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Il Camoscio Alpino, funambolo delle vette

Per riprendere un animale diffidente come un camoscio a breve distanza, il fotografo deve tenersi sottovento rispetto all'animale, rendersi il più possibile invisibile e limitare al massimo rumori e movimenti.

  • Testo e foto di Marco Gioviali
  • Dicembre
  • Giovedì, 7 Dicembre 2023
Il Camoscio Alpino, funambolo delle vette

E' novembre, la neve tarda a scendere in un clima sempre più anomalo ed imprevedibile.

Decido solo la sera prima di fare un'escursione in quota, senza particolari pretese ma portando come sempre la macchina fotografica... non si sa mai!

Dopo un paio d'ore senza avvistamenti mi prendo una pausa su un versante particolarmente acclive.

Qui dopo aver sorseggiato un po' d'acqua mi accorgo di essere a poche decine di metri da un gruppo di camosci che, per via del vento a mio favore e della particolarità del terreno (ondulato con sali e scendi), non mi avevano visto.

Mi acquatto al suolo e aspetto speranzoso che il gruppo di camosci si avvicini a me.

Oltre ogni previsione un giovane camoscio si avvicina pascolando fino a pochi metri, poi si ferma allarmato da una "strana presenza". L'unico, impercettibile movimento, è il dito indice che preme sullo scatto fotografico. Cerco di cadenzare anche il respiro in modo tale da rendermi invisibile. Nonostante ciò, dopo qualche attimo, il camoscio, conscio e preparato alla presenza di predatori, inizia a fischiare (segno di allarme) e a sbattere le zampe anteriori per creare un mio movimento, prima di dileguarsi tra le rocce spioventi.

 

Carta d'identità - Camoscio alpino

Nome Scientifico: Rupicapra rupicapra

Ordine: Artiodactyla

Famiglia: Bovidae

Curiosità: Il camoscio è lungo circa 120 cm e alto 70-80 cm, ha una testa corta con occhi piuttosto grandi, dorso dritto, corna sottili e ricurve all'estremità a forma di grosso uncino (nei maschi possono misurare dai 22 ai 30cm). Le corna nei maschi sono più robuste, hanno diametro maggiore, struttura più divergente e uncinatura più pronunciata. Il peso varia dai 25 ai 45kg.

Ha un olfatto finissimo, vista e udito molto acuti.

È straordinariamente agile e capace di spostarsi anche sui pendii più ripidi e disagevoli.

La durata media della vita va dai 15 ai 20 anni, raramente fino a 25..

Il camoscio si nutre prevalentemente di piante erbacee, in particolare di graminacee e leguminose. Durante la stagione invernale si nutre principalmente di foglie e ramoscelli di arbusti, aghi di piante resinose e licheni. In primavera e in estate si nutre principalmente di ramoscelli di graminacee, foglie e ramoscelli di arbusti.

Il periodo di riproduzione va da ottobre a dicembre e la gravidanza dura circa sei mesi.

 

Chi è Marco Gioviali

Nato a Pinerolo nel dicembre 1985 è stato "girovago" per lavoro, in missioni sia in Italia che all'estero. Oggi presta servizio nella sua città natale.

La passione per la fotografia è recente: è solo nell'estate del 2019, su "benevola pressione" degli amici Tom (Tomasi Giuseppe) ed Ezio (Ezio Giuliano), che acquista la sua prima macchina fotografica, ma fin da bambino nutriva curiosità per la natura e gli animali. E spesso, il sabato o la domenica mattina, alle prime luci dell'alba, importunava papà Massimo, mamma Fiorella e la sorella Simona per una scampagnata in Val Chisone o Val Pellice nella speranza di poter avvistare qualche animale selvatico.

Oggi è marito dell'amata Silvia e papà della splendida Alice, a cui spera di poter trasmettere la passione per la fauna e la natura.

Ex dipendente del glorioso Corpo Forestale dello Stato, Marco Gioviali ha potuto associare la passione per la natura e al compito della tutela partecipando a numerose attività investigative.

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