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Mauro Pianta, giornalista dal cuore gentile

Il nostro commosso ricordo di Mauro Pianta, un collega che il mondo dei parchi ricorda, sempre e con tutti, dai modi gentili

  • Emanuela Celona
  • Aprile 2018
  • Venerdì, 6 Aprile 2018
Mauro Pianta, giornalista dal cuore gentile

 

 

Sulla mia scrivania è rimasto un appunto: "Dire a Mauro del Gran Paradiso e della riapertura dell'osteria 'I Bateur' alle Marittime".

Da questo mese di aprile, Mauro Pianta - il nostro collega deceduto improvvisamente lo scorso 4 aprile - sarebbe dovuto rientrare in redazione a tempo pieno. Avevamo dei progetti editoriali, a partire dalla sua proposta di intervistare personaggi 'famosi' del Piemonte, e ritrarli nel loro rapporto con la natura. "Almeno ci provo, Manu", mi aveva detto. "Perché io non ho la tua stessa passione per l'ambiente e la natura...". Purtroppo, non mi ha lasciato il tempo per condividerla, ma penso che avremmo potuto trovarla, insieme.

Uno dei primi lavori che Mauro seguì per i parchi fu la comunicazione del Progetto Lupo della Regione Piemonte. Ci presentò l'allora dirigente del settore Pianificazione delle Aree protette, Ermanno De Biaggi, come era solito fare: 'Da oggi starà con noi per darci una mano'. Non ricordo esattamente l'anno, probabilmente sul finire degli Anni '90, ed è proprio in questi giorni in cui Mauro è venuto a mancare che mi sono resa conto da quanto tempo ci conoscessimo.

Eravamo entrati in contatto in Regione Piemonte, al tempo in cui lui era addetto stampa dell'assessore alla cultura Giampiero Leo, durante la Giunta Ghigo, mentre io consulente della comunicazione nel Laboratorio Ecomusei. La promozione degli appuntamenti culturali erano le sporadiche occasioni per sentirci.

Piemonte Parchi, invece, è stata 'quell'isola felice' che ci ha fatto davvero incontrare.
Assunti entrambi nell'ente regionale, in periodi e circostanze diverse, la rivista ha unito i nostri destini professionali e ci ha permesso di condividere la passione comune per il giornalismo.
Entrambi, ci eravamo proposti per dirigerla nel 2011, quando il cambio di giunta impose una variazione nella direzione responsabile della rivista. Ma non in un'ottica competitiva, semmai di collaborazione. La scelta della Regione, comunque, non ricadde su nessuno di noi due. 

La sua vera aspirazione era lavorare per una testata 'importante': non ha mai smesso, infatti, di scrivere per più giornali, per i quali amava scovare 'personaggi curiosi' di cui raccontare le storie.
Anche nella nostra piccola redazione, con cui non ha mai smesso di collaborare, preferiva occuparsi di persone che avessero qualcosa di particolare che li connottasse, come la storia di Huw, esploratore appassionato di natura e umanità , o di Claudia Chiappino, la donna delle miniere abbandonate, o ancora di Francesca Marucco, una donna fra i lupi: fu uno dei primi giornalisti a intervistarla prima della sua ormai affermata notorietà.
Gli ultimi pezzi scritti per noi, particolarmente apprezzati, quelli su Carrega Ligure e sul Parco del Nebrodi.

Alcune storie raccontate su Piemonte Parchi che portano la sua firma sono diventate spunti da approfondire anche per altri giornali, di rilievo nazionale.

Nella nostra redazione ha trascorso lunghi periodi di part-time, perché impegnato con dedizione e tenacia in una 'altra vita' di free-lance, però c'è sempre stato: per giocare con le parole di un titolo che non veniva, per decidere se una notizia era da approfondire, per l'invio puntuale della newsletter che lui spediva ogni settimana a più di 7mila iscritti. Nella nostra sede precedente, in via Nizza a Torino, abbiamo condiviso lo stesso ufficio per anni. Quello con le pareti tappezzate dalle copertine di Piemonte Parchi. Più di una volta abbiamo commentato con soddisfazione di lavorare nell'ufficio più bello e accogliente del palazzo...

I messaggi di cordoglio arrivati in questi giorni nella nostra Redazione da collaboratori con cui ha lavorato, persone che lo hanno conosciuto, ma soprattutto dai Colleghi dei parchi con cui si trovava spesso in contatto, lo hanno descritto come una persona per bene, che si conosceva poco, ma sempre molto gentile.

Ed è questo il ricordo che ci porteremo anche noi nel cuore.

 

La nostra Redazione è vicina alla moglie Silvia e ai figli Giulia e Marcolino.

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