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L’archeparco delle Marittime

Una ri-proposizione di un insediamento dell'età del bronzo

  • a cura dell’Ente di gestione del Parco Alpi Marittime
  • novembre 2013
Lunedì, 17 Marzo 2014
inaugurazione area necropoli foto arc Parco inaugurazione area necropoli foto arc Parco

È stato inaugurato la scorsa estate l'archeoparco della Necropoli di Valdieri, realizzato dal Parco delle Alpi Marittime con la supervisione della Soprintendenza regionale per i Beni Archeologici e del Museo delle Antichità Egizie.
La Necropoli protostorica del paese della Valle Gesso è un sito archeologico piccolo ma importante nel panorama italiano: qui, in un lungo arco di tempo che va dall'età del bronzo alla prima età del ferro furono seppellite, con modalità inusuali, quelle che si ritiene fossero le persone di spicco della comunità del tempo.
La Necropoli sorge su un terreno di circa 10.000 mq di proprietà del Parco naturale delle Alpi Marittime sul quale l'Ente ha collocato, con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Centro di Archeologia Sperimentale di Torino, il primo parco archeologico cuneese.
Si tratta di un insieme integrato di beni archeologici, elementi naturali e accurate ricostruzioni ambientali che ha lo scopo di conservare e far conoscere il nostro patrimonio storico e preistorico al grande pubblico, calando il visitatore in momenti di vita quotidiana di culture e stili di vita oramai scomparsi, o molto lontani da noi.
La ricostruzione fedele di un edificio dell'età del bronzo, insieme a orti, recinti per gli animali domestici, fornaci e così via, ci permetteranno di rivivere momenti ed esperienze simili a quelle dei nostri antenati del 1200 a .C. Affianca l'archeoparco e il suo museo il nuovo laboratorio didattico allestito presso la sede del Parco di Valdieri presso il quale si svolgeranno attività didattiche quali la preparazione di ceramiche, tessuti e monili realizzati con tecniche dell'età del bronzo o del ferro.
Il parco archeologico è destinato ad accogliere gruppi scolastici e famigliari, comitive di adulti e singoli, secondo modalità adeguate al tipo di visitatore e sempre con l'interpretazione di un archeologo. Particolari programmi di attività, di durata e complessità variabile a secondo dell'utenza, sono stati realizzati in collaborazione col Museo Civico di Cuneo.
Buona parte dei lavori e delle attrezzature dell'archeoparco e del laboratorio presso la sede del Parco sono stati realizzati nell'ambito del Piano integrato transfrontaliero (PIT) finanziato dal Programma europeo Alcotra.

Che cos'è l'archeoparco? È un parco che unisce scavi o beni archeologici con l'ambiente naturale circostante e con ambientazioni e strutture museali, di vario tipo, che ricostruiscono momenti di vita quotidiani del tempo.
A Valdieri dopo la scoperta di una necropoli e la sua valorizzazione con una struttura di copertura e con informazioni è stato allestito un Museo con i reperti trovati durante gli scavi effettuati dalla Soprintendenza dei Beni archeologici del Piemonte.
Quest'anno si è deciso di aggiungere ulteriori tasselli all'esistente ed è stata costruita una casa con il tetto di paglia, un forno per la cottura delle ceramiche e la fusione del bronzo, predisposto un laboratorio per le attività didattiche e laboratori presso la sede del Parco. L'insieme di tutti questi elementi è l'archeoparco che sarà animato da archeologi per aumentare l'offerta didattica per scuole e per aggiungere un ulteriore richiamo turistico in Valle Gesso.

Vedendo la foto vi sarà sorta la domanda "Le case dell'età del bronzo in vallata erano fatte così?
La domanda resta aperta perché in Valle Gesso o nelle vallate vicine non è stato ancora ritrovato alcun edificio abitativo dell'età del bronzo.
Per questo la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte ha deciso di prendere come modello uno degli edifici di un villaggio dello stesso periodo scoperto e studiato presso Calcinato, in provincia di Brescia. Il villaggio era composto da una serie di edifici rettangolari di pianta 7 x 11 o 8 x 12 metri , separati fra loro da sentieri lastricati. Lo studio progettuale e la cantierizzazione dell'edifico è stato affidato al Centro di Archeologia Sperimentale di Torino (CAST), che collabora da anni con la Soprintendenza, il quale ha curato che l'edificio fosse costruito secondo le tipologie e in accordo con la tecnologia in uso nel 1200 a .C., utilizzando materiali allora disponibili lavorati secondo le capacità del tempo.

L'edificio deve però rispondere agli odierni requisiti di sicurezza per poter essere visitato: sono stati quindi adottati accorgimenti tecnici moderni (viti passanti, staffe, basamenti in cemento ecc) che saranno opportunamente occultati all'osservatore e che non diminuiscono minimamente il valore assolutamente scientifico della riproduzione.
Le dimensioni dell'edificio dipendono da tre fattori: le dimensioni reali della pianta (compresa la disposizione esatta dei pali di sostegno della costruzione); l'angolo del tetto, che deve essere di circa 65° complessivi per far scaricare la neve (come nei tetti in paglia costruiti ancora oggi); la necessità di rendere visitabili in sicurezza i locali da parte di persone alte mediamente 30 cm più degli abitanti originali.
La volta del locale a piano terra non doveva superare forse i 180 cm, sufficienti per gente alta un metro e mezzo, e forse la parte terminale delle falde del tetto finivano per sfiorare o per avvicinarsi di più al terreno, dando all'interno l'aspetto di una sorta di locale "mansardato", quindi possiamo immaginare un edificio originale più basso di 150 cm, non di più.

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