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Sui lupi nel Torinese e sull'informazione naturalistica

Riceviamo, e volentieri condividiamo, alcune riflessioni giunte dall'Ente parco del Po della Collina torinese in merito al 'presunto' avvistamento di lupi avvenuto, pochi giorni dopo Natale, a Settimo torinese.

  • di Emanuela Celona
  • Gennaio 2015
  • Venerdì, 8 Gennaio 2016
Sui lupi nel Torinese e sull'informazione naturalistica

Il titolo diceva "Avvistato un branco di lupi alle porte di Settimo torinese" e il video è stato pubblicato sulle pagine del quotidiano La Stampa.

Però, in merito alla effettiva specie degli animali ripresi, l'Ente parco precisa che "il comportamento di questi tre canidi molto, troppo, confidenti con chi li seguiva, l'assenza di atteggiamenti comportamentali cosiddetti in etologia di sottomissione e di altre relazioni inter gruppo (fra i tre individui non ci sono rapporti che testimoniano la presenza di un individuo dominante, cosiddetto alpha, fra di loro perché nessuno si avvicina all'altro ponendosi in sottomissione con la coda fra le gambe), il portamento troppo lento e sicuro (il lupo ha movimenti più repentini e a scatti, più guardinghi), oltre a una corporatura troppo sana in fatto di peso edì infine i fatti climatici generali recenti che non giustificano una discesa dalle Alpi sulla pianura di individui di lupi" sono tutti elementi cheportano a concludere che si è trattato di un gruppetto di esemplari di una razza allevata, probabilmente di Lupi cecoslovacchi. Tale deduzione è stata condivisa dal parco con uno dei rilevatori ufficiali del Progetto Lupo, Gabriele Cristiani, esperto osservatore dei lupi fra Liguria e Piemonte.

Dunque, probabilmente, non si è trattato di un "branco" di lupi (della specie Canis lupus) e soprattutto è stato pubblicato "imprudenzialmente" un video che - diventato virale in poco tempo - ha creato un ingiustificato allarme mentre avrebbe dovuto "essere più accuratamente verificato".

Sappiamo che la cultura ambientale, purtroppo, scarseggia nella nostra Regione - e oseremmo dire - in tutto il nostro Paese. "Occorre infatti in tutti i nostri atteggiamenti verso la fauna - si legge nella nota stampa dell'Ente parco - non rispondere con approcci dettati dall'emozione ma da una cultura naturalistica e ambientale che purtroppo spesso manca a causa della scarsa conoscenza delle scienze naturali... E che occorre dire i media, a scala nazionale, non sempre agevolano, favoriscono e assecondano. Occorre fare attenzione a dare nomi a un animale o a una pianta senza sapere esattamente di cosa stiamo parlando: è noto che il livello scarso di conoscenza di specie viventi molto più facili da riconoscere, come gli alberi, sia ad esempio molto diffusa. Quanti sanno dare i nomi ai nostri alberi senza confondere i Pini dagli Abeti o, peggio ancora, dai Cedri? Ben pochi. Così non è in altre culture europee o anche italiane, come ad esempio in quelle altoatesine. La natura sta sempre di più avvicinandosi alle nostre abitazioni: lungo il Po specie di uccelli in migrazione arricchiscono la vista dei cieli torinesi, o sulla collina rari esemplari di Picchio nero stanno ripopolando i versanti boscati della collina. Queste notizie, che ci parlano di un ambiente che sta riprendendo un suo equilibrio, devono spingerci nello stesso tempo a imparare di più sulla natura, senza cedere a atteggiamenti superficiali o dettati da approcci, peggio, scandalistici o emozionali".

Eppure occasioni per avvicinarsi di più alla conoscenza del mondo animale non mancano, e sul lupo in modo particolare, a partire dagli speciali "Info Lupo" pubblicati da Piemonte Parchi  qualche tempo fa, per arrivare alla nutrita quantità di materiale presente sul sito del Progetto Lupo: materiale a disposizione di tutti coloro che vogliono concoscere, approfondire e documentarsi su questa importante specie protetta della fauna italiana. 

Anche la rivista Le Scienze dedicherà, il prossimo mese di febbraio, un approfondimento alla 'disinformazione' in generale, e a quella scientifica in particolare, "a dispetto dell'enorme massa di notizie a cui si può accedere online", si legge nell'articolo. Tale conclusione deriva da uno studio, condotto da un gruppo di ricercatori dell'IMT Alti Studi di Lucca che, in un articolo pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Sciences", analizzano la diffusione delle notizie soprattutto tramite i social media, "scoprendo che il bassissimo livello di intermediazione nell'accesso alle informazioni facilita lo sviluppo di fenomeni virali in cui trovano ampio spazio numerose voci non confermate".

"Il gruppo di ricercatori ha analizzato le pagine di Facebook, concentrandosi sui meccanismi di diffusione di due tipi di notizie: quelle scientifiche e quelle che fanno capo a teorie complittiste di vario tipo, oppure notizie che non hanno fondamento scientifico, ma invece sono presentate come tali, per esempio la teoria delle scie chimiche, le false notizie sul legame fra vaccini e autismo, o la notizia secondo cui un'esercitazione militare sul suolo americano denominata "Jade Helm 15" sarebbe stata in realtà un tentativo di colpo di Stato ordito dall'amministrazione Obama. La notizia ha avuto un'eco tale da indurre il governatore del Texas ad allertare la guardia nazionale".

Ciò che si evince dalla ricerca è che gli utenti, in generale, sono portati a condividere un'informazione che confermi un'idea di cui si è già convinti. Così nascono gruppi di discussione che tendono a ignorare ogni idea o ipotesi contraria, e la notizia di partenza diventa virale. Ma non è questa una buona e corretta informazione.

Ma tornando ai nostri lupi, e al nostro branco... Che sia 'ancora' tra noi, oggi,  chi ha paura del lupo cattivo? Tutto può essere. Certo è che Cappuccetto Rosso è una favola, molto, anzi troppo (!) antica per definirla attuale.

 

 

 

 

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