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Come i fondi europei hanno migliorato il parco naturale del Ticino

Il Bosco da seme Casone – Montelame, minacciato da alcune specie invasive, salvato grazie agli interventi finanziati dal PSR 2007-2013

  • Edoardo Villa
  • ottobre 2016
Lunedì, 10 Ottobre 2016

 

Edoardo Villa

L'Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore è proprietario di una tenuta di 220 ha posta all'interno del Parco Naturale del Ticino, in località Casone - Cascina Montelame, nel Comune di Pombia (No). Buona parte di quest'area (167 ha) è ricoperta da pregevoli boschi di latifoglie e conifere (querco-carpineti e pinete di pino silvestre), che nel loro insieme sono stati ricompresi in uno dei Boschi da seme della Regione Piemonte, ossia in uno dei popolamenti forestali ritenuti idonei per la raccolta di semi forestali da destinare alla produzione di piantine forestali ed inseriti a tal scopo in un apposito Registro regionale. Il Bosco da seme delle tenuta denominato "Casone - Montelame" è stato riconosciuto idoneo per la raccolta dei semi di Carpino bianco (Carpinus betulus), Pino silvestre (Pinus sylvestris), Farnia (Quercus robur), Cerro (Quercus cerris) e Roverella (Querus pubescens). L'integrità di questo bosco è minacciata da una serie di fattori tra i quali particolare importanza rivestono alcune specie forestali esotiche che risultano invasive ovvero in grado di diffondersi con efficacia soppiantando le specie forestali autoctone. Tra queste specie invasive compare il ciliegio tardivo (Prunus serotina) introdotto nella Valle del Ticino nel 1922. La diffusione del ciliegio tardivo oltre a compromettere il mantenimento del Bosco da seme riduce notevolmente la sua biodiversità.

Al fine di salvaguardare il popolamento da seme si è intrapreso un intervento di contenimento del ciliegio tardivo in una delle aree dove risulta più diffuso, su una superficie di 1,5 ha, utilizzando un finanziamento di 27.950,00 euro della Misura 225 "Pagamenti silvo-ambientali – Boschi da seme" prevista nell'ambito del P.S.R. 2007 – 2013 della Regione Piemonte. Sulla base di uno specifico progetto l'intervento è stato avviato nel febbraio 2016 e prevede due azioni:

a) il taglio invernale di tutti i soggetti di ciliegio tardivo, ultimato nel marzo 2016

b) il taglio sistematico di tutti i ricacci della specie invasiva, condotto per tre anni (2016, 2017 e 2018) durante la stagione vegetativa nei periodi di giugno e settembre.

Grazie a dei risparmi avuti nella gara per l'affidamento dei lavori si prevede di implementare l'intervento con delle messe a dimora a gruppi di specie forestali autoctone nelle aree più rade ed ampliando l'area dove operare il contenimento del ciliegio tardivo, facendo seguire al taglio invernale dei soggetti la posa sperimentale di teli pacciamanti sulle ceppaie.

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