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In campo per le gru

A due passi da Torino, si è da poco concluso un primo "campo gru" finalizzato a ossevare e conoscere questa affascinante specie migratoria in transito sul cielo piemontese.

  • Daniele Reteuna
  • Febbraio 2016
  • Martedì, 23 Febbraio 2016
In campo per le gru

Nell'infinito vortice dell'evoluzione, duecento anni di bonifiche sono un attimo! Memorie di migliaia di generazioni di gru sono racchiuse e impresse nel DNA di ogni singolo individuo che sorvola i campi del Borgarino. Diviene così istintivo, dopo lunghe ore di volo, abbassare le zampe e concedersi una meritata sosta.

Da ormai vent'anni l'Associazione naturalistica "Le Gru – Lago Borgarino - Laghi di Caselette" lavora per la trasformazione di questi campi agricoli in aree umide. Dopo anni di studi sulla migrazione post produttiva della gru (Grus grus), l'autunno 2015 ha dato il via al primo "campo gru" organizzato e finanziato dall'Associazione. Il campo non è in un'area remota del pianeta, ma presso il Lago Borgarino (San Gillio), a pochi chilometri da Torino, eppure le emozioni non sono di certo mancate!

Sui prati divenuti oggetto della sperimentazione sul campo, sono stati posizionati una tenda e un gazebo adibito a cucina. Dal 25 ottobre al 27 novembre 2015 sono state dedicate all'osservazione 410 ore con turni decisamente "pesanti", soprattutto durante le gelide notti.
Sul campo, oltre a 1100 gru osservate in transito diurno, ne sono state sentite centinaia durante le notti adatte alla migrazione. In tutto il Piemonte ne sono state segnalate almeno altre 1700.
Sono state inoltre osservate 86 specie di uccelli di cui 5536 migratori attivi.

Le gru sono transitate in stormi più o meno numerosi, formati da pochi individui fino ad alcune centinaia, durante tutta la durata dell'alta pressione centrata sull'Europa, con una breve interruzione del flusso migratorio in concomitanza di forti venti contrari da nord ovest, fino alla metà di dicembre.

Quest'anno il fronte freddo proveniente da nord est europeo è arrivato sulle pianure del centro Europa in ritardo di due mesi, "spazzando" via la maggior parte delle gru ancora presenti. Lo dimostrano le 1500 gru osservate in transito sul Borgarino tra il 30 dicembre 2015 e il 14 gennaio 2016, oltre ad altre 2mila segnalate in Piemonte.

Pochi giorni trascorsi alla ricerca di cibo e, a fine febbraio, ogni gru "riattiva" il senso migratorio. Quando il libeccio alza le prime penne, i colli si allungano all'unisono, le ali si dispiegano e le zampe si staccano dal suolo: e si vola via!
Con il naso all'insù si possono vedere solo nuvole minacciose, ma nel silenzio della notte richiami di gru, sempre più vicini, poi sempre più lontani, segnano l'anima. È l'eterno viaggio migratorio.

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