Stampa questa pagina

Farfalle in pericolo, attenzione a quelle due

Scopriamo queste due meravigliose specie di farfalla classificate come 'in pericolo' nella lista rossa dell'Iucn. Vivono ciascuna in pochissime location all'interno di una singola valle piemontese, la Valle Gesso la Papilio alexanor e la Val Susa la Polyommatus exuberans, e sono messe a rischio da fattori naturali e dall'assurda ingordigia dei collezionisti. Più le conosciamo e apprezziamo e più difficile sarà il loro bracconaggio

  • Franco Borgogno
  • Aprile 2021
  • Mercoledì, 14 Aprile 2021
Sulla sinistra, Polyommatus exuberans (foto F. Borgogno) e Papilio alexanor (foto A. Rivelli arch. EAM) Sulla sinistra, Polyommatus exuberans (foto F. Borgogno) e Papilio alexanor (foto A. Rivelli arch. EAM)

Non si conoscono e non si frequentano ma sono una coppia straordinaria, due gioielli assoluti della biodiversità in Piemonte: Papilio alexanor e Polyommatus exuberans, due meravigliose farfalle a forte rischio estinzione anche per l'assurda ingordigia dei collezionisti, vivono in aree molto ristrette nelle Alpi occidentali, in provincia di Cuneo (Papilio alexanor) e di Torino (Polyommatus exuberans, recentissime documentazioni anche di Papilio alexanor).

La primavera ci regala vita e colori in abbondanza e tra le meraviglie che risvegliandosi dal riposo invernale tornano ad animare le giornate ci sono proprio loro: le farfalle.

Sono da sempre considerate simboli: di bellezza estrema, eleganza, delicatezza, libertà, vita... Sin dall'antichità quella straordinaria e affascinate continua metamorfosi da uovo a bruco a pupa e adulto, la farfalla vera e propria, ha affascinato e ispirato gli esseri umani. Ma esse sono anche e soprattutto preziose indicatrici dello stato di salute dell'ambiente in cui vivono e, quindi, dell'ambiente in cui viviamo anche noi e svolgono un ruolo molto importante come impollinatori, favorendo la diversità genetica, e hanno una funzione fondamentale nella catena trofica come prede.

18 farfalle a rischio di estinzione in Italia

Ma come spesso accade, questo immenso valore culturale ed ecologico non trova sufficiente attenzione e tutela: 71 delle 576 specie di farfalle diurne europee è minacciato d'estinzione. Il 60% delle specie protette dalla Comunità Europea vive in Italia.

Delle 289 specie di farfalle esistenti in Italia, 18 sono a rischio di estinzione.

I colori, in migliaia di tonalità e disegni diversi, sono una delle caratteristiche più affascinanti delle farfalle. Ma nella Lista dell'IUCN hanno un significato diverso: rosso significa 'pericolo critico'; arancione significa 'in pericolo'; giallo significa 'vulnerabile'. No, non si tratta della distinzione delle aree a rischio per la pandemia. E' la modalità di classificazione delle specie a rischio dell'IUCN, l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e ha il valore di indicatore globale per lo stato di salute della biodiversità.

Da questa lista traiamo l'indicazione che 1 specie di farfalle in Italia è in lista 'rossa', 8 in quella 'arancio', 9 in quella 'gialla'.

Papilio alexanor e Polyommatus exuberans sono due delle otto comprese nella lista arancio, 'a rischio': due meravigliose e rarissime sopravvissute, ma per quanto tempo? Conosciamole meglio, impariamo ad apprezzarle e scopriamo i fattori di rischio per contribuire a preservale e con loro preservare un pezzo importante di biodiversità.

La Regina delle Marittime

Papilio alexanor la riconosciamo per una livrea spettacolare: colorazione di fondo gialla con fasce nere trasversali; nell'area terminale delle ali posteriori (dentate e con un codino) è presente una macchia rosso/arancione. La punta delle clavette in cui culminano le antenne è gialla: questo è uno degli elementi che la distingue dalla 'quasi sosia' Papilio machaon, molto più diffusa e frequente, che è anche leggermente più grande e ha un triangolo nero invece che giallo alla base dell'ala anteriore (VEDI FOTO). È di grandi dimensioni, con un'aperura alare che può andare dai 5.5 ai 7 cm. La femmina è leggermente più grande del maschio. Vola tra fine maggio e i primi di luglio. 
Papilio alexanor vive in un areale ristretto, meno di 5000 chilometri quadrati, in 5 località nelle Alpi Marittime e Liguri. Molto recentemente è stata documentata anche in alta Valle di Susa.

Papilio alexanor vive in un areale ristretto, meno di 5000 chilometri quadrati, in 5 località nelle Alpi Marittime e Liguri. Il numero di individui è ritenuto in continuo declino, soprattutto a causa di prelievi molto forti (illegali: le norme nazionali e internazionali vietano la raccolta e il commercio) per il collezionismo. Altre possibili minacce sono il pascolo ovino non controllato e la riforestazione non gestita.

La specie è stata descritta come nuova specie per la prima volta nel 1800 dall'entomologo tedesco Eugen Esper. Sono documentate anche osservazioni in Calabria e nella Sicilia etnea: quelli sono ritenuti individui migranti di provenienza balcanica. Nel mondo la specie è distribuita tra Croazia, Albania, Grecia, Turchia, Israele, Libano, Giordania, Iraq, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakhstan, Afghanistan, Tagikistan e Kirghizistan e parte ovest del Pakistan, fino a 3000 metri nell'areale più orientale.

Vive in ambienti rocciosi, pendii assolati e aridi con presenza di cardi e lavanda tra il livello del mare e – in Italia – fino ai 1300 metri.

Per tutelare al meglio questa splendida e rara farfalla, nel 2016 è stato inaugurato in Valle Gesso il 'Sentiero delle farfalle', uno splendido e facile percorso realizzato dal Parco delle Alpi Marittime (con finanziamento del WWF svizzero) nel comune di Valdieri, a valle della Riserva naturale Rocca San Giovanni-Saben, imponente massiccio calcareo dove si trova anche l'inconsueto (per le Alpi) ginepro fenicio. Il percorso parte dal Parco archeologico di Valdieri e prosegue verso l'area di una ex cava bonificata, dove si è creato nel tempo l'habitat ideale per Papilio alexanor. L'escursione è semplice e affascinante, circa mezzora di passeggiata: l'area è ricca di varie specie di farfalla oltre alla nostra eroina, e proseguendo (ottima pista ciclabile) si arriva alla frazione di Andonno e – sulla sponda opposta del Gesso - alle Grotte del Bandito, Riserva naturale, in cui furono ritrovati resti dell'antico orso delle caverne.

Piccola e unica al mondo

Mentre Papilio alexanor è presente in altre aree del Pianeta, Polyommatus exuberans è una specie strettamente endemica: esiste soltanto in Valle di Susa e forse – mancano conferme scientifiche - sulle pendici delle Alpi francesi confinanti. Per questo, trovarsi al suo cospetto, ammirarla nel volo di fiore in fiore emoziona ancora di più: siamo al cospetto di una rarità assoluta.

È stata descritta come specie per la prima volta dall'entomologo anglo-italiano Ruggero Verity nel 1926. Polyommatus exuberans è una piccola farfalla, con apertura alare da 2,8 a 3,3 cm, molto simile alla Polyommatus ripartii da cui si differenzia per le dimensioni leggermente inferiori, le ali anteriori meno appuntite e una colorazione lievemente più scura. Maschio e femmina sono molto simili, ma alla femmina manca la lanuggine sul dritto delle ali anteriori.

Vola da luglio ai primi di agosto

Ha una caratteristica banda trasversale bianco panna che taglia l'ala posteriore; il colore di fondo è marrone nocciola chiaro e le ali sono caratterizzate da 'occhi' diffusi soprattutto sulla parte esterna delle ali. Il retro delle ali è marrone più scuro e più uniforme.

Il dibattito accademico è ancora irrisolto: da alcuni studiosi, infatti, è considerata una sottospecie di Polyommatus ripartii, ma da altri si ribadisce la differenza per caratteristiche molecolari e nella morfologia esterna. Le conoscenze sulla biologia sono scarse. In ogni caso, è compresa come specie a sé stante nella Lista IUCN.

Polyommatus exuberans è oligofaga, ovvero si nutre di una ristretta varietà di alimenti, e vive in aree calde e secche, spesso radure tra bischi, con presenza di lavanda, da 500 a 1300 metri.

Questa splendida specie vive in un areale estremamente ristretto, sostanzialmente in due località diverse della Valle di Susa: una in bassa valle, l'altra in alta valle. In anni recenti è scomparsa da altre due località, sempre valsusine, in cui era stata documentata. È distribuita su un areale inferiore ai 5000 chilometri quadrati ma la zona effettivamente occupata ha una superficie inferiore ai 500 chilometri quadrati.

Anche in questo caso, la popolazione è in declino e la sua esistenza è seriamente messa a rischio dal prelievo per collezionismo. Per tutto ciò, sarebbe necessario e impellente un piano di gestione specifico: visto che la specie non è protetta a livello europeo, dovrebbe esserlo nazionalmente.

 

Potrebbe interessarti anche...

Le specie animali migratorie nel Mondo sono in declino e il rischio di estinzione globale è in a ...
Quando si parla di biodiversità e tutela di ecosistemi nella nostra regione difficilmente si pen ...
È il 7 novembre 2023 quando un comunicato stampa del Parco nazionale del Gran Paradiso conferma ...
E' arrivato in Piemonte nascosto in una pedana, prima nel Comune di Vaie, poi è stato accertato ...