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Antiche delizie con nuovi sapori

Riapre la Palazzina di Caccia di Stupinigi, la perla del barocco dichiarata dall'Unesco "Patrimonio dell'umanità" insieme alle altre Residenze reali piemontesi.

  • Alessandro Ferregutti
  • novembre 2011
Mercoledì, 30 Novembre 2011

La famosa "Corona di delizie" voluta e realizzata dalla dinastia sabauda recupera, da novembre, il Museo di Arte e Ammobiliamento presso l'Appartamento di Levante, il Salone centrale e parte dei giardini, riaperti al pubblico su iniziativa della Fondazione Ordine Mauriziano proprietaria e gestrice dell'intera Palazzina. Si tratta di una grande opportunità per tutta l'area protetta, in quanto la Palazzina è strettamente e indissolubilmente legata al circostante Parco naturale e al suo paesaggio che ne fa cornice naturale: il Borgo, le antiche rotte juvarriane di Caccia, i poderi agricoli ancora in piena attività e condotti da famiglie custodi di innumerevoli ricordi della plurisecolare storia degli insediamenti rurali votati al servizio delle residenze nobiliari della zona. L'evento, grande occasione di promozione turistica, acquista maggior valore perché non è isolato ma è invece il culmine di un fermento di iniziative e proposte che vedono coinvolte in modo concorde e coordinato le pubbliche istituzioni, gli operatori economici e la popolazione residente. L'avvenimento precede di poco anche la prossima riorganizzazione delle aree protette piemontesi disposta dalla legge regionale 19/09, che affida da gennaio 2012 la gestione del Parco di Stupinigi a un nuovo ente che avrà l'onere, ma soprattutto l'opportunità, di gestire le politiche di tutela, sviluppo e gestione dei due grandi parchi dell'area metropolitana di Torino: La Mandria e Stupinigi. Entrambi interessano un patrimonio di enorme valore ambientale e storico-monumentale, potenzialmente in grado di suscitare una consistente attrazione turistica: i due siti includono alcune delle ultime testimonianze della originaria foresta planiziale che per il loro valore sono individuati come SIC (Siti di Importanza Comunitaria nella Rete Natura 2000). Questi inoltre includono immobili storici di enorme pregio – alcuni in gestione diretta quali il Borgo Castello della Mandria e il Concentrico di Stupinigi e sono poi entrambi caratterizzati dalla presenza di adiacenti strutture di grandissimo richiamo turistico quali la Palazzina di Caccia stessa, la Reggia della Venaria Reale e il Centro Internazionale del Cavallo a Druento. Nell'ambito di Stupinigi, la riapertura affianca alcune attività promosse dal Commissario straordinario del Parco Roberto Saini che stanno rendendo possibile, anche con il contributo sostanziale di investimenti dei privati che qui vogliono tornare a operare, l'inizio del recupero dei fabbricati in parte inutilizzati e degradati del Borgo di Stupinigi, acquisiti dalla Regione Piemonte nel 2009. Ad esempio, si può ricordare il prossimo restauro delle rubricature, ossia le caratteristiche antiche scritte che riportano i nomi dei poderi e descrivono le attività commerciali lungo il Viale Torino, che saranno restituite all'originaria bellezza entro dicembre 2011; oppure, la prossima installazione di telecamere per la video-sorveglianza lungo il Viale Torino, per garantire ai residenti e ai turisti il clima sicuro e piacevole già sperimentato durante il Campionato mondiale di Tiro con l'arco di luglio 2011, in particolare con la festosa invasione delle carrozze storiche che hanno anche fatto gustare la bellezza di un parco senza mezzi motorizzati. La riorganizzazione della viabilità del parco ha già permesso, da gennaio 2010, la chiusura al traffico e la restituzione a pedoni e biciclette di circa 5 chilometri della ex strada statale 23, l'antica "Rotta Reale" del disegno originario di Juvarra. I successivi interventi della Regione Piemonte, che ha messo a frutto specifici finanziamenti europei, hanno consentito a giugno 2011 di inaugurare la "Porta Reale", un varco di comunicazione concreto e ideale tra il Giardino storico della Palazzina di Caccia e la Rotta Reale, fino verso le rotte di Caccia juvarriane già in parte restaurate. I circa 1800 ettari di boschi e aree agricole, contorno del patrimonio storico-architettonico, sono identificati come strategici nel sistema della "Corona Verde" dell'area metropolitana torinese. L'Ente parco ha come prossimi obiettivi la difesa di tali boschi dal degrado e la riconversione di circa 100 ettari di pioppeti clonali in aree forestali, interventi che intende realizzare anche con fondi richiesti tramite il bando comunitario LIFE + 2011. L'Ente parco è anche impegnato a diffondere tecniche agricole rispettose dell'ambiente naturale, in taluni casi anche supportate da aiuti economici offerti dal Piano di Sviluppo Rurale, nella convinzione che queste buone pratiche e questi sostegni potranno essere stimolo per i giovani agricoltori che intendono mantenere la loro attività professionale nell'area protetta. La decisa volontà dell'Ente Parco di ricreare un Borgo vivo ha dato anche origine a "Stupinigi è", una vivace associazione di operatori agricoli ed economici locali che opera da circa un anno, con l'obiettivo di creare un mercato di produzioni del luogo caratterizzate dalla qualità e dalla compatibilità con l'ambiente. Stupinigi vuole infatti continuare a vivere anche di questa realtà qualificata e attiva, con le sue 17 aziende agricole, i pubblici esercizi e le attività commerciali con sede interna all'area e i cui operatori con il loro lavoro sono l'ossatura della gestione del territorio. L'Ente parco ha poi recentemente attivato un nuovo sito Web per agevolare i fruitori di questo grande polmone verde a brevissima distanza dalla città. La riapertura della Palazzina di Caccia, dunque, è un traguardo ma anche una tappa fondamentale del recupero delle altre risorse del territorio finora forse meno note: le preziose preesistenze medievali, il Castelvecchio in Nichelino e il Castello di Parpaglia in Candiolo, testimoni della storia della Tenuta di Stupinigi ancor prima della sua donazione nel 1564 all'Ordine Mauriziano da parte del Duca Emanuele Filiberto... e i circa 600 ettari di boschi planiziali, tra i 1800 complessivi del parco, selve che furono nel tempo il naturale teatro delle attività venatorie della casa Sabauda effigiate magistralmente dal Cignaroli presso la Palazzina di Caccia. O, ancora, la possibile riscoperta della complessa rete di tenimenti agricoli, nei fondi anticamente condotti con alteni e pascoli e poi via via verso le attuali forme di coltivazione ed allevamento, a partire dalla Tenuta di Pietro Gorgia, primo signore dell'attuale omonima Cascina in Orbassano, o della Grangia di Vicomanino già di Bernardo Parpaglia dei Signori di Revigliasco, come testimoniano anche le documentazioni relative alla gestione delle acque irrigue da parte del Consorzio della Bealera di Orbassano fin dai primi anni del 1500. È quindi in questo ricco contesto naturale e culturale che si inserisce il recupero del capolavoro Juvarriano della Palazzina di Caccia, sormontata dal caratteristico cervo del Ladatte : una riapertura, non solo della Residenza Sabauda, ma anche del "cantiere Stupinigi" che ha l'ambizione di riportare agli antichi splendori le ricchezze di un'area protetta che, per bellezza e posizione, è una promessa per tutta l'area metropolitana di Torino.

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