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Il sentiero Pirandello

«Coazze... tra i monti. Sulla fine d'agosto, tutto verde, come di maggio. Prati irrigui. Si fa la seconda falciatura del fieno. L'erba rinasce dopo due giorni. Il paese è tutto sparso a gruppi e tutto sonoro d'acque scorrenti per le zane. Dirimpetto, la vecchia cattedrale. La valle del Sangone. Bosco di castagni. Campanile della Cattedrale. Cuspide ottagonale. Finestra bifora. Orologio - "Ognuno a suo modo"». (da Il Taccuino di Coazze - Luigi Pirandello, 1901)

  • Patrizia Franceschini
  • aprile 2010
Giovedì, 15 Aprile 2010

Coazze, un piccolo centro quasi isolato nella cerchia alpina a ridosso di Torino, è stato in passato luogo di soggiorno di numerosi ospiti illustri, dal conte Camillo Benso di Cavour al premio Nobel per la Letteratura Luigi Pirandello. Proprio durante questo periodo di villeggiatura con la moglie, i figli e la sorella Lina, nella tarda estate del 1901, lo scrittore annotò le sue osservazioni in un quadernetto di disegni e appunti, il Taccuino di Coazze, in cui non mancò di celebrare con diversi spunti il famoso campanile e la scritta sottostante l'orologio: Ognuno a suo modo. Questo motto lo colpì al punto da suggerirgli il titolo dell'opera Ciascuno a suo modo (1924). Dal Taccuino il Comune di Coazze ebbe l'idea di realizzare nel 2001, in occasione del centenario del soggiorno pirandelliano nel sereno paesino di montagna, un Sentiero Letterario che si snoda in parte nel paese e in parte sulle pendici della famosa collinetta retrostante, detta "del Faro". I pannelli del Sentiero si presentano in forma di leggii, a sottolineare l'attività di lettura che sta all'origine di tutta l'iniziativa. In ognuno di essi ritroviamo sia parti legate alla vita ed attività letteraria e teatrale di Pirandello, che scorci di storia e vita del paese di Coazze, così come lo conobbe l'Autore e come si è trasformato nel corso di un secolo. Il primo pannello, posto significativamente sul prato a sud della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria del Pino - dedicata alla Madonna dell'Assunta -, ci introduce alla vecchia diatriba sull'iscrizione: «Non è certa l'origine del motto che campeggia sul campanile, divenuto simbolo del carattere dei Coazzesi. Due sono comunque le versioni più accreditate. La prima racconta che al tempo dell'erezione del campanile attestata intorno al 1575 i muratori di borgata Carbonero s'accorsero che esso sarebbe stato troppo basso e quindi poco armonico con il resto della chiesa. Sul da farsi si sollevò così una ridda di discussioni in cui ogni intervenuto trovò modo di dir la sua, fatto storico da cui deriverebbe la scritta. La seconda ipotesi invece fa derivare la scritta dalla pacifica coesistenza valdese e starebbe a significare che a Coazze ognuno è libero di pregar a suo modo Dio. Di tanta liberalità non v'è tuttavia traccia sulla chiesa valdese dove la scritta avrebbe probabilmente più senso (dall'opuscolo Il Sentiero Pirandello a Coazze – Mauro Sonzini). Il viaggio di cammino e di lettura prosegue aprendoci prospettive nuove, mettendo in evidenza elementi di ricchezza della nostra terra che rischiamo di dare per scontati. Pirandello infatti celebra di Coazze e dei suoi dintorni la frescura e il verde. Gli occhi di un siciliano, abituati all'arsura di una terra dai "colori violenti", si incantano di tanto verde, come di maggio; della ricchezza e abbondanza dei corsi d'acqua: quel fremito perenne, il borboglìo del Sangone, giù nella valle e dell'efficace rete di canali di irrigazione (le cosiddette bealere), dove l'acqua scorre placida, pel canale, assoggettata all'uomo, all'industria. «4 sett. Mattino aggrondato, nebbioso, piovoso. Dalla ringhieretta di ferro della finestra pendono gocce di pioggia. Su pe' greppi delle montagne rocciose, veli di nebbia stracciati. Cielo greve, coperto. Tra le acace e i castagni qualche uccello par che chiami ajuto (da Il Taccuino di Coazze – ibid). Non mancano i ritratti dei personaggi coazzesi del tempo, che Pirandello osserva con la nota arguzia, non risparmiando osservazioni pungenti a chi... se le merita.
«L. Prever: vecchio, alto, aitante nella persona: barbone grigio, quasi bianco: porta in capo un berretto di tela. È milionario, ma cerca la compagnia della povera gente. Benefattore: ha edificato e dotato un asilo d'infanzia ... In compenso dei tanti benefizi ricevuti da lui, il paesello di Coazze non l'ha rieletto sindaco. Forse perciò egli schiva la compagnia delle così dette persone per bene (da Il Sentiero Pirandello a Coazze – ibid.). Coazze ai primi del Novecento era, oltre all'apprezzato luogo di villeggiatura che tutti conosciamo, anche un fiorente centro industriale e nel Sentiero ritroviamo le tappe più salienti di questo periodo che vide la nascita e lo sviluppo della cartiera Sertorio e dello jutificio De Fernex, che insieme diedero lavoro a oltre 750 persone. Pirandello ci offre momenti di vibrante intensità nelle sue righe sulle macchine moderne: «Dicono che le grandi macchine moderne hanno nei loro lucidi, possenti, complicatissimi congegni una loro particolare bellezza. Dal canto mio, confesso che l'ammirazione per questi bellissimi mostri usciti con sì strane forme dal cervello dell'uomo è rattenuta in me da una specie di angoscioso ribrezzo; e il rispetto che l'uomo m'ispira per queste sue solide magnifiche invenzioni è commisto a una certa diffidenza, non lieve, e a profonda costernazione (da La Messa di quest'anno: L.Pirandello). Della cerchia di monti che avvolge Coazze, Pirandello osserva le nuvole e le nebbie che li avvolgono, quelli più prossimi appaiono cupi d'ombra... i più lontani sfumano tra la nebbia, attediati. Il Parco Orsiera-Rocciavrè ha tratto spunto dall'opuscolo redatto a suo tempo da Mauro Sonzini, nonché dai documenti messi a disposizione dall'Ecomuseo dell'Alta Val Sangone e dal Comitato Pirandello, per realizzare una proiezione multimediale che accompagna il "visitatore virtuale" lungo l'itinerario del sentiero e molto oltre, offrendogli spaccati di vita dell'epoca ed un'ampia panoramica di una delle tre vallate del Parco, la Val Sangone, situata al riparo dai grandi circuiti turistici, ma interessante per la varietà dei paesaggi e per le sue montagne dalle caratteristiche fortemente alpine, nonostante le sue vette non superino i 2778 metri del Monte Rocciavrè. Il Sentiero è lungo ca. 7 km per un dislivello di m 145; è percorribile senza alcuna difficoltà in circa due ore e mezzo, esclusa la lettura dei 25 pannelli; consigliate scarpe da ginnastica. Dal 2001 a oggi il Sentiero ha "vissuto" il passaggio di numerosi visitatori, taluni incapaci di apprezzare la ricchezza del messaggio culturale e lo sforzo economico che è costato alla collettività: purtroppo infatti alcuni pannelli hanno subito atti di spregevole vandalismo, mentre altri, maggiormente esposti alle intemperie, sono soltanto parzialmente alterati. Il Comune di Coazze ha in programma un ripristino dei pannelli del Sentiero, che dovrebbe essere nuovamente fruibile in tutto il suo splendore già da questa primavera.

Un DVD con l'ecomuseo
La proiezione, apprezzata sia a Coazze che a Torino e contenente materiale storico, 298 fotografie a colori di Patrizia Franceschini, è diventata un DVD video (PAL, 4:3) di 53', grazie all'Ecomuseo Alta Val Sangone che ha stimolato il Comune di Coazze a finanziare la sua realizzazione con il contributo economico della Regione Piemonte. Il DVD è frutto del lavoro congiunto delle guardiaparco Stefania Vuillermoz e Patrizia Franceschini, e dei consulenti dell'Ecomuseo: Elisa Giacone, Sergio Ruffa e Federico d'Elia. Il DVD video può essere richiesto all'Ecomuseo dell'Alta Val Sangone, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , tel. 011 9340642 oppure al Parco Orsiera-Rocciavrè – Via Matteotti 142 - 10050 Coazze (TO) Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Tel. e fax 011.934.03.22

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