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Il Paesaggio come un libro aperto sul passato

La Serra di Ivrea è uno dei migliori esempi a livello europeo di cordone morenico di origine glaciale.

  • Monica Pieri Giuliano Canavese
  • giugno 2012
  • Martedì, 9 Settembre 2014

Esiste un luogo a pochi passi da Ivrea, dove ci si può fermare ad ammirare un insolito panorama e leggere il paesaggio come si legge un buon libro in un posto raccolto e silenzioso. Ogni scorcio è una pagina che ci racconta di vicende passate, di ciclopiche forze naturali e del paziente lavorio degli uomini. Questo luogo di suggestiva bellezza e di spiccata personalità è la Serra. Una grande muraglia naturale, con una cresta rettilinea ed affilata nella parte più prossima alle montagne (Andrate) e sdoppiata verso la pianura (Viverone); 15 km di estensione con un dislivello altitudinale compreso tra i 280 m della piana eporediese e gli 800 m della sua parte culminale. La cresta principale si pone al confine tra la Provincia di Torino e quella di Biella, come un terrazzo da cui ammirare due paesaggi lontani. Per dare una chiave di lettura a questa insolita veduta, a questa collina dalla forma così diversa dai nostri schemi mentali, non si può non allargare lo sguardo e contemplare con attenzione tutto il complesso di conformazioni geomorfologiche che dallo sbocco della Dora Baltea si estende verso la pianura: l'Anfiteatro Morenico di Ivrea (AMI), testimone e archivio di un pezzo di storia del nostro pianeta. L'Anfiteatro è stato edificato dal ghiacciaio Balteo, nel corso dell'ultimo milione di anni, durante il Quaternario: dopo aver percorso circa 120 chilometri si allargò nella pianura per altri 25 km, trasportando e abbandonando i detriti raccolti durante il suo viaggio e spostando una parte del suolo su cui avanzava. Alle varie pulsazioni glaciali corrispondono diversi depositi morenici, diversi cordoni. La Serra costituisce la morena laterale sinistra, depositata durante la glaciazione würmiana; nel suo versante biellese si allungano come cordoni regolari, le morene più antiche e più esterne (Gruppo San Michele-Borgo). Ancora più ad est, tra l'alta pianura biellese e le cerchie moreniche più esterne, si trova la riserva archeologica della Bessa, antica aurifodina di epoca romana legata allo sfruttamento dei giacimenti auriferi secondari (fluvio-glaciali). Tra la Serra ad est, i rilievi morenici più recenti (da 130mila a 10mila anni fa, cerchie del Gruppo Bollengo-Albiano) e l'abitato di Albiano ad ovest troviamo il Lago di Viverone (ZPS, zona di protezione speciale Rete Natura 2000). Di dimensioni inferiori, ma dotato di un particolare fascino è il lago di Bertignano. Entrambi i laghi sono residui post-glaciali. Nei pressi di Ivrea troviamo una serie di laghi intermorenici di escavazione glaciale (lago Nero, Pistono, Sirio, Campagna), ricchi di ambienti particolari come le torbiere, dove l'economia locale ha trovato in passato terreno fertile per mettere radici. La Serra e i Laghi di Ivrea sono classificati come SIC (Siti di Importanza Comunitaria – Rete Natura 2000) Il fianco destro dell'anfiteatro morenico si presenta come una serie irregolare di cordoni morenici sinuosi e discontinui. Dai punti panoramici si ha la possibilità di vedere l'anfiteatro morenico nella sua articolata varietà, e il paesaggio, se osservato con attenzione, permette di interpretare le forme geomorfologiche e immaginarsi i grandi eventi legati alla discesa del ghiacciaio Balteo: un vero salto nel passato! Nella parte nord dell'Anfiteatro Morenico, troviamo i colli dioritici di Ivrea, formati da rocce che si trovano usualmente a grande profondità e che il ghiacciaio ha modellato, dando loro forme arrotondate, spesso quasi perfettamente levigate, sulle quali sono evidenti i solchi lasciati dal movimento del ghiaccio. Queste rocce sono visibili soprattutto a Chiaverano, nei pressi della chiesetta medioevale di Santo Stefano, che costituisce un altro notevole punto panoramico sull'Anfiteatro Morenico. Infine, anche l'area pianeggiante interna all'Anfiteatro è di particolare interesse per il turista in quanto, volgendo lo sguardo attorno, essa consente di avere una visione complessiva dei rilievi collinari che, come le valve di una conchiglia, delimitano l'Anfiteatro Morenico di Ivrea. Ma l'interesse del turista può essere sollecitato oltre che dalle ricchezze naturalistiche e paesaggistiche di quest'area, anche dalle ricchezze culturali che essa possiede: piccoli musei, antiche chiese romaniche, castelli, evidenze della millenaria fatica dell'uomo nelle centinaia di km di terrazzamenti sparsi sulle colline moreniche, tracce della presenza di Olivetti. Frammenti di storia La Serra custodisce alcuni capolavori dell'architettura romanica. Particolarmente suggestiva è la Chiesa di San Secondo a Magnano (prima metà del sec. XI) di cui si ipotizza una fondazione benedettina. Attorno ad essa sorse il paese di Magnano. Sempre di epoca romana sono il Campanile di San Martino a Bollengo e l'antica chiesa romanica di S. Stefano a Chiaverano, custode di affreschi dell' Xl secolo e circondata da un orto botanico di erbe officinali e aromatiche. Da non perdere il ricetto di Magnano, sorto nel 1204 come borgo franco: è un tipico impianto architettonico di natura difensiva e popolare, è posto sulla parte alta del paese (crinale di una collina) ed è caratterizzato da cellule edilizie a due piani e da strade di accesso lunghe e strette. Singolare anche la frazione Vermogno di Zubiena, con la sua struttura di borgo medioevale da cui si dipartono molte stradine che conservano intatte memorie di antiche genti. Serra: natura silenziosa La lettura a grande scala che l'anfiteatro morenico di Ivrea ci permette di sperimentare, viene rivissuta in scala minore attraverso una passeggiata sulla Serra. I cordoni che troviamo costantemente lungo il nostro cammino, e che ci rimandano ogni volta al ricordo delle pulsazioni glaciali, separano piccole valli che spesso ospitano aree umide in fase di interramento. Gli stagni intermorenici caratterizzati dalla vegetazione naturale sono gli elementi ecologici di maggior rilievo presenti sulla Serra. Ne sono un esempio lo stagno presso la Torre della Bastia e il laghetto di Prè. Regno di salamandre e tritoni, nel periodo primaverile diventano luogo di ritrovo dei rospi per la deposizione delle uova. Proprio la presenza di fitocenosi particolarmente interessanti legate agli ambienti umidi e la presenza di una ricca erpetofauna (ben 6 specie di rettili e almeno 7 anfibi) oltre al rilevante aspetto paesaggistico e geomorfologico hanno portato alla istituzione del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) della Serra. Per quanto riguarda gli anfibi, rivestono un grande interesse regionale le popolazioni di tritone crestato italiano (Triturus carnifex) e di tritone punteggiato (T. vulgaris meridionalis). Di rilievo è anche la presenza di due specie ittiche protette: il vairone (Leuciscus souffia) e la lampreda di Zanandrea (Lethenteron zanandreai), quest'ultima ormai a rischio di estinzione in Piemonte. Tra gli insetti sono segnalate 50 specie di lepidotteri di cui tre di interesse comunitario, citate negli Allegati della Direttiva "Habitat": la licena delle risaie (Lycaena dispar), la falena tigrata (Euplagia quadripunctaria) e la splendida polissena (Zerynthia polyxena); ancora presenti con un'abbondante popolazione il Podalirio (Iphiclides podalirius) e il Macaone (Papilio machaon). Inoltre, tra gli invertebrati, sono state rilevate alcune stazioni di gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) e risultano finora presenti 13 specie di odonati tra cui alcune poco comuni, come Aeshna affinis. Significativa la presenza di molti mammiferi (caprioli, tassi, volpi, faine, donnole, ricci, qualche cervo di passaggio) e uccelli (poiane, sparvieri, falco pecchiaiolo, rapaci notturni, varie specie di picchi, upupa, succiacapre, averla piccola). Il S.I.C.della Serra si estende per 4.145 ettari ed è ricoperto per circa tre quarti da boschi di latifoglie, costituiti prevalentemente da castagneti (Castanea sativa) e in misura minore, da quercocarpineti, acero-tiglio-frassineti, alneti e piccoli nuclei di cerrete e querceti. I terreni sono superficiali, acidi, asciutti e pertanto il castagno forma un bosco aperto e poco stratificato, povero dal punto di vista floristico. Nelle aree un tempo pascolate e/o incendiate troviamo betulle (Betula pendula), ginestre (Cytisus scoparius) e Pteridium aquilinum; talvolta l'ambiente sfuma verso le lande acidofile e i cespuglieti con Calluna vulgaris, Genista germanica e Genista pilosa. Nelle aree più pianeggianti poste sul crinale tra i 600 e gli 800 metri diventa dominante il cerro (Quercus cerris). Alternati alla vegetazione forestale si trovano superfici a prato e prato-pascoli, testimonianze della diffusa pratica agricola e zootecnica di un tempo; solo la viticoltura rimane ancora abbastanza diffusa, sebbene ormai localizzata sui versanti più favorevoli. Le specie floristiche più rare si trovano in particolare nelle formazioni delle zone umide e in quelle xerofile delle rupi. Sono altresì habitat di importanza comunitaria le comunità vegetali sommerse e galleggianti di laghi e stagni eutrofici e le comunità vegetali anfibie e annuali dei margini di acque ferme, cenosi costituite da numerose specie vegetali rare o di interesse conservazionistico. Tra queste è di rilievo la presenza di Eleocharis carniolica e Lindernia procumbens, in forte pericolo di estinzione; tra la flora degli ambienti umidi si segnalano anche diverse specie incluse nella Lista Rossa regionale del Piemonte: Peplis portula, Ludwigia palustris, Juncus bulbosus e Scutellaria minor; sono state censite nel sito le rare felci Blechnum spicant e Osmunda regalis e infine si ricorda Epimedium alpinum, specie orientale che trova qui il suo limite occidentale di diffusione.

LE GIORNATE DELLA SERRA Le Giornate della Serra sono un evento nato dall' iniziativa di un gruppo di Comuni dei due versanti, biellese e canavesano, che mira a mettere in gioco la Serra, porzione più evidente e più suggestiva dell'Anfiteatro Morenico di Ivrea, come un potenziale punto di attrazione nei confronti del turismo ambientale ed ecosostenibile. La manifestazione che si propone come strumento di stimolo alla valorizzazione di questo territorio, con momenti di ricreazione e di intrattenimento musicale di qualità, ma anche di riflessione sulle prospettive di sviluppo economico e culturale della Serra. Una "fiera" mirata alla conoscenza, nei nostri confini e oltre, dei prodotti e delle ricchezze paesaggistiche di un territorio non sufficientemente apprezzato. L'appuntamento è a Chiaverano l'ultimo weekend di luglio.

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