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Il castoro. L'ingegnere della Natura

Potenti incisivi adatti a rosicchiare il legno, goffo in terra ma agile in acqua, operoso, laborioso e abile ingegnere idraulico.

  • Claudia Pezzetti
  • aprile 2012
  • Venerdì, 20 Aprile 2012

Potenti incisivi adatti a rosicchiare il legno, goffo in terra ma agile in acqua, operoso, laborioso e abile ingegnere idraulico. Ecco il ritratto del castoro, roditore che da sempre suscita simpatia in chi osserva le sue costruzioni dotate di cunicoli, camere con precise funzioni, ripostigli aggiuntivi e più ingressi subacquei, edificati nei fiumi. Un tempo, anche in Piemonte lungo i placidi corsi d'acqua orlati da foreste di latifoglie era possibile scorgere questi imponenti sbarramenti, cumuli di tronchi, sassi tenuti assieme da fango e muschi, costruiti dall'ingegno del castoro europeo (Castor fiber). La presenza del castoro fino agli albori del Seicento nella nostra penisola era forte: tra la terra e l'acqua, viveva immerso nei verdeggianti boschi lungo i torrenti, ma una caccia indiscriminata e crudele lo portò all'estinzione. Il roditore veniva perseguitato a causa della pelliccia usata per fabbricare abiti e cappelli e per il "castoreo", una sostanza oleosa secreta da alcune ghiandole, che secondo la tradizione dell'epoca si pensava avesse notevoli virtù terapeutiche. Il castoro appartiene alla famiglia Castoridae, diversificata nel passato ma drasticamente ridotto oggi. I primi rappresentanti della famiglia compaiono circa 30 milioni di anni fa in America e in Asia: a differenza dei castori attuali, avevano abitudini di vita fossoria e una dentatura adatta a scavare nel sottosuolo, dove realizzavano lunghi reticoli di tane elicoidali, curiosamente ritrovate anche allo stato fossile. L'incredibile diversificazione della famiglia avviene circa due milioni di anni fa, grazie al contesto ambientale favorevole: in questo periodo in Europa e in Nord America si sviluppano i castori giganti (fino a due metri e mezzo di lunghezza e quasi cento chili di peso!). La specie Castor praefiber, antenato del castoro attuale, compare in Italia circa 11 milioni di anni fa e si estingue due milioni e mezzo di anni fa. Castor fiber fa la sua comparsa in Europa circa 3 milioni di anni fa, diffondendosi anche in Italia. La sua presenza sul nostro territorio è documentata dai resti fossili ritrovati in parecchie regioni italiane: Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Lazio e Marche. In Piemonte la presenza è segnalata a Roaschia, in Valle Gesso nel cuneese, nei depositi della Grotta del Bandito, che hanno un'età compresa tra 66 mila e 30 mila anni fa. Attualmente, le uniche due specie viventi sono Castor fiber (il castoro europeo) e Castor canadensis (il castoro americano), entrambi con abitudini semiacquatiche. La differenza tra le due specie si apprezza dal colore del capo (più scuro nel castoro europeo) e dalla conformazione delle ossa nasali del cranio, che nel castoro americano sono più corte e arrotondate. Il castoro europeo è diffuso in Francia, Germania, nella penisola Scandinava, Polonia, Siberia e Mongolia ed è stato reintrodotto con successo in Svizzera sul Lago di Ginevra (dove l'ultimo era stato abbattuto agli albori del Settecento), e in Europa orientale. Il castoro canadese è presente tra l'Alaska e la penisola del Labrador, attraverso tutti gli Stati Uniti, con alcune colonie in Florida e in Messico. L'uomo ha introdotto il castoro canadese in Finlandia e in Austria, dove si è trovato a convivere con quello europeo. Però il "cugino" americano è più vorace e prolifico, e costituisce una minaccia per la specie autoctona. Il castoro è il più grande roditore presente in Europa: l'individuo adulto ha un peso variabile tra i 20 e 30 chilogrammi, è lungo tra 80 e 90 centimetri e alto 30, il corpo è tozzo nella parte anteriore e più sviluppato in quella posteriore; ha una coda larga, piatta e ricoperta di scaglie, lunga circa 15-20 centimetri, e viene usata come timone durante il nuoto, come sostegno quando si alza in piedi e, battuta sull'acqua, come segnale di avvertimento in caso di pericolo. Nonostante il corpo massiccio, in acqua il castoro si muove agilmente; le cinque dita delle zampe posteriori sono unite da una membrana per favorire il nuoto. Il colore della pelliccia varia dal marrone scuro fin quasi al nero, ed è impermeabile. Le narici e i condotti uditivi possono essere chiusi ermeticamente durante le immersioni. Il castoro è un animale prudente e schivo, attivo principalmente di notte. È vegetariano e d'estate si nutre di una grande varietà di piante, mentre d'inverno di rametti e cortecce preventivamente immagazzinate nei ripostigli del reticolo di cunicoli della sua capanna. Il suo cranio è robusto, ha dei potenti muscoli mascellari e come in tutti i roditori è privo di denti canini; gli incisivi sono a crescita continua e consumandosi rapidamente sulla superficie interna assumono la forma di uno scalpello affilato. Questi sono i denti più importanti del roditore, perché sono usati per rosicchiare la corteccia degli alberi con tronco di diametro compreso tra 5 e 20 cm, che adopera come materiale da costruzione. I castori formano coppie fisse e possono vivere sino a 20 anni; la stagione degli amori ha luogo in inverno e la femmina partorisce in primavera da due a quattro cuccioli, che restano almeno per un anno con i genitori. Sono animali sociali e nelle aree isolate dove il cibo è scarso la comunità di castori comprende molte famiglie. La caratteristica del castoro che tutti conoscono è la costruzione di opere elaborate e ingegnose. In condizioni ambientali sfavorevoli, come sul fiume Rodano e in Siberia, i castori si limitano a costruire delle tane interrate nei pressi degli argini dei fiumi, dotate di entrata subacquea. Costituite da un complesso reticolo di cunicoli che conducono a stanze con funzioni diverse e un'apertura sul soffitto assicura la necessaria aerazione. Più note sono le capanne dei castori, complessi ripari con tanto di stanze destinate ad usi specifici, gallerie di collegamento e ingressi subacquei. Le capanne hanno un'anticamera, una camera centrale di abitazione sopra il livello dell'acqua, con un pavimento asciutto e ricoperto da trucioli rosi sul posto, diversi ripostigli e due ingressi subacquei. In caso di piena del torrente, il castoro realizza un rifugio provvisorio d'emergenza sul tetto della capanna. La camera principale arriva fino a due metri e mezzo di larghezza e un metro di altezza. Di anno in anno la capanna viene rinnovata con i nuovi rami, erbe e muschi impastati con fango. Solo quando il bacino di fronte alla capanna si riempie di sedimenti, il castoro abbandona il rifugio, pronto a spostarsi in una nuova area da colonizzare. Per la costruzione di capanne e dighe al roditore servono tronchi molto grandi; per trasportali compiendo il minimo sforzo, ha ideato un sistema simile a quello usato dall'uomo: scava dei canali che successivamente vengono invasi dall'acqua e funzionano da collegamento tra la zona dove abbatte il tronco e l'area dove sorgerà la capanna. I grandi tronchi vengono così guidati sino alla zona dove sorgerà la struttura. Un'altra opera che ha reso famoso il castoro, è la costruzione di imponenti dighe utili ad aumentare la profondità dello specchio d'acqua antistante la capanna. Le strutture vengono costantemente tenute sotto controllo e ad una minima traccia di malfunzionamento, il castoro si precipita subito a riparare la falla. Spesso si osserva la costruzione di una diga più piccola, a monte della grande, che serve a far rifluire l'acqua contro la maggiore, riducendo la pressione idraulica su quest'ultima. Le dimensioni di questi sbarramenti sono notevoli, considerando le dimensioni del roditore: alte fino a un metro e mezzo e larghe circa tre alla base. Questi invasi "artificiali" creano danni notevoli provocando inondazioni di intere aree, e deviano il corso di fiumi e torrenti. Eppure, questi specchi d'acqua attirano pesci, anatidi e altri animali acquatici, creando oasi naturalistiche pregevoli e ricche di biodiversità. In Svizzera e Svezia la reintroduzione del castoro ha funzionato. Pensare di introdurre il roditore nei fiumi italiani è invece più problematico: secoli fa i corsi d'acqua erano più puliti e lungo la Pianura Padana c'erano molte foreste planiziali, oggi in parte disboscate per far spazio a industrie e campi coltivati. Inoltre, in molte parti d'Italia la nicchia ecologica del castoro è già stata occupata dalla nutria, un roditore importato dall'uomo, dal Sudamerica, alquanto prolifico e goloso.

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