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Benvenuti al Potager Royal, l'orto dei re

Il 16 aprile 2011 è stata inaugurata a Venaria Reale la più grande aula didattica all'aperto d'Italia. Uno spazio unico dove conciliare storia, estetica, educazione ambientale e gastronomia.

  • Mariano Salvatore
  • ottobre 2011
  • Mercoledì, 5 Ottobre 2011

16 aprile 2011, a un mese esatto dall'inizio delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, la Reggia di Venaria Reale ha inaugurato il più grande Potager Royal d'Italia. Ultimo tassello del lungo lavoro di recupero e restauro che ha interessato dal 1996 ad oggi il complesso monumentale della Reggia di Venaria Reale. 10 ettari, 1500 alberi da frutta, 3 anni di lavoro per realizzarlo. Questi sono alcuni dei numeri che contraddistinguono un progetto ambizioso, soprattutto in tempi di recessione, dove cultura, ambiente ed educazione rappresentano settori sempre più trascurati. La storia della Reggia di Venaria Reale è complessa e travagliata. Residenza di caccia della monarchia sabauda per poco meno di un secolo, venne abbandonata alla fine del '700 per poi essere convertita in caserma, dove per tutto l'Ottocento e parte del Novecento ospitò i reggimenti d'artiglieria che ebbero un ruolo di primo piano nelle guerre di indipendenza risorgimentali italiane. Cadde in seguito in un lungo periodo di oblio e decadenza. Basti pensare che durante il boom edilizio degli anni '60 le condizioni strutturali del complesso erano tali che si corse addirittura il rischio di perderla per sempre: una proposta scellerata prevedeva l'abbattimento a colpi di dinamite per far posto ad anonimi condomini popolari. Fortunatamente i politici dell'epoca non intrapresero la strada della demolizione e, di fatto, si dimenticarono per circa venti anni dell'antico simbolo cittadino. Otto anni di attenti restauri e la Reggia è letteralmente risorta dalle ceneri. Riemerge la Reggia con l'imponente galleria di Diana, la cappella di S. Uberto, la corte d'onore con la suggestiva Fontana del Cervo e gli 80 ettari di giardini, in parte recuperati sul disegno originale e in parte reinterpretati in chiave contemporanea. Il "Giardino delle sculture fluide" dell'artista cuneese Giuseppe Penone ne è l'esempio più significativo. Si arriva così al 2011, anno importante per l'Italia e il Piemonte, perché si celebrano i 150 anni dell'unità nazionale. La Reggia è ormai diventata tappa obbligata dei tour turistici e vuole regalare ai numerosi visitatori un nuovo punto di attrazione, importante per la lettura storico paesaggistica del complesso: il Potager Royal. Orti, frutteti, profumate aiuole di erbe aromatiche riprendono posto all'interno del complesso monumentale, affiancati dai lunghi viali alberati e incorniciati dal profilo aguzzo delle Alpi. I Potager Royal componevano in origine (XVI e XVII secolo), presso le residenze aristocratiche, aree dalle raffinate geometrie, concepite per il loisir di re, principi e marchesi. Costituivano anche una dispensa naturale a cui attingere per gran parte dell'anno per completare i banchetti con ortaggi e frutta fresca, autentico privilegio della classe nobiliare. I tempi delle corti dorate sono un lontano ricordo, oggi le nuove corti sono rappresentate dai visitatori, e proprio pensando agli odierni "abitanti" della Reggia è stato ideato il progetto del moderno Potager Royal. Di "Orti reali" ve ne sono molti esempi in Europa, da Versailles ai Castelli della Loira, alle residenze estive della corte austriaca e britannica. Il Potager venariese si ispira per vari significativi aspetti ad alcuni di questi. A Versailles per quanto riguarda le funzioni e parte degli obiettivi progettuali, mentre i disegni geometrici e gli effetti scenografici che piante e aiuole compongono ricalcano quelli del gioiello tardo cinquecentesco di Villandry. Zucchine, melanzane, fragole, pomodori e piante decorative compongono variopinti quadrati che si inseriscono nella precisa trama a scacchiera che contraddistingue i giardini della Reggia. L'orto è stato progettato con un'alternanza di spazi a prato, ortaggi e a coltura estensive, alternati a giochi d'acqua e spazi coperti, in grado di poter far vivere ai visitatori la suggestione di questo spazio. Il frutteto, delimitato da viali, presenta una collezione frutticola caratterizzata da una selezione delle principali specie piemontesi. La filosofia generale del progetto prevede l'utilizzo di cultivar autoctone di drupacee (pesco, susino, albicocco, ciliegio) e pomacee (pero, melo). Ai limiti con il Parco La Mandria trova inoltre posto un noccioleto. Già nell'antichità si coltivavano in Piemonte piante di nocciole, frutti ricchi di virtù per le nobili proprietà nutrizionali, tra cui fibre, vitamine e minerali. Orti e frutteti, va ricordato, si sviluppano in una sorta di simmetria perfetta attorno al cuore dell'intervento, l'ottocentesca Cascina appartenuta alla famiglia medici del Vascello. Un tempo sede di una vivace azienda agricola, oggi, dopo un impegnativo recupero, adibita a centro di educazione ambientale (conta, infatti, di due aule didattiche e una sala conferenze), oltre che punto di partenza per le esplorazioni didattiche tra i colorati ortaggi e le numerose varietà di alberi da frutta. Si scopre così che il Potager Royal di Venaria non deve soddisfare solo finalità estetiche, limitandosi a uno spazio gradevole da ammirare passivamente a debita distanza. Al contrario deve essere vissuto con la partecipazione attiva di tutti i fruitori. L'orto e il frutteto sono stati realizzati secondo i principi dell'agroecologia, un modello unico nel suo genere, con scopi ricreativi, estetici, educativi, storici, gastronomici. Uno spazio per apprendere, recuperando il contatto con la natura attraverso l'uso della vista, dell'olfatto, del gusto e soprattutto delle mani con cui toccare, manipolare e all'occorrenza sporcarsi col terreno. Il momento inaugurale non è stato un semplice brindisi ma è coinciso con la sperimentazione di percorsi didattici originali rivolti a bambini, studenti e adulti. Da aprile ad oggi hanno partecipato ai laboratori didattici circa 300 classi scolastiche provenienti da tutta Italia. Un nuovo modo di fare cultura, partecipando attivamente, perché come affermava un vecchio adagio: "Se ascolto dimentico, se guardo ricordo, se faccio imparo". Partecipazione, riscoperta dell'uso dei sensi, osservazione e manipolazione, parole chiave della moderna educazione ambientale, ma che spesso rimangono principi sulla carta per l'assenza di spazi adeguati dove applicarli. Il Potager Royal di Venaria offre questa possibilità. Certo è un progetto giovane, ancora da mettere appunto in alcuni aspetti organizzativi, ma che prevede di arricchirsi col tempo di nuove strutture didattiche. È previsto, a breve, l'inserimento di un apiario, dedicato alla scoperta del mondo delle api. Per capire come sono fatte, quanto è complessa la loro organizzazione sociale ma soprattutto per sottolineare il ruolo fondamentale che ricoprono in agricoltura e per la sopravvivenza della Terra. Altri interventi dovrebbero riguardare l'attivazione di un semenzaio, un'area di compostaggio e una piccola sezione dedicata agli antichi strumenti agricoli. Si intende ricostruire, in tal modo, l'intero percorso agricolo facendone conoscere gli aspetti essenziali a grandi e piccini. L'urbanizzazione degli ultimi decenni ha allontanato la maggior parte della popolazione dalla terra, intesa sia come lavoro che come conoscenza della natura e dei meccanismi che la regolano. Un distacco percepito da sempre più persone, che sentono l'esigenza di recuperare almeno in parte quel legame indispensabile al benessere psico-fisico di ogni individuo. La Reggia di Venaria reale con il nuovo Potager offre quest'occasione di riscoperta, non serve che partecipare aspettando le proposte del nuovo anno.

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