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La Viglianottera, richiamo di punta del nuovo Museo palentologico

Il grande cetaceo alla mostra "Quando tra i filari... nuotavano le balene" di Palazzo del Michelerio

  • a cura dell’Ente di gestione Aree protette astigiane
  • novembre 2013
Lunedì, 17 Marzo 2014
La Viglianottera, richiamo di punta del nuovo Museo palentologico La Viglianottera, richiamo di punta del nuovo Museo palentologico

La più soddisfatta? Il sindaco di Vigliano, Emma Adorno, che due anni fa aveva lanciato l’appello: “Riportiamo a casa la balena”. Eccola accontentata: “sdoganata” dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, dove è stata conservata per decenni, la Viglianottera ha preso forma a Palazzo del Michelerio, sede dell’Ente di gestione delle Aree protette astigiane, dove mani esperte hanno ricomposto pazientemente il suo lungo scheletro fossile (8 metri).

Il reperto, vissuto tre milioni e mezzo di anni fa, viene considerato dagli esperti “di grande importanza sia dal punto di vista storico che scientifico: sicuramente appartiene a una nuova specie e questo costituisce un valore aggiunto” ha sottolineato Giorgio Carnevale, docente al dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Torino. Dopo molti anni il professor Giulio Pavia, paleontologo di fama internazionale, ha rivisto la pinna destra della balena che con un compagno universitario aveva recuperato nel 1961 in frazione Valmontasca di Vigliano (due anni prima era stato scoperto il possente scheletro).
Gli astigiani potranno osservare la Viglianottera, e gli altri grandi cetacei ritrovati nell’Astigiano dal 1959 a oggi, nella mostra permanente “Quando tra i filari… nuotavano le balene” inaugurata lo scorso 26 ottobre.
Per l’Ente di gestione un’occasione per mostrare i propri tesori e sottolineare l’importanza dell’attività svolta: “Asti, insieme alla Toscana e al Nord Carolina - ha spiegato il conservatore museale e paleontologo Piero Damarco - è uno dei tre centri al mondo specializzati nello studio dei delfini fossili. E i cetacei visibili nella mostra rivestono un’importanza a livello internazionale”.
“I beni paleontologici dell’Astigiano - ha confermato Alberto Crosetto per Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte -  hanno un rilievo eccezionale: questa realtà, ben affermata a livello europeo, è ancora poco conosciuta a livello locale. L’esposizione al pubblico della balena di Vigliano e degli altri reperti rappresentano un momento entusiasmante e un sogno a lungo accarezzato”.

Insieme alla Viglianottera si possono vedere le balene di San Marzanotto e Chiusano, i delfini ritrovati a Belangero e Settime: una collezione chiamata a comporre la prima sezione del nascente Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano e del Monferrato. “Un richiamo per gli studiosi e gli appassionati, ma anche per i turisti: la nostra offerta è variegata, siamo una piccola struttura con pochi dipendenti, ma con molta competenza” ha sottolineato Felice Musto, presidente dell’Ente di Gestione.

Nessun dubbio per il sindaco Emma Adorno che il patrimonio paleontologico rappresenterà in prospettiva “il rilancio dei territori, anche se non con riscontri immediati”, mentre ciò che sta nascendo al Michelerio contribuirà “a irrobustire la concezione del museo diffuso” in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Per l’Ente di gestione, come ha ricordato l’ex presidente Gianfranco Miroglio, il recupero dello storico palazzo di corso Alfieri e l’allestimento del nuovo museo paleontologico hanno rappresentato “uno dei progetti più impegnativi degli ultimi vent’anni”.

Info: Ente di Gestione delle Aree Protette Artigiane, tel./fax: 0141 592091, www.parchiastigiani.org - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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