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Nettare di robinia, miele di acacia

Arrivata dagli Stati Uniti più di quattrocento anni fa, la Robinia pseudoacacia si è talmente diffusa ed è così comunemente utilizzata da costituire un elemento imprescindibile del nostro paesaggio e della nostra vita.

  • Caterina Gromis di Trana
  • Maggio 2023
  • Mercoledì, 3 Maggio 2023
Il più antico albero di Robinia di Parigi e d'Europa, piantato nel 1601 da Jean Robin in Place René Viviani. È sostenuto da tre pilastri in cemento - foto Wikipedia Il più antico albero di Robinia di Parigi e d'Europa, piantato nel 1601 da Jean Robin in Place René Viviani. È sostenuto da tre pilastri in cemento - foto Wikipedia

La luna rossa, il vento, il tuo colore
di donna del Nord, la distesa di neve...
Il mio cuore è ormai su queste praterie,
in queste acque annuvolate dalle nebbie.
Ho dimenticato il mare, la grave
conchiglia soffiata dai pastori siciliani,
le cantilene dei carri lungo le strade
dove il carrubo trema nel fumo delle stoppie,
ho dimenticato il passo degli aironi e delle gru
nell'aria dei verdi altipiani
per le terre e i fiumi della Lombardia.
Ma l'uomo grida dovunque la sorte d'una patria.
Più nessuno mi porterà nel Sud.
Oh, il Sud è stanco di trascinare morti
in riva alle paludi di malaria,
è stanco di solitudine, stanco di catene,
è stanco nella sua bocca
delle bestemmie di tutte le razze
che hanno urlato morte con l'eco dei suoi pozzi,
che hanno bevuto il sangue del suo cuore.
Per questo i suoi fanciulli tornano sui monti,
costringono i cavalli sotto coltri di stelle,
mangiano fiori d'acacia lungo le piste
nuovamente rosse, ancora rosse, ancora rosse.
Più nessuno mi porterà nel Sud.
E questa sera carica d'inverno
è ancora nostra, e qui ripeto a te
il mio assurdo contrappunto
di dolcezze e di furori,
un lamento d'amore senza amore.

Salvatore Quasimodo

E' stata una delle prime specie del Nuovo Mondo ad essere introdotta in Europa. Arrivò nel 1601 dagli Stati Uniti d'America, al seguito del botanico francese Jean Robin, da cui prese il nome.

Fu importata dalla Francia come specie ornamentale e in Italia assunse una precisa funzione di specie consolidatrice di frane di superfici denudate dopo le alluvioni del Settecento. In quel tempo si era reso necessario contrastare rapidamente la diminuita funzionalità dei querceti e castagneti degradati a causa di eccessivi tagli e pascolamenti.

Fu accolta con entusiasmo dai contadini, perché cresceva in fretta e aveva mille utilizzi: pali, travi, legna da ardere, attrezzi agricoli, foraggio di soccorso, fascine per cuocere il pane e la calce...

In Piemonte la robinia ai primi del '900 rimpiazzò in parte il castagno, che perse via via importanza come albero da frutto e fu superato dalla gaggìa (altro nome della robinia) per la paleria e la qualità del legno.

A tutte queste qualità si devono aggiungere la facilità di coltura, il rapido sviluppo, la capacità di colonizzare in fretta terreni nudi, poveri e degradati e di consolidare quelli eccessivamente sciolti e incoerenti. E se non bastasse, è una pianta straordinariamente mellifera e non ha parassiti specifici. Tutto la rese benvoluta all'inizio, e non si badò al dettaglio della sua incredibile competitività: e dire che la vegetazione autoctona le oppose fin da subito scarsa resistenza.

Dopo la seconda guerra mondiale la robinia ebbe un'ulteriore espansione in Piemonte, supportata dall'indebolimento dei castagneti, colpiti dal cancro del castagno e dai tagli dei boschi, intensificati in guerra. Iniziò allora l'abbandono dei coltivi e dei pascoli in collina, che le ha lasciato campo libero su grandi spazi. Oggi è talmente presente dappertutto che sembra esserci sempre stata, difficile immaginare il paesaggio delle nostre campagne privo di questa pianta

"Nomina si nescit, perit et cognitio rerum"

("Se non conosci il nome, muore anche la conoscenza delle cose"), Linneo

Viene spesso chiamata impropriamente "Acacia" per le spine che, sempre in coppia alla base di ogni foglia, ricordano specie del genere Acacia. Del genere Robinia, che fa parte della famiglia delle Papillionacee, fanno parte una quindicina di specie arboree o arbustive, tutte originarie dell'America centrale e settentrionale.
Nel nostro Paese è nota con il nome di Robinia o Falsa Acacia. In Piemonte è detta Gaggìa, dal termine dialettale Gasìa .

Lungo le strade
del maggio fuggente,
i fiori d'acacia
adornano gli alberi
come palle di neve.

Pochi giorni soltanto
a ricordarci che il tempo
è come il vento che passa
di foglia in foglia,
di fiore in fiore...

E quel profumo sottile,
sulle scarpate ripide,
solo ai pochi rimane,
come ricordo fugace,
della stagione che viene

Stefano Tini

E' un albero che può raggiungere i 30 metri di altezza, a ramificazione irregolare, con il fusto generalmente suddiviso e chioma ampia e leggera, arrotondata. La corteccia dei rami giovani e dei polloni è bruno rossiccia, mentre sul fusto diventa grigiastra e rugosa, ed è attraversata da fessure longitudinali intrecciate, molto resistenti al fuoco. Le gemme, molto piccole, sono ben nascoste in cavità sotto la cicatrice fogliare e rivestite da peli, maestre di strategie per difendersi dai rigori invernali. Le foglie sono alterne e composte, imparipennate, molto caratteristiche con le loro numerose foglioline ovali o ellittiche. Le spine sono presenti soprattutto sui polloni nuovi ("Vincerà chi Dio vorrà, coraggio ai giovani!... scriveva Catullo) e i fiori, che rendono dolce l'aria di primavera con il loro profumo, sono raccolti in grappoli penduli: trasfigurano le campagne di maggio e di giugno, rendendole protagoniste di una sontuosa fiera del bianco. I frutti sono legumi scuri e piatti, il legno è molto duro e resistente, ricco di tannini, e le radici... non smentiscono la ragione per cui la robinia è arrivata da noi: dopo una prima fase di sviluppo in profondità, lunghe radici superficiali prendono il sopravvento sul fittone estendendosi in tutte le direzioni e producendo polloni con una tale facilità che pare di vederle crescere come alla moviola. E che dramma estirparle! Ricacciano sempre, senza arrendersi mai.

La vita è il fiore per il quale l'amore è il miele –

La vie est une fleur. L'amour en est le miel.

Victor Hugo

La presenza di numerose e ricche ghiandole nettarifere sui fiori, fa della robinia una delle più importanti specie mellifere. Oltre ad essere un dolcificante naturale, il miele di acacia ha proprietà energizzanti, ricostituenti, lassative, depuranti del fegato, contro il mal di gola e l'acidità di stomaco. La medicina tradizionale indiana, l'Ayurveda, gli riconosce inoltre proprietà antispasmodiche e lo consiglia insieme a limone e acqua calda come uno dei tre ingredienti della bevanda mattutina per riequilibrare i 3 dosha del corpo. E che dire dei fiori freschi, raccolti di primo mattino quando il profumo è più intenso, fritti in pastella? Dolci o salati, sono il miglior stuzzichino che possa offrire il mese di maggio, e sono buoni anche crudi, appena raccolti dall'albero spruzzati di rugiada. Meglio delle caramelle, parola di bambini!

 

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