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Verrua una fortezza per i pipistrelli

I resti dell'antica Fortezza di Verrua sorgono su di un'altura al confine tra le province di Torino, Vercelli e Alessandria, al punto di incontro delle colline casalesi e torinesi.

  • Miriam Canonica
  • ottobre 2011
  • Sabato, 5 Novembre 2011


I pipistrelli sono gli unici mammiferi ad aver acquisito la capacità di volo attivo, avendo sviluppato un sistema di biosonar che li rende capaci di localizzare le loro prede anche in assenza di luce. Si tratta di un gruppo di animali molto sensibili alle trasformazioni degli habitat e agli inquinamenti ambientali, tutelati dalla normativa europea per il loro fondamentale ruolo negli equilibri naturali. Uno studio condotto da Roberto Toffoli all'interno del Parco del Po vercellese/alessandrino ha portato al censimento di 16 specie, nonché al ritrovamento all'interno della Fortezza di Verrua della più grande colonia piemontese di vespertilio minore Myotis oxygnathus. Monitoraggi realizzati con videocamere all'infrarosso hanno permesso di censire circa 1.700-1.800 femmine prima dei parti (mese di giugno). Nel sito sono presenti anche alcuni individui singoli di vespertilio smarginato Myotis emarginatus e rinolofo maggiore Rhinolophus ferrumeuinum e un roost riproduttivo di circa 20-30 individui di vespertilio di Natterer Myotis nattereri.
Laura Gola – Parco del Po vercellese/alessandrino

I resti dell'antica Fortezza di Verrua sorgono su di un'altura al confine tra le province di Torino, Vercelli e Alessandria, al punto di incontro delle colline casalesi e torinesi. Insieme alla piazzaforte di Crescentino, alla quale era collegata attraverso un ponte di barche, la Fortezza ha sconvolto, nei secoli, piani di guerra delle grandi potenze europee e la sua complessa storia è dovuta in gran parte all'importanza strategica della sua posizione, dominante la confluenza della Dora Baltea nel Po. Ciò che oggi rimane dell'antica struttura, importante baluardo difensivo di Casa Savoia, costituisce un elemento di grande valore storico, intimamente connesso con le vicissitudini storiche del Piemonte. L'origine del nome "Verrua" è da ricondurre alla voce latina verruca, ovvero "poggio", o "protuberanza", termine derivante dalla sua particolare conformazione che presentava un "picco" proteso verso il Po. Già citata in un documento del 999 in favore del Vescovado di Vercelli, la Fortezza subì l'assedio da parte di Federico Barbarossa nel 1167 e poi del Marchese del Monferrato nel 1387. Nel 1561, dopo essere stata utilizzata quale quartier generale per la conquista del Piemonte, dagli spagnoli e poi dai francesi, venne eretta in contado a favore del Conte Scaglia, uno degli uomini più importanti del ducato. Fortificata agli inizi del '600, Verrua ebbe un ruolo determinante nel 1625, durante la guerra dei Trent'Anni, per la resistenza opposta agli spagnoli. In questa occasione Carlo Emanuele I duca di Savoia, spalleggiato dal Cardinale Richelieu, si inserì nel conflitto cercando di espandere i propri possedimenti sul Monferrato a danno degli spagnoli. Filippo IV attaccò la fortezza ma dopo tre mesi di conflitto dovette abbandonare il campo non essendo riuscito a occupare il piccolo presidio di Verrua. La lungimiranza dei duchi sabaudi, in un secolo caratterizzato da numerosi conflitti sul territorio piemontese, portò a una radicale trasformazione della fortezza durante il periodo immediatamente successivo al grande assedio del 1625. Le fortificazioni vennero rafforzate e ammodernate per mano dell'architetto militare Maurizio Valperga con la consulenza dell'ingegnere militare francese Vauban, per far fronte alle necessità di difesa imposte dall'utilizzo di nuove tecniche militari e da un uso sempre più massiccio della polvere da sparo. Venne così realizzato un triplice ordine di bastioni necessario a coprire quanto più possibile l'interno alla vista, difendendo le retrostanti fortificazioni da eventuali attacchi. In questo periodo anche la struttura interna del dongione, il cuore della fortezza, ultimo rifugio per i combattenti, subì ammodernamenti attraverso la costruzione di nuove caserme (delle quali rimane soltanto una parte), di fortini e di un pozzo, riscoperto di recente, voluto per garantire ai soldati un costante approvvigionamento d'acqua. Qualche anno dopo l'ultimazione di tali lavori, Verrua consacrò definitivamente la sua fama a livello europeo durante l'assedio del 1704-1705, tra le battaglie della Guerra di Successione Spagnola. La scintilla che portò la guerra anche sul territorio piemontese fu il cambio di alleanza da parte di Vittorio Amedeo II, in un primo tempo schierato a fianco dei francesi di Luigi XIV, il Re Sole, ma allettato dalle proposte dell'Imperatore d'Austria Leopoldo II. Il 14 ottobre 1704 il Duca di Vendôme a capo di trentamila soldati francesi raggiunse Verrua, mentre marciava alla conquista di Torino. La fortezza rappresentava, all'epoca, l'ultima difesa della capitale sabauda lungo il Po: caduta Verrua, Torino non avrebbe più avuto una valida difesa. Al contrario di quanto previsto (tre settimane per mettere in ginocchio Verrua), il Duca di Vendôme iniziò un assedio della durata di sei mesi, terminato il 9 aprile 1705 dopo incessanti attacchi e innumerevoli operazioni di guerra. I francesi, infatti, non erano preparati per combattere in una situazione caratterizzata da rigide temperature invernali, da abbondanti piogge e dal perdurare di una fitta nebbia che celava la vista della fortezza per molti giorni consecutivi. L'8 aprile il governatore della fortezza, Von Fresen, fece saltare le fortificazioni ancora in piedi e, dopo aver ritirato la guarnigione, si dichiarò prigioniero di guerra: all'alba del 9 aprile 1705 della grande roccaforte di Verrua rimase integro solo il dongione. La storia recente e il futuro Durante l'800 la struttura dell'antica fortezza di Verrua, non più utilizzabile per scopi difensivi, passò nelle mani di diversi proprietari, tra i quali i Marchesi di Ivrea che a metà del secolo scorso la cedettero a una ditta per l'estrazione della marna cementifera. Tutto ciò nonostante l'instabilità del terreno, nota da secoli e più volte segnalata alle autorità. Fu così che il 5 settembre 1957 il "picco" crollò, travolgendo quattro arcate del ponte sul Po tra Verrua e Crescentino e la casa sottostante (la Trattoria dei Pescatori), provocando la morte di sei persone. Dopo il tragico episodio lo sfruttamento della Rocca sul lato verso Po venne sospeso e si aprì una cava sul sito in cui sorgeva il borgo di Verrua. I resti dell'antica e gloriosa fortezza vennero abbandonati. Cinquant'anni di abbandono e di degrado sono quindi il passato recente. Ben diverso per fortuna appare il futuro: dal 2005, in occasione della ricorrenza del trecentenario dell'assedio del 1704-1705, l'Amministrazione Comunale di Verrua Savoia, in collaborazione con le associazioni del territorio, ha intrapreso una importante "battaglia" per la rivalutazione del bene che ha permesso di far conoscere questo luogo a migliaia di visitatori. In particolare l'Associazione "La Rocca di Verrua", con il Comune prima e con la Fondazione "Eugenio Piazza - Verrua Celeberrima Onlus" poi, si è impegnata nella salvaguardia e nella promozione della fortezza attraverso visite guidate, pubblicazioni di carattere storico, organizzazione di convegni e di eventi sempre animati da folta partecipazione. Nel 2008 la proprietà ha ceduto l'immobile alla Fondazione Eugenio Piazza, permettendo in tal modo l'accesso a un finanziamento regionale. Grazie a questo si potrà procedere al tanto auspicato restauro che donerà nuovamente alla Fortezza quella dignità peduta nel corso degli ultimi decenni. Il progetto è finalizzato al recupero del fabbricato principale situato all'interno del dongione, rispettando le architetture proprie della fortezza militare. I locali interni sarano adibiti a sala per conferenze e convegni al piano terreno, a Museo dell'Assedio del 1704-1705 al primo piano, mentre spazi polifunzionali saranno realizzati al secondo piano. Durante le stagioni di apertura, essenziale è stata la collaborazione dell'Associazione Pietro Micca e del "Coordinamento Rievocazioni storiche 1600-1700" di Torino. Dal 2005 la rievocazione finalizzata alla commemorazione dell'assedio del 1704-1705 è divenuta un appuntamento annuale. Durante la manifestazione i gruppi allestiscono i campi di battaglia e gli attendamenti riproponendo fedeli riproduzioni del passato. Verrua, oltre che per la sua storia, rappresenta un luogo importante per la sua valenza paesaggistica e geologica. La collina sulla quale sorge l'antica fortezza è una vera balconata sul fiume Po e offre una vista magnifica sulla pianura del vercellese e sulla catena alpina. Nell'ottobre del 2010 è stato inoltre inaugurato il geosito all'interno della cava che occupa parte del luogo su cui sorgevano le antiche fortificazioni. I depositi pliocenici della cava sono frutto dell'attività di un vulcano di fango sottomarino formatosi in seguito all'eruzione di argilla mista ad acqua e a metano. La messa in sicurezza del sito consentirà ai visitatori un percorso nell'anfiteatro del geosito che consentirà di accedere anche alla storia geologica del territorio. Ben più antica della storia umana.
Associazione "La Rocca" Verrua Savoia

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