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Cambio Pelle

Quotidianamente un uomo può perdere quasi un grammo di pelle: questo avviene perché le vecchie cellule epidermiche muoiono e vengono sostituite da quelle nuove, decine di migliaia di cellule al minuto.
Nel mondo animale il rinnovo dello strato più esterno del corpo è una cosa comune e, in base al gruppo animale osservato, il fenomeno si presenta diverso.

  • Testo e foto di Federico Crovetto
  • Gennaio 2023
  • Giovedì, 6 Aprile 2023
Cambio Pelle

Gli artropodi hanno uno "scheletro" esterno , chiamato esoscheletro (cuticola); questo durante la crescita inizia a stare stretto al nostro animale, così diventa necessario cambiarlo. Ma come avviene?

Grazie all'aiuto di un ormone viene prodotto un nuovo strato di "pelle" sotto quello vecchio che, come abbiamo già detto, è rigido. Lo strato sottostante di nuova formazione, invece, è ancora morbido e raggrinzito per potersi espandere poi successivamente. L'accumulo di aria e la contrazione dei muscoli favorirà la rottura dell'esoscheletro, di solito nella parte dorsale, permettendo così l'uscita dell'artropode e, grazie al contatto con l'aria, la nuova pelle inizierà a irrigidirsi, ritornando a proteggere l'animale. Nella fascia di tempo tra l'ecdisi (muta) e la solidificazione della nuova "pelle" l'artropode è molto delicato e così un bersaglio facile dei predatori.

Nei rettili il fenomeno è simile. I serpenti, per esempio, sono gli unici a perdere per intero la vecchia pelle, che prima di ciò diventa molto chiara, fenomeno dovuto al distaccamento dallo strato sottostante, mentre gli occhi diventano opachi e biancastri. Dopo la muta i colori torneranno ad essere brillanti e lo stesso vale per gli occhi.
Le lucertole invece fanno la muta un pezzo alla volta, favorendo il distaccamento attraverso l'attrito con i diversi substrati. A volte capita di vedere lucertole mangiare i residui della propria vecchia pelle, questo per recuperare delle sostanze nutritive contenute in essa, come il calcio.

Anche negli anfibi il fenomeno è presente, anche se sconosciuto dai più.
Questo perché la loro exuvia non è rigida come quella dei rettili bensì è molle, e viene subito consumata dal suo proprietario, non lasciando così alcuna prova. Di solito l'ecdisi parte dalla testa per finire poi con la coda (per chi ne è dotato) e, per favorirne il distaccamento, oltre allo sfregamento nell'ambiente circostante si aiutano con le zampe e, quando riescono ad accedervi, anche con la bocca. La frequenza della muta cambia in funzione della stagione e dell'età dell'individuo: più è giovane e più sarà frequente, più la stagione è favorevole e consente maggiore attività all'anfibio, più il fenomeno si verificherà spesso.

Pagina Instagram: @federico_crovetto

 

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