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Storia di un gipeto e del suo radiocollare

Riceviamo e pubblichiamo la storia di Herculis, uno dei due giovani gipeti reintrodotti lo scorso giugno nel Parco naturale delle Alpi Marittime ed equipaggiati di trasmettitore satellitare. Nelle ultime settimane era stato avvistato sullo spartiacque tra Valle di Susa e Val Chisone ma, lo scorso 24 febbraio, per oltre 24 ore, la sua radio segnalava sempre la stessa posizione. Per questo si è temuto che fosse in difficoltà ma, per fortuna, aveva solo perso la radio satellitare.

  • Emanuela Celona
  • Marzo 2016
Giovedì, 10 Marzo 2016
Storia di un gipeto e del suo radiocollare

«Alle ore 9 di mercoledì 24 febbraio riceviamo una telefonata d'allarme: il gipeto Herculis risulta fermo da oltre 24 ore su un pendio del Français Pelouxe (Parco Orsiera-Rocciavrè) a 2400 m. di quota». A parlare è Luca Giraudo del Parco naturale delle Alpi Marittime
e coordinatore per il progetto gipeto della Rete Osservatori Alpi Occidentali, allertato da Franzisk a Lörcher dell'équipe della Vulture Foundation Conservation che monitora gli animali rilasciati in questi anni nel corso del progetto di reintroduzione del gipeto sull'arco alpino.

Herculis è uno dei due gipeti reintrodotti lo scorso giugno nel Parco naturale delle Alpi Marittime (l'altro, Roman, vola attualmente nelle valli francesi del Parc national de la Vanoise). Gli avvoltoi sono stati equipaggiati di radio trasmettitori che permettono di seguire i loro spostamenti tramite satellite. Ogni gipeto reintrodotto rappresenta un piccolo tesoro per gli sforzi compiuti da ornitologi di tutta Europa per l'impegno economico richiesto, e l'apporto genetico alla piccola popolazione alpina di questo splendido avvoltoio (circa 200 individui).

Da circa quindici giorni il giovane gipeto aveva scelto di volare in val Chisone nel Parco Orsiera-Rocciavrè, ammirato e fotografato da numerosi turisti e birders. Quando è arrivato il segnale di allerta, immediatamente è scattato l'allarme, anche perché nei giorni precedenti si era constatata la presenza di esche avvelenate in una zona vicina a quella frequentata dal gipeto e la bonifica programmata non era ancorastata effettuata.

Quattro guardiaparco hanno subito raggiunto la zona (Luca Maurino, Bruno Usseglio, Silvia Alberti e Giuseppe Roux Poignant) e mentre i primi due hanno risalito il pendio del Francois-Pelvoux cercando negli impervi canalini rocciosi le tracce del gipeto, gli altri due si sono fermati più in basso a osservare l'ampio vallone alla ricerca di Herculis o di altri gipeti osservati nei giorni precedenti. Nessun risultato, anche per le condizioni atmosferiche in peggioramento con nubi sulle creste e leggero nevischio.
Si sono attivati così tutti i contatti della rete gipeto per cercare qualcuno che l'avesse visto: il giorno precedente Federica Gaydou, tecnico faunistico del Comprensorio Alpino TO1, aveva osservato e fotografato Herculis, due ore prima che smettesse di funzionare il
radio trasmettitore.

Il giorno successivo sono poi riprese le ricerche: Robi Janavel, appassionato referente della Rete Osservatori Alpi Occidentali e grande conoscitore di gipeti ha raggiunto la zona del Français Pelouxe, nonostante la presenza del poligono di tiro militare a Pian dell'Alpe.
Finalmente è risuscito a vederlo: Herculis volava tranquillo in compagnia di un altro gipeto
adulto. Il giovane gipeto stava bene: aveva solo perso la radio.

Nel pomeriggio Enrico Boetto, uno dei guardiaparco impegnati al mattino nella bonifica delle esche avvelenate con le squadre cinofile coordinate dal Corpo Forestale dello Stato, è riuscito a risalire e finalmente ha rinvenuto in un canale ghiacciato la radio satellitare.

Questa è una storia a lieto fine, grazie alla passione e all'impegno dei professionisti e dei frequentatori del parco, uniti dall'ammirazione per il più bell'avvoltoio alpino.

Ovviamente Herculis è rimasto senza la radio satellitare, che doveva permettere il suo monitoraggio per alcuni anni e potrà essere seguito in futuro solo grazie alle segnalazioni dei frequentatori della montagna. Per questo, gli studiosi della Rete Osservatori Alpi Occidentali chiedono a tutti i frequentatori della montagna di inviare le osservazioni di gipeto, meglio se corredate da fotografie, attraverso la compilazione di una scheda scaricabile sul sito internet del parco: http://www.parchialpicozie.it e di inviarla compilata a:

per l'alta Val Chisone- Val Germanasca: Silvia Alberti (Parco Val Troncea)
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per l'alta Val Susa: Giuseppe Roux Poignant (Parco Gran Bosco di Salbertrand)
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per la bassa Val Susa: Giuseppe Ferrero (Parco Orsiera - Rocciavrè)
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per le altre aree alpine piemontesi: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o ai referenti della Rete Osservatori Alpi Occidentali, i cui indirizzi sonoreperibili sul bollettino Infogipeto. 

... Ringraziando ovviamente tutti per la preziosa collaborazione!

(Fonte:www.parchialpicozie.it)

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