Legambiente ha celebrato la giornata del Camoscio Day, per ricordare il 29 luglio del 1991 quando un gruppo di ambientalisti abruzzesi e di cittadini appassionati iniziarono in percorso per salvare dall'estinzione il camoscio appenninico.
Quasi un secolo fa erano soltanto 30 gli esemplari rimasti in vita nell'areale che sarebbe poi diventato il Parco nazionale d'Abruzzo.
L'obiettivo che si erano proposti quei primi ambientalisti, e cioè di ripopolare l'Appennino centrale con almeno duemila camosci sulle montagne appenniniche oltre i 2000 metri d'altitudine, oggi è stato ampiamente raggiunto e anzi superato: Legambiente ha infatti anticipato i dati secondo cui la popolazione di ungulati ha sicuramente superato le 3mila unità.
Il camoscio appenninico è una sottospecie endemica italiana, si tratta cioè di un animale che si trova esclusivamente nel nostro Appennino e in nessun'altra parte del mondo. Per questa ragione il 29 luglio rappresenta un metodo di lavoro vincente che può essere replicato per salvare altre specie ancora oggi a rischio.