecosistemi distinguono i Monti Pelati dal territorio circostante. La ragione sta nell'evoluzione geologica: la riserva si trova lungo la Linea Insubrica (o del Canavese), che separa due zolle tettoniche.
Un'isola con un suolo molto particolare. I Monti Pelati costituiscono un massiccio ofiolitico formato per la quasi totalità da una lherzolite fresca (lherzolite, roccia magmatica intrusiva; da Lherz, massiccio montuoso nei Pirenei francesi). Una composizione che se da un lato ne ha impedito l'utilizzo a fini agricoli, dall'altro è la ragion prima della passata, intensa attività di estrazione della magnesite praticata fin dal 1700 (l'attività estrattiva è oggi limitata a una zona sul lato nord-est e le aree di scavo non più utilizzate sono soggette a ripristino naturalistico).
Ma non basta, oltre alla geologia anche il clima gioca un ruolo importante nella formazione dell'ambiente naturale dei Monti Rossi. Il forte soleggiamento favorisce infatti un microclima clima xerico (dal greco xeros, secco), con scarsità d'acqua e temperature sensibilmente maggiori rispetto alle zone limitrofe.

Selezione? È naturale...

Clima xerico e il substrato roccioso fanno da agenti di discriminazione. A essere "discriminate" sono però le specie naturali più comuni in questa zona. Al contrario sono favorite specie rare non solo nell'area canavesana ma in tutto il territorio piemontese.
Penalizzata è in particolare la vegetazione d'alto fusto, presente quasi soltanto nel versante nord. Betulle pioniere e pini silvestri insieme a pini neri e pini strobi, impiantati negli anni '50. Stessa origine per il larice, oggetto di rimboschimento sul versante nord del Monte Cives.
Molto diffuso è invece il ginepro che in compagnia del brugo riveste quasi per intera la dorsale, favorito in passato dal frequente passaggio del fuoco. Entrambe sono specie arbustive piuttosto comuni nelle aree xerotermiche. Meno comuni e di grande interesse sono invece specie floristiche come la campanula di Bertola Campanula bertolae, endemismo delle Alpi occidentali, e il lino salsoloide Linum suffruticosum.
Discorso a parte va fatto per i licheni. La flora rupicola, che colonizza le rocce. La loro consistente presenza è un sintomo del "benessere" ambientale della zona: i licheni sono indicatori della qualità dell'aria e del basso livello di inquinamento atmosferico.

E che dire degli animali?

Un ambiente difficile favorisce le forme di vita specializzate: una regola alla quale non sfugge la fauna. I Monti Pelati sono una nicchia ecologica ideale per la vita di specie animali poco diffuse, appartenenti alla fauna detta (in modo improprio) "minore", come gli insetti. Una rara farfalla, Pedasia luteella, il cerambicide Phytoecia vulneris, e Leptothorax flavicornis, raro formicide endemico. Termini che dicono nulla ai più ma che stimolano... le antenne agli entomologi.
A stimolare l'interesse degli ornitologi è invece la ricchezza di uccelli. Anche l'avifauna sfrutta le peculiarità della riserva: saltimpalo, zigolo muciatto e occhiocotto trovano nei Monti Pelati l'unico sito riproduttivo conosciuto in Canavese. Di casa sono anche la tottavilla, l'ortolano e il succiacapre. Vere particolarità sono la cincia dal ciuffo, di solito legata ai boschi montani di conifere, e la bigiarella, silvide migratore che sulle Alpi nidifica solo oltre i 1000 metri di quota. Specie tipica del clima mediterraneo è invece il calandro.
Ed è questa una ulteriore conferma della notevole biodiversità della riserva.

Rete Natura 2000

Un'area come i Monti Pelati non poteva non trovare collocazione tra i siti istituiti ai sensi della Direttiva "Habitat" dell'Unione Europea.
I Monti Pelati sono un SIC appartenente alla Regione biogeografia alpina.
Info SIC "Monti Pelati e Torre Cives", codice IT 1110013:
www.regione.piemonte.it/habiweb/servlet/image.pdf?idSic=11

Nel parco informati

PROVINCIA DI TORINO
Servizio aree protette e vigilanza volontaria
Corso Inghilterra 7, Torino
Tel. 011 8616254
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.provincia.torino.gov.it
Sede operativa e Centro didattico ambientale
Vidracco, piazza Ceretto 2

Monti Pelati, i perché di un'area protetta

Sono ben descritti negli atti di un convegno tenutosi nel 1989 a Parella.
• A.A. V.V.; I Monti Pelati di Baldissero, importanza paesistica e scientifica; Atti del convegno 18/11/1989 a Parella (TO).
Gli atti si possono reperire presso la Biblioteca delle Aree protette del Piemonte:
www.regione.piemonte.it/parchi/cms/biblioteca.html

Visitare i Monti Pelati

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