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Mamma, ho perso la Natura!

La natura e il parco visti dagli occhi dei bambini.

  • Cristina Insalaco
  • Agosto/Settembre 2012
  • Venerdì, 31 Agosto 2012


4^A Scuola elementare Roncalli di Settimo Torinese La natura? «È un luogo naturale, una meraviglia». Il parco? «Un prato in cui ci si può divertire». «Io in Cina non ho mai visto parchi», risponde un bambino cinese. Gli studenti della 4^A della scuola elementare Roncalli di Settimo Torinese amano la natura perché possono giocare all'aria aperta, liberi. In molti vanno in bicicletta alla Mandria, Cristian corre al Valentino con il monopattino. «Io nel prato mi esercito a fare le ruote», racconta Miriam. «A me piace scavare nella terra», risponde un altro bambino. Di animali, dopo numerose gite a Torino e provincia, dicono conoscerne molti: aironi, nutrie, cigni, serpenti, stambecchi. Sanno che nei parchi non si può cacciare, «non si può urlare, pescare, accendere il fuoco, non si possono buttare lattine e sigarette per terra», dicono. Il compito del guardiaparco è quello di controllare la salute delle piante e bloccare i disboscamenti, di condurre i turisti alla scoperta di nuovi sentieri e animali. «Il guardiaparco fa le multe a chi ruba – spiega la classe -, con il binocolo guarda gli animali e allontana i cacciatori». Poi, pensando ai posti in cui sono stati, cercano di afferrare dai ricordi quegli stessi odori dei parchi: «L'erba aveva un odore un po' amaro – dice una bambina -, l'acqua un profumo umido».

Come guardano il mondo i più piccoli? L'abbiamo chiesto alla 5^A della scuola elementare Roncalli di Settimo Torinese. Per loro la natura è tutta bellezza. «È qualcosa di magico, è la nostra casa, la nostra vita», rispondono i venticinque alunni. «È la parte rigogliosa della terra che completa il mondo, sono gli esseri viventi e non viventi». Come sarebbe la vita senza natura? «Triste, perché non esisterebbero i colori». Il giallo acceso dei girasoli, il bianco della neve, le sfumature dell'arcobaleno. E aggiungono: «Non ci sarebbe l'ossigeno per respirare, l'acqua da bere e neppure il grano per preparare il pane». Gli erbivori senza cibo morirebbero, e forse non si partirebbe neanche per le vacanze: «Senza mare dovremmo andare a scuola pure ad agosto?», scherza un bambino. «La natura dà gioia, è l'unico modo di rallegrare le persone in difficoltà». Tra le risposte si è parlato anche di Dio. «Per me la natura è un dono prezioso che Dio ci ha fatto. Quando sono in mezzo alle piante e ai fiori mi sento libera e felice come un angelo nel cielo». E un altro bambino: «Se noi strappiamo i fiori e l'erba, facciamo morire anche noi stessi». Per molti la natura non ha confini: «La vediamo dappertutto, quindi è infinita». La 5^A si è poi lanciata nelle descrizioni. «Io vedo un mondo incantato tutto verde, dove non c'è smog, crescono i frutti, gli animali vivono liberi e la caccia non esiste». «La sua bellezza è indescrivibile – dice una bambina -, è come essere in un paradiso infinito pieno di piante, cespugli, arbusti e tanti fiori che riempiono tutto». Il rispetto per il verde l'hanno imparato a scuola e in famiglia: «La terra non è solo mia, ma di tutti. Per questo la dobbiamo rispettare. Non va distrutta, inquinata e maltrattata». È un regalo. «Se la inquini significa che non sei degno di questo regalo - commentano convinti -, bisogna tenerla pulita, senza sputare per terra». A qualcuno già interessa l'esplorazione: «Ci sono sempre nuove cose da scoprire, non fai in tempo a guardare un fiore, che ne vedi già un altro». È una classe che di gite al parco ne ha già fatte parecchie. Sono stati alla Mandria, al Valentino, al Parco Pertini e al Parco Mezzaluna di Settimo Torinese. E di animali ne conoscono più di quanto uno possa immaginare. «Abbiamo visto lepri, picchi, ramarri, tartarughe, nutrie, blatte». Ma anche «Scolopendre, gamberi di fiume, lucci, salamandre, trote e pesciolini d'argento», aggiungono entusiasti Cora e Diego. E il parco che cos'è? Un sinonimo di libertà. «Un posto pieno di erba e alberi, dove tutti giocano con gli animali. C'è pace e tranquillità», risponde Giulia. «Un'area protetta dove gli animali vivono al sicuro», continua Gaia. Quando pensano al parco immaginano distese di rose, tulipani e margherite, fiumi, alberi e piccoli laghi. «Nei parchi non si può cacciare», gridano in coro. «I carnivori mangiano gli erbivori: è la legge della natura». Il mestiere del guardiaparco Fabio lo spiega così: «Un signore che controlla il parco e protegge gli animali dai bracconieri». Si sposta sempre con i cani, con un binocolo attaccato al collo, un fucile per addormentare gli animali e una pistola per impaurire i cacciatori. La notte, raccontano, dorme in una casetta di legno avvolta dagli alberi. «Quando sarò grande – sorride Fabio -, voglio diventare un guardiaparco».

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