Stampa questa pagina

Le fontane della Stura di Lanzo

Zona naturale di salvaguardia della Stura di Lanzo (Area contigua al Parco naturale La Mandria). Rete Natura 2000 – SIC (Sito di Interesse Comunitario) "Stura di lanzo"

  • di Toni Farina
  • dicembre 2013
Martedì, 18 Marzo 2014
Le fontane della Stura di Lanzo

Fontana ‘d Genta, una mattinata d’inverno…
… una mattina serena e fredda come solo certe mattine d’inverno. Due dita di neve scesa nella notte sul terreno indurito dal gelo. Neve leggera, di tramontana. Il sole, da poco sfuggito all’orizzonte, si intrufola nella boscaglia e avvolge di luce dorata il sottobosco.
Il risveglio è un crepitio di cristalli di ghiaccio che si infrangono, un ticchettio di gocce che cadono.
Indifferente, l’acqua continua a sgorgare. La guardi uscire e scorrere e ti sembra un miracolo.
E sgorgando l’acqua sparge tepore, intiepidisce l’aria, genera vapori. Che si alzano, scivolano sulla superficie, si insinuano tra le fronde addormentate, tra i cespugli di biancospino.
Diventano luce.

Fontana ‘d Genta: una risorgiva “impropria”
Come le altre fontane della Stura di Lanzo (la vicina Fontana ‘d Cup e, circa un chilometro a monte, la Fontana dij Gerët) è infatti esterna alla linea delle risorgive della Pianura Padana, collocata in questa zona una decina di chilometri più a valle. La definizione più corretta dal punto di vista “geologico” è “sorgente di terrazzo fluviale”, definizione in genere valida per le venute a giorno situate in prossimità degli alvei di fiumi e torrenti.
Considerazioni geologiche a parte, le fontane di Stura ripropongono per grandi linee le caratteristiche proprie delle risorgive, a iniziare da portata e temperatura costanti. La loro acqua si raccoglie con molta probabilità nella vicina Valle del Ceronda e, dopo un percorso nel sottosuolo impermeabile, sgorga ai margini della Borgata Grange di Nole a una temperatura di 8, 9 gradi, costanti nell’arco dell’anno. Dopo un tragitto di un paio di chilometri all'ombra di acacie, roveri, carpini e ciliegi selvatici, confluisce nel Torrente Stura di Lanzo nei pressi del ponte tra Robassomero a Ciriè.
La temperatura costante crea un’area di microclima “fresco” d’estate e “tiepido” d’inverno. Una condizione della quale approfittano volatili di passo come beccacce e beccaccini che grazie all'azione mitigatrice dell'acqua riescono a trovare cibo sul terreno non gelato.
Simili alle risorgive della pianura sono anche l’aspetto e le peculiarità biologiche, davvero notevoli. Mancando fenomeni di dilavamento del terreno le acque sono limpide e trasparenti e, soprattutto, di buona qualità. Ed è questa la ragione per cui costituiscono l’habitat ideale di pesci rarissimi come la lampreda padana, anfibi come il tritone crestato e crostacei come il gambero d’acqua dolce, tutte specie inserite nella Direttiva Habitat.
Cambiando “regno della natura”, valido indicatore ambientale è anche il crescione, che colora di verde la superficie dell'acqua nei mesi invernali.
Gli fanno contorno piante palustri quali carici, tife e potamogeti. Di rilievo la presenza dell’ontano bianco, specie di origine alpina, sceso durante le glaciazioni. Diffusa è la presenza della felce penna di struzzo (Matteuccia struthiopteris), poco comune in Piemonte.
Al di là degli aspetti naturalistici, le risorgive sono luoghi carichi di suggestione. Il nome stesso è fortemente evocativo: risorgere, ritornare alla vita. Acqua “fresca d’estate e tiepida d’inverno” che sgorga copiosa dalla terra, foriera di vita.

Il Sentiero delle Fontane

Partenza al limite dell’abitato delle Grange, presso la bacheca della Zona naturale di Salvaguardia della Stura di Lanzo. Una stradina si inoltra subito nel bosco e dopo una cinquantina di metri si biforca. Si va sulla strada di sinistra guidati da due pioppi neri monumentali: paiono colonne d'ercole con il compito di separare il grande mare aperto dell’ambiente antropizzato dal mare residuo della natura libera. Una breve discesa conduce al primo incontro: la Fontana 'd Genta (Fontana Genta, dal nome di di una famiglia locale). Se ne segue la riva destra fra ontani, querce, cespugli di biancospino e felci, accompagnati dalla musica ruscellante dell’acqua che si cheta di lì a poco in una bella lanca: ‘l Fontanin, secondo appuntamento "ufficiale" del percorso. Ufficiale o meno, è davvero arduo non fermarsi ad apprezzare questo piccolo frammento di natura vera, di acqua verde di lenticchie e crescione.
È con rammarico ci si accomiata dalla lanca per andare a destra a piccoli saliscendi (i citati segni lasciati dalla Stura). In un avvallamento più ampio si incontra anche un segno lasciato dall'uomo: il pilastro di sostegno della pianca (passarella) costruita nel 1915 e che, fino agli anni '50, consentiva agli abitanti di Grange di recarsi oltre Stura senza lunghi cammini. La motorizzazione ha poi reso obsoleto il manufatto (peraltro ricostruito più volte), tuttavia la realizzazione di una passerella a esclusivo uso ciclo-pedonale sarebbe oggi opportuna per consentire, a ciclisti e pedoni, di attraversare in sicurezza e tranquillità il torrente. Auspici a parte, fa impressione questo blocco di calcestruzzo "perso" nel bosco, fantasma di un tempo che era appena ieri, ma che appare remoto. Il pilastro costituisce il terzo punto sosta, poi si prosegue su un sentiero per imboccare, di lì a breve un'altra carrareccia boschiva verso valle. Pochi passi e, con occhio attento, si scorgono sulla sinistra, nascosti nella vegetazione, alcune pietre di grossa taglia: il basamento del ricovero del custode della passarella, incaricato di riscuotere il pedaggio e di sorvegliarne l'utilizzo (niente telecamere un tempo). Al successivo bivio si va a sinistra per affacciarsi dopo mezzo chilometro sull'alveo della Stura. Un altro incontro, e che incontro: basta un colpo d’occhio per cogliere l’energia e la vitalità del torrente, la sua opera alterna di erosione e deposizione. È bene però prendersi il tempo per scendere (con acqua tranquilla si intende) sull'ampio greto per osservare nelle scarpate di sponda le formazioni sedimentarie degli strati fossili di Glyptostrobus (una bacheca fornisce le opportune informazioni).
Tornati sulla strada, con pochi passi a destra si accede al guado che consente di passare il rio formato dalle risorgive: le loro acque ormai unite concluderanno di lì a poco il loro breve viaggio, arricchendo la Stura di acqua di buona qualità.

L’ultimo appuntamento

Che non può essere che un’altra fontana: la Fontana 'd Cup. Tornati sui propri passi se ne risale brevemente la riva sinistra circondati da un letto di pervinche (straordinaria fioritura a inizio primavera) verso il luogo di risorgenza, al limitare di Grange. Il luogo è detto Casa 'd Cup dal nome di un'altra famiglia del luogo (cup: tetti in piemontese). Sulla sponda destra un grosso masso arrotondato fungeva da inginocchiatoio per il bucato.
Si prosegue a destra per far ritorno sulla strada iniziale e chiudere l'anello. Chiudere? A pensarci bene l’anello si può riaprire, in senso contrario magari…

Arrivare al sentiero: prologo

Entrare in sintonia con l’ambiente naturale. Può bastare un attimo, ma può occorrere più tempo. Ed è per questo, per evitare di avviarsi sul Sentiero senza la giusta predisposizione che si consiglia di partire da un po’ più lontano. In bicicletta magari: dalla Borgata Vastalla (di Ciriè) si pedala senza affanno tra i campi, guidati dal campanile di Grange. Aggirata la chiesa, in lieve discesa, lasciando il mezzo alla sola gravità, si plana al fondo dell’abitato. Dieci minuti in tutto, sufficienti però ad arrivare all’inizio del sentiero già preda dalla brezza valligiana portata dalla Stura di Lanzo.
La bicicletta sarà poi il mezzo giusto al ritorno per spingersi ai Prati di Villanova e, attraversata la Stura, andare in favore di corrente sulla riva opposta per visitare l’Oasi Naturalistica dei Goret (info e prenotazioni:

Come arrivare al sentiero

Comodo accesso dalla SP 1 delle Valli di Lanzo (detta “Mandria”): lasciata la provinciale a Robassomero, si seguono le indicazioni per Cirié. Al termine della discesa dopo Robassomero, si svolta a sinistra per Vastalla (fraz. Di Cirié). La svolta si trova prima del ponte sulla Stura.
Provenendo dal Canavese, la SP 18 conduce da Ciriè al ponte sulla Stura, passato il quale si svolta a destra per Vastalla.
Passata la frazione, si prosegue in aperta campagna fino alla frazione Grange di Nole, ben visibile sulla destra. È bene lasciare il mezzo nel parcheggio accanto al cimitero, all'ingresso dell'abitato.
Con mezzi pubblici. Linee di pullman GTT da Torino a Robassomero. Oppure linee di pullman e treno, linea Torino-Ceres, stazioni di Ciriè e Nole.
Interessante l’opzione treno+bici.
Info: www.comune.torino.it/gtt

 

Sul sentiero informati

ENTE DI GESTIONE DELLE AREE PROTETTE DELL’AREA METROPOLITANA DI TORINO
Tel: 011 4993311; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.parchireali.gov.it
Vsite guidate
Azienda agricola “Le Campagnette”, tel. 011 9235377; e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Visite anche all’Oasi naturalistica dei Goret.

Potrebbe interessarti anche...

Anche quest'anno si avvicinano le scadenze per la presentazione della dichiarazione redditi: per ...
In questa primavera dal caldo anomalo, si va alla ricerca di luoghi in cui trovare un po' di ombr ...
Come ogni anno, nel mese di gennaio, nelle Aree protette del Po piemontese si è svolto il censim ...
Il paesaggio è dominato dalla presenza del complesso monumentale della Basilica di Superga, capo ...