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Gli "altri" Parchi

Oltre ai parchi pubblici esistono una miriade di aree private che, dal giardinetto al grande parco, sarebbe bello, oltrechè utile, rendere in qualche modo fruibili, anche solo visivamente a tutti.

 

  • Enzo Gino
  • aprile 2012
Sabato, 7 Aprile 2012

Quando si parla o si scrive di Parchi la mente corre a quelle aree protette che in varie forme, ormai da tanti anni, caratterizzano territori più o meno estesi non solo in Piemonte, ma in Italia e un po' in tutti gli stati del pianeta. Di molti di essi nei quasi trent'anni di pubblicazione di Piemonte Parchi abbiamo scritto. Ma esistono una miriadi di "parchi" di cui poco si parla, in certi casi il nome può apparire improprio ma la loro funzione non è da meno di quella dei fratelli maggiori protetti dalle leggi dello stato. Stiamo parlando dei parchi e dei giardini privati, talvolta piccoli o piccolissimi appezzamenti di terra solitamente attigui a case, ville, palazzi o castelli che sorgono in ogni angolo della nostra regione. Dalle città alle campagne se non sempre, molto spesso capita di vedere piccole aiuole curatissime, ricche di essenze floreali o, in altri casi di alberi secolari con estese aree a verde, magari con laghetti e siepi di ogni tipo. E' bene soffermarsi anche su queste diffusissime realtà che svolgono un importante ruolo sia a livello sociale che ambientale. Sono spesso proprio taluni piccoli giardinetti che sorgono nel bel centro di Torino o di altre piccole e grandi città a rompere le quinte edificate che si affacciano su strade e vie spesso causa di un certa monotonia per quanto belle o storiche possano essere le loro facciate. Giardinetti nei quali trova ristoro e rifugio qualche specie di piccolo volatile cittadino, passeracei, merli, usignoli. Probabilmente per molti residenti urbani endemici la cura o la vista di quei giardini al di là delle cancellate, diventa il più frequente e quotidiano contatto con la natura specie nella brutta stagione. Esistono poi veri e propri parchi che circondano ville e palazzi, che sorgono nelle zone più esclusive delle città. A Torino la collina o la zona delle Crocetta per citarne alcune. Faggi penduli maestosi, enormi siepi di coloratissime ortensie, Magnolie che ancora senza foglie già sono coperte dai loro grossi e talvolta colorati fiori, oltre naturalmente ai tappeti erbosi perfettamente curati ed alle aiuole fiorite. Non a caso l'abbandono di queste residenze viene evidenziato non tanto dal decadimento dell'immobile quanto dalla trascuratezze del giardino che più delle costruzioni denuncia che è venuta a mancare la cura e la presenza umana. Perché il giardino, specie se assume le dimensioni e le caratteristiche di un parco, richiede molta cura e manutenzione e finisce per diventare un lusso se affidato esclusivamente a professionisti della manutenzione. Fortunatamente vi sono molti amanti della natura che per passione, magari disponendo di un po' di tempo riescono a potare, seminare, zappare, trapiantare essenze e fiori ed estirpare malerbe e rampicanti indesiderati ed invasivi. Parchi, giardini e aggiungerei anche orti di periferia, ci insegnano un po' di... filosofia. Come il rispetto dei tempi e delle stagioni: ogni intervento ha il suo momento appropriato per esser fatto, anticiparlo o ritardarlo rispetto al momento giusto può renderlo inutile se non addirittura controproducente. Un giardino ci insegna l'ordine che può anche esser caotico come nei giardini rustici o perfettamente studiato come in quelli all'italiana, ci insegna l'accostamento delle essenze in funzione dei loro caratteri ed esigenze: provate e mettere un potente glicine vicino a qualche alberello o a trapiantare ortensie in terra calcarea o eccessivamente soleggiata. Un giardino richiede cura costante, non si accontenta di interventi una tantum, come per i rapporti umani, richiede conoscenza, attenzione alle esigenze di ciascun componente senza però perdere di vista l'equilibrio d'insieme. Così coloro che lo curano ne diverranno parte integrante come gli altri animali che lo frequentano siano essi gli uccelli o i vermi nel terreno, i pesci del laghetto e le talpe e le formiche o i ragni. Ed è talvolta incredibile vedere che in mezzo a tutto quell'asfalto, quel cemento che nei secoli, per le esigenze a tutti note, ha rimpiazzato per aree spesso estese su chilometri quadrati, l'erba i fiori e le piante, basta un po' di terra smossa, un po' d'acqua e di luce per rivedere comparire la vegetazione, antica padrona della terra, che richiama a sé animali spariti da quell'habitat innaturale. E' un peccato che molti proprietari occultino con siepi o muri o altro la vista dei loro bei giardini ai passanti, è un'occasione perduta per regalare un po' di piacere agli occhi ed allo spirito di chi, probabilmente vorrebbe ma non può avere un giardino. E' un'occasione mancata per la natura che non può raccontare i suoi ritmi, le sue esigenze, non può mostrare le sue bellezze, non può insegnare le sue regole che non passano attraverso le parole, ma attraverso i colori, i profumi, lo stormir di fronde, il canto di qualche uccello, i giochi di luce e di ombre, il piacere di qualche bimbo che corre o di un giardiniere che vi lavora. A questo forse non hanno pensato, o forse sì, gli organizzatori di una manifestazione che si chiama Giardino diffuso grazie alla quale molti parchi e giardini privati per qualche giorno diventano accessibili a tutti. E' l'ecomuseo della Pietra da Cantoni a promuovere ogni anno questa iniziativa, la loro sede a Cella Monte nell'astigiano sorge in uno dei territori che meno ha bisogno dell'intervento dell'uomo per riportare la natura: il Monferrato, per questo pensiamo che sarebbe "cosa buona, giusta e fonte di salvezza" che anche altre istituzioni meno in confidenza con il verde, come tante città e metropoli copiassero l'iniziativa, magari incentivando la cura dei giardini e parchi privati urbani e l'accessibilità a queste aree talvolta talmente protette da non esser nemmeno accessibili alla vista dei passanti.

Calendario Giardino Diffuso 2012
Andar per giardini: visite guidate al patrimonio botanico del Monferrato casalese Domenica 15 maggio prende il via la 5° edizione de "Il Giardino diffuso. Alla scoperta dei giardini storici e di interesse botanico del Monferrato casalese." Nel mese di Maggio 2012 i giardini storici nel pieno della loro fioritura si apriranno a una serie di visite domenicali. Le visite guidate dai volontari dell'Associazione Orizzonte Casale, toccheranno 4 diversi comuni del Monferrato casalese e permetteranno l'accesso a importanti siti come a quelli di Ponzano Monferrato, a due passi dal Sacro Monte di Crea, e nei comuni di Rosignano e Ozzano Monferrato adagiato sulle splendide colline. La manifestazione si svolgerà secondo questo calendario: 6 maggio CASALE MONFERRATO: Il parco della villa dalle ore 15.00 alle ore 18.00 Villa La Mandoletta 13 maggio PONZANO MONFERRATO: I 2 giardini ai piedi del Sacro Monte di Crea dalle ore 15.00 alle ore 18.00 Il Comune di Ponzano è contraddistinto da cinque giardini storici. Tutti particolari e splendidi per le fioriture e le essenze arboree antiche ed imponenti che fanno da cornice ad altrettante belle dimore. Angoli suggestivi che si fondono con un paesaggio incontaminato sul quale si affacciano. Villa Il Cedro – Ponzano Monferrato Villa Larbel – fraz. Salabue 20 maggio ROSIGNANO MONFERRATO: Il parco del castello e il giardino formale dalle ore 15.00 alle ore 18.00 Castello di Uviglie Relais I Castagnoni 27 maggio OZZANO MONFERRATO: I giardini formali dalle ore 15.00 alle ore 18.00 Casa Barbano Castello Visconti Il progetto Il Giardino diffuso rientra nelle politiche della Regione per il recupero dei parchi e dei giardini della grande nobiltà piemontese. Il Monferrato casalese porta un variegato contributo storico di grande valore, fatto di piccole realtà nobiliari e borghesi che hanno lasciato sul territorio monferrino testimonianze di splendide architetture dalle ricche pertinenze. Accanto a questo progetto di diffusione della conoscenza dei giardini, è stato intrapreso un lavoro di recupero del patrimonio ambientale costituito dal restauro vero e proprio di giardini ad oggi parzialmente o totalmente perduti di cui resta testimonianza negli archivi storici.

LIBRO
"Il Giardino diffuso"

Alla scoperta dei giardini storici e di interesse botanico del Monferrato casalese" riporta la descrizione di giardini storici e siti di interesse botanico presenti in quindici Comuni compresi nel bacino territoriale di pertinenza dell'Ecomuseo della Pietra da Cantoni. Nel volume sono riportate le schede illustrative ed informative di trenta giardini e parchi dislocati nei comuni di Camino, Casale Monferrato, Cella Monte, Frassinello, Gabiano, Mombello, Olivola, Ottiglio, Ozzano, Ponzano Monferrato, Serralunga di Crea, Rosignano Monferrato, San Giorgio Monferrato, Terruggia e Vignale Monferrato. Ogni giardino è letto attraverso notizie storiche, e descritto attraverso testi e immagini fotografiche. I trenta giardini presentati, diversi tra loro ma tutti particolari, sono stati per la maggior parte una scoperta, nascosti dietro mura e portoni, invisibili agli occhi dei passanti, si sono conservati per decenni e si sono presentati ai nostri occhi come una sorpresa. Il merito della loro custodia sta tutto nella passione dei loro proprietari, che traspare dai particolari e anche dalle scelte che li hanno modificati rispetto agli impianti originali. "Il giardino diffuso" rappresenta un momento in cui condividere la conoscenza di questi meravigliosi angoli nascosti con il vasto pubblico, giardini che rappresentano veri e propri gioielli da scoprire e da vivere. Tutti i giardini storici compresi nel programma di visita sono descritti nel volume illustrato Il Giardino diffuso. Alla scoperta dei giardini storici e di interesse botanico del Monferrato casalese, a cura di Elisabetta Crova, disponibile presso l'Ecomuseo della Pietra da Cantoni. Altre informazioni e un ricco database di immagini sono a disposizione sul Web all'indirizzo: http://www.ecomuseopietracantoni.it/index.php?c=gallery&t=category&id=9

IL GIARDINO DIFFUSO
di Amilcare Barbero e Chiara Natta

In primo luogo le definizioni e poi il titolo. In entrambi i casi il lessico – parlato e scritto – si avvale di frasi brevi, essenziali, rappresentative, in qualche modo evocatrici di uno scenario più ampio. Partiamo dal teatro: "Il giardino è un teatro privato: personaggi e situazioni si intrecciano e segnano la scena". Poi dalla sacralità dei boschi sacri, i nemus di antica memoria: "Il giardino è un santuario: un luogo in cui stare a contatto con le stagioni e gli elementi naturali e rinvigorire lo spirito". Infine dalla rassicurante quotidianità dell'ambiente domestico: "Il giardino è come un prolungamento della casa: ciascuno sceglie uno stile che lo rende unico". Per concludere con l'affermazione più perentoria e, nel contempo, più introspettiva: "Il giardino è lo specchio del proprietario". Nel viaggio tra i giardini monferrini e nella conoscenza dei proprietari è emerso in modo forte il legame che intercorre tra loro, spazi familiari in cui leggere chiaramente un po' delle loro vite: dalle forme, dai colori, dalla luce, da tutte le scelte che rendono speciali quei luoghi. Essenze arrivate da lontano disegnano la mappa dei loro viaggi, alberi o piante speciali testimoniano l'attesa del loro arrivo: le trasformazioni segnano i cambiamenti. Le ricerche hanno portato alla luce una ricchezza non scontata per la nostra realtà, di un patrimonio molto importante per il Monferrato ad oggi non particolarmente noto e valorizzato. E' un ambiente privato, non condiviso. Ma è anche rifugio degli uccelli, degli insetti, di fragranze e di semi: una ricchezza però esauribile se non la si organizza, la si mantiene, non le si presta attenzione. Questi giardini sono immersi nella campagna e nei borghi accompagnati dalla sinuosità dei vecchi coppi dei tetti o dalla partitura delle vigne, dei prati, dei coltivi. La loro armonia e la continuità con il paesaggio attorno, inizia dove essi terminano, oltre la recinzione.
Ecomuseo della Pietra da Cantoni via Barbano Dante, 30 - 15034 Cella Monte (AL) tel. 0142.488161 - fax 0142.489962 - e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. sito www.ecomuseopietracantoni.it
Quando si parla o si scrive di Parchi la mente corre a quelle aree protette che in varie forme, ormai da tanti anni, caratterizzano territori più o meno estesi non solo in Piemonte, ma in Italia e un po' in tutti gli stati del pianeta. Di molti di essi nei quasi trent'anni di pubblicazione di Piemonte Parchi abbiamo scritto. Ma esistono una miriadi di "parchi" di cui poco si parla, in certi casi il nome può apparire improprio ma la loro funzione non è da meno di quella dei fratelli maggiori protetti dalle leggi dello stato. Stiamo parlando dei parchi e dei giardini privati, talvolta piccoli o piccolissimi appezzamenti di terra solitamente attigui a case, ville, palazzi o castelli che sorgono in ogni angolo della nostra regione. Dalle città alle campagne se non sempre, molto spesso capita di vedere piccole aiuole curatissime, ricche di essenze floreali o, in altri casi di alberi secolari con estese aree a verde, magari con laghetti e siepi di ogni tipo. E' bene soffermarsi anche su queste diffusissime realtà che svolgono un importante ruolo sia a livello sociale che ambientale. Sono spesso proprio taluni piccoli giardinetti che sorgono nel bel centro di Torino o di altre piccole e grandi città a rompere le quinte edificate che si affacciano su strade e vie spesso causa di un certa monotonia per quanto belle o storiche possano essere le loro facciate. Giardinetti nei quali trova ristoro e rifugio qualche specie di piccolo volatile cittadino, passeracei, merli, usignoli. Probabilmente per molti residenti urbani endemici da cura o la vista di quei giardini al di là delle cancellate, diventa il più frequente e quotidiano contatto con la natura specie nella brutta stagione. Esistono poi veri e propri parchi che circondano ville e palazzi, che sorgono nelle zone più esclusive delle città. A Torino la collina o la zona delle Crocetta per citarne alcune. Faggi penduli maestosi, enormi siepi di coloratissime ortensie, Magnolie che ancora senza foglie già sono coperte dai loro grossi e talvolta colorati fiori, oltre naturalmente ai tappeti erbosi perfettamente curati ed alle aiuole fiorite. Non a caso l'abbandono di queste residenze viene evidenziato non tanto dal decadimento dell'immobile quanto dalla trascuratezze del giardino che più delle costruzioni denuncia che è venuta a mancare la cura e la presenza umana. Perché il giardino, specie se assume le dimensioni e le caratteristiche di un parco, richiede molta cura e manutenzione e finisce per diventare un lusso se affidato esclusivamente a professionisti della manutenzione. Fortunatamente vi sono molti amanti della natura che per passione, magari disponendo di un po' di tempo riescono a potare, seminare, zappare, trapiantare essenze e fiori ed estirpare malerbe e rampicanti indesiderati ed invasivi. Parchi, giardini e aggiungerei anche orti di periferia, ci insegnano un po' di... filosofia. Come il rispetto dei tempi e delle stagioni: ogni intervento ha il suo momento appropriato per esser fatto, anticiparlo o ritardarlo rispetto al momento giusto può renderlo inutile se non addirittura controproducente. Un giardino ci insegna l'ordine che può anche esser caotico come nei giardini rustici o perfettamente studiato come in quelli all'italiana, ci insegna l'accostamento delle essenze in funzione dei loro caratteri ed esigenze: provate e mettere un potente glicine vicino a qualche alberello o a trapiantare ortensie in terra calcarea o eccessivamente soleggiata. Un giardino richiede cura costante, non si accontenta di interventi una tantum, come per i rapporti umani, richiede conoscenza, attenzione alle esigenze di ciascun componente senza però perdere di vista l'equilibrio d'insieme. Così coloro che lo curano ne diverranno parte integrante come gli altri animali che lo frequentano siano essi gli uccelli o i vermi nel terreno, i pesci del laghetto e le talpe e le formiche o i ragni. Ed è talvolta incredibile vedere che in mezzo a tutto quell'asfalto, quel cemento che nei secoli, per le esigenze a tutti note, ha rimpiazzato per aree spesso estese su chilometri quadrati, l'erba i fiori e le piante, basta un po' di terra smossa, un po' d'acqua e di luce per rivedere comparire la vegetazione, antica padrona della terra, che richiama a sé animali spariti da quell'habitat innaturale. E' un peccato che molti proprietari occultino con siepi o muri o altro la vista dei loro bei giardini ai passanti, è un'occasione perduta per regalare un po' di piacere agli occhi ed allo spirito di chi, probabilmente vorrebbe ma non può avere un giardino. E' un'occasione mancata per la natura che non può raccontare i suoi ritmi, le sue esigenze, non può mostrare le sue bellezze, non può insegnare le sue regole che non passano attraverso le parole, ma attraverso i colori, i profumi, lo stormir di fronde, il canto di qualche uccello, i giochi di luce e di ombre, il piacere di qualche bimbo che corre o di un giardiniere che vi lavora. A questo forse non hanno pensato, o forse sì, gli organizzatori di una manifestazione che si chiama Giardino diffuso grazie alla quale molti parchi e giardini privati per qualche giorno diventano accessibili a tutti. E' l'ecomuseo della Pietra da Cantoni a promuovere ogni anno questa iniziativa, la loro sede a Cella Monte nell'astigiano sorge in uno dei territori che meno ha bisogno dell'intervento dell'uomo per riportare la natura: il Monferrato, per questo pensiamo che sarebbe "cosa buona, giusta e fonte di salvezza" che anche altre istituzioni meno in confidenza con il verde, come tante città e metropoli copiassero l'iniziativa, magari incentivando la cura dei giardini e parchi privati urbani e l'accessibilità a queste aree talvolta talmente protette da non esser nemmeno accessibili alla vista dei passanti.

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