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In Val Grande la nuova sezione geologica del Museo Archeologico della Pietra Ollare

Lo scorso ottobre è stato inaugurata a Malesco la sezione geologica del Museo del Parco Nazionale Val Grande.

  • di Fabio Copiatti
  • dicembre 2013
Mercoledì, 19 Marzo 2014
In Val Grande la nuova sezione geologica del Museo Archeologico della Pietra Ollare

Ospitato nel Palazzo Pretorio, il Museo Archeologico della pietra ollare traccia la più antica storia dello sfruttamento di questo minerale nel territorio dell’Ecomuseo della pietra ollare e degli scalpellini.
Il percorso del Museo coniuga archeologia ed etnografia attraverso una particolare lettura dei rinvenimenti archeologici che evidenzia gli strumenti del lavoro quotidiano ed i prodotti dell’abilità degli antichi scalpellini locali.

Il museo è parte integrante di un percorso che si sviluppa sul territorio comunale ed anche all’interno del Parco Nazionale Val Grande, valorizzando tutte le “declinazioni” del tema pietra negli edifici di pregio del centro storico di Malesco, gli oratori e le edicole minori, le strade montane lastricate in pietra, la pietra nei tetti in piode e nell’architettura d’alpeggio, le cave della pietra ollare, i massi con incisioni preistoriche ed i muri megalitici, le fornaci per la cottura della calce.

La sezione geologica

Questa sezione illustra le emergenze particolarmente significative della pietra ollare, del marmo e delle rocce carbonatiche, che tracciano le tappe della pietra che “si fa storia”.

I tematismi vengono trattati sia nelle loro relazioni geoambientali, sia nelle interazioni connesse ai processi di sfruttamento come georisorsa, attraverso immagini e testi a partire dagli elementi geologici per arrivare alle tecniche di utilizzo.
Gli inquadramenti geografici e geoambientali introducono gli argomenti di geologia generale con approfondimenti petrografici completati da reperti e campioni litologici.

Il progetto

Le rocce che affiorano nel nostro territorio, ed in particolare quelle presenti all’interno del Parco Nazionale Val Grande, costituiscono un elemento di elevato valore scientifico, infatti alcune porzioni rappresentano una cosiddetta “sezione continentale esposta”, ossia la possibilità di osservarle direttamente è come esplorare un pozzo che si spinge fino ad oltre 40 km di profondità e guardare le rocce esistenti, dalla crosta superiore fino al mantello terrestre.

Le favorevoli condizioni ambientali delle nostre vallate, rispetto agli altri siti, ha favorito nel corso degli anni numerosi approfondimenti scientifici condotti da centri di ricerca ed università di tutto il mondo, portando anche alla nascita del Geolab “Luigi Burlini” sito in Vogogna presso la sede operativa del Parco e di un sentiero geologico che tra Vogogna e Premosello Chiovenda offre l'eccezionale opportunità di "attraversare" la crosta continentale, osservando rocce formatesi a differenti profondità e in periodi diversi.

Lo scopo principale delle ricerche condotte in questi anni riguarda l'esplorazione diretta dei primi 40 Km della crosta terrestre per comprendere quali siano le rocce e i minerali che la compongono, come si siano formati, come si propagano al loro interno le onde sismiche e quali processi e deformazioni hanno subito prima di giungere in superficie. Un ulteriore elemento di interesse scientifico e didattico è dato dalla presenza di importanti strutture tettoniche di importanza regionale. Infatti in Valle Ossola passa la Linea Insubrica che rappresenta il confine tra due continenti, quello Europeo a nord, e quello Africano a sud. In Valle Vigezzo ed in particolare nel settore meridionale del territorio di Malesco (Val Loana) questa struttura prende il nome di Linea del Canavese. Percorrendo quindi il sentiero che risale la Val Loana si compie quindi un viaggio non solo al centro della terra ma anche tra due continenti.

Come approfondimento e analisi del territorio il progetto ha sviluppato la presenza, l’utilizzo e lo sfruttamento della pietra ollare presente in Val Loana e nella Valle del Basso e del marmo e delle pietre carbonatiche presenti in Val Loana. Inoltre è stato sviluppata la tematica delle fornaci per la produzione della calce con particolare riferimento agli affioramenti ed ai fenomeni presenti all’interno del territorio comunale di Malesco o ad esso storicamente riferibile.

Questi due temi, la pietra ollare e il marmo, vengono approfonditi nella sezione geologica del museo e lungo due percorsi: il primo riguarda la pietra ollare e si sviluppa lungo la Valle del Basso a partire dalla località Patqueso fino alla località "ul Casctèll" (Monte Castello 1.858 m s.l.m.); il secondo riguarda il marmo con il sentiero che risale la Valle Loana a partire dalla località Fondi li Gabbi fino al Lago del Marmo (in prossimità dell’alpe Scaredi) con una tappa intermedia alle antiche fornaci per la produzione della calce.

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