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Rana di lataste, in pericolo per clima e nemici alieni

 La difficile sopravvivenza della rana rossa, a cui un gambero (alieno) è solito mangiare le uova. 

  • Claudia Facchinetti
  • Maggio 2021
  • Mercoledì, 30 Giugno 2021
Foto Pexels Foto Pexels

 

La rana di Lataste (Rana latastei), endemica della Pianura Padana, fa parte delle cosiddette rane rosse, anfibi con una colorazione tipica bruno-ocra sul dorso. Questa specie, molto simile alla rana dalmatina, misura tra i 4,5 e i 7 cm ed è caratterizzata una macchia temporale-timpanica scura che le dà l'aspetto di un animale mascherato e un'altra banda scura sulla gola. Predilige l'ambiente forestale, in particolare il querceto misto di pianura e brughiere, con un ricco sottobosco e nei pressi di aree umide e risorgive, dove trova le condizioni ottimali per svolgere il suo ciclo vitale. Nei momenti più sfavorevoli, infatti, in inverno questa rana si rifugia sotto gli accumuli di foglie o in cavità del terreno.

Quando il clima cambia... l'acqua manca!

Un tempo diffuso in tutta la pianura padana fino alla fascia precollinare, questo anfibio ha subito un drastico declino a causa del mutamento delle condizioni ambientali che hanno ridotto luoghi adatti alla deposizione delle uova. La rana di lataste è, infatti, molto sensibile e poco tollerante alle variazioni di umidità tanto da venire considerata una specie bioindicatrice della buona qualità ambientale. Durante il periodo della riproduzione, quando il clima inizia a diventare più mite, questa specie, che ha abitudini molto terricole durante il resto dell'anno, si avvicina all'acqua dove depone centinaia di uova raggruppate in un ammasso gelatinoso. I girini nasceranno nel pieno della primavera e dopo circa tre mesi compiranno la metamorfosi. Tuttavia, senza l'ambiente giusto la deposizione delle uova non può avvenire.

Se il nemico è alieno

Secondo una recente ricerca dell'Università di Milano pubblicata nel 2020 su Nature Communications, le specie cosiddette aliene, predatrici, possono esercitare una forte selezione sulle popolazioni native più sensibili. In questo caso, il "nemico" della rana di lataste è stato identificato nel famigerato gambero rosso della Luisiana (Procambarus clarkii), importato in Italia a scopi alimentari e "sfuggito di mano" ai suoi allevatori. Una specie che ha ormai colonizzato tutti gli ambienti acquatici del nostro Paese, persino quelli altamente inquinati. Onnivoro e vorace, il gambero americano si nutre anche delle uova di anfibi come quelle della rana di lataste. Dagli studi effettuati su questa specie, prima e dopo l'invasione del crostaceo, è emerso che per sopravvivere i girini minacciati dal gambero erano costretti a svilupparsi più rapidamente rispetto a prima in quanto meno tempo in acqua garantiva una maggior possibilità di sopravvivenza al predatore. Tuttavia, questa accelerazione nella crescita ha conseguenze dannose sulla specie come dimensioni più piccole degli adulti, perché i girini hanno meno tempo di alimentarsi. e minore performance nel salto. È stato dimostrato, inoltre, che dopo un certo periodo, questi cambiamenti diventano irreversibili e perdurano indipendentemente o meno dalla presenza del gambero. Si attiverebbe, pertanto, una variazione fenotipica intraspecifica, con conseguenze complesse sulla forma fisica per tutta la vita.

Tanti progetti per aiutarla

In questi anni, in varie aree della Pianura Padana sono stati attivati numerosi progetti di rinaturalizzazione dell'ambiente per proteggere il futuro della rana di lataste, oggi inserita nella lista rossa dell'IUCN tra le specie minacciate di estinzione, e di altri esponenti della fauna minore. Altri interventi sono stati avviati proprio di recente. Tra questi, per esempio, la riqualifica in termini ecologici precisi e la salvaguardia dell'area umida Oasi "Le Margherite", nel comune di San Daniele Po, un habitat importante ed estremamente delicato. Regione Lombardia ha accolto il progetto nell'ambito del Programma regionale per interventi territoriali a salvaguardia della biodiversità – Life Gestire 2020, che porterà un concreto aiuto, si spera, sia a questa rana rossa sia alla tartaruga palustre Emys orbicularis.

Anche l'area umida Oasi Naturale San Francesco beneficerà dei fondi del Life Gestire 2020 per finanziare un progetto di realizzazione di pozze permanenti dove specie in pericolo come la rana di lataste e il tritone crestato potranno svolgere il loro ciclo biologico.

Nella Riserva naturale Monticchie di Somaglia, in provincia di Lodi, invece, i lavori per la realizzazione di nuovi habitat colonizzabili e protettivi per gli anfibi, come previsto dal Bando Anfibi 2019, sono terminati di recente. Tali interventi hanno interessato l'assetto dei fontanili con la creazione di una nuova pozza temporanea per la riproduzione della rana, il ripristino della profondità dei canali, il modellamento e protezione delle teste dei fontanili e la creazione di rifugi protettivi per gli esemplari. Anche in questo caso uno dei problemi principali era mantenere un volume d'acqua accettabile per la fase riproduttiva della specie.

In Piemonte

La rana di lataste è presente anche in Piemonte dove, però, ha una distribuzione frammentaria. Le popolazioni maggiormente abbondanti si trovano nel Bosco del Merlino (Caramagna CN), nella Lanca San Michele a Carmagnola (TO) e nei boschi nei pressi di Settimo Rottaro (TO). Proprio nella Riserva Naturale della Lanca di San Michele, lo scorso giugno sono stati reinseriti girini di questa specie nello stagno realizzato appositamente nell'ex alveo del torrente Meletta, come previsto nell'ambito degli interventi finanziati mediante il PSR 2014-2020 Operazione 4.4.3. ("Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità"). La liberazione dei girini, allevati in semi cattività, è stata realizzata seguendo le "Linee guida per l'immissione di specie faunistiche" redatte dal Ministero dell'Ambiente e da I.S.P.R.A. e vuole portare al ripopolamento della specie. L'obiettivo del progetto, come ha spiegato l'Ente parco, infatti, era proprio quello di aumentare il successo riproduttivo della specie, favorire l'inserimento delle nuove popolazioni e ridurre l'inbreeding, causato dai ripetuti incroci fra soggetti consanguinei.

Un altro progetto piemontese, che porterà benefici alla rana di lataste, ha interessato la Riserva naturale della Confluenza della Dora Baltea dove attorno al lago degli Aironi sono stati realizzati alcuni stagni attorniati da boschi e siepi che permettono a questo anfibio di avere a disposizione nuove aree per deporre le uova.

 

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