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Pipistrello cerca casa... e la trova

Il pipistrello non è ancora il migliore amico dell'uomo (anche se è ghiotto di zanzare...) ma qualcosa sta cambiando. Lo dimostra il successo ottenuto dal progetto realizzato dalla Rete di Riserve Alta Val di Cembra - Avisio per tutelare questo animale importantissimo per l'equilibrio dell'ecosistema e in pericolo a causa dell'uso eccessivo di prodotti chimici in agricoltura, la difficoltà a trovare luoghi dove ripararsi e non ultimo, il pregiudizio.

  • Ludovica Schiaroli
  • Dicembre 2020
  • Mercoledì, 16 Dicembre 2020
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Foto p.g.c.  Rete di Riserve Alta Val di Cembra-Avisio Foto p.g.c. Rete di Riserve Alta Val di Cembra-Avisio

 

Corre voce che sia una creatura malefica, cieca e aggressiva, che porti male, che abbia la pessima abitudine di buttarsi a capofitto tra i capelli, che sia spaventoso a vedersi da vicino. Così Isabella Lattes Coifman, etologa, giornalista e amante degli animali, descrive il pregiudizio di cui da secoli è vittima il pipistrello.

Con questa consapevolezza nel 2018 in Alta Val di Cembra (Trentino), prende il via il progetto "pipistrello cerca casa" che ha l'obiettivo di fare conoscere ad adulti e bambini il chirottero, questo il suo nome scientifico, e la sua importanza per l'equilibrio del nostro ecosistema.

Il pipistrello tra leggenda e realtà

Da secoli il pipistrello esercita sull'uomo un misto di fascino e paura senza confini: tra i cinesi è simbolo di fortuna, per i buddisti è considerato talvolta sacro, mentre nella cultura romana e cristiana era visto come un essere vicino al diavolo. Alla sua cattiva fama contribuì anche lo scrittore Bram Stoker che nel 1897 fa trasformare Dracula in un pipistrello assetato di sangue, da lì in poi ci penserà il cinema a immortalare in centinaia di pellicole horror l'immagine del vampiro pipistrello. A risollevarne le sorti non basterà nemmeno il fumetto Batman (1939), dove il supereroe indossa un costume da pipistrello per combattere il crimine.

Tornando alla realtà i chirotteri sono gli unici mammiferi in grado di volare, sono animali innocui e molto utili all'uomo. Nel mondo ne esistono moltissime specie (1.231) di diverse dimensioni (il pipistrello calabrone non pesa più di 2 grammi, mentre i più grandi pipistrelli al mondo possono raggiungere anche 1,6 kg di peso e un'apertura alare di 1,8 metri).

"In Trentino - spiega Elisa Travaglia, referente per la comunicazione per la Rete di Riserve Alta Val di Cembra-Avisio - le specie presenti sono circa 27 di cui 11 sono state censite nel nostro territorio: tutti microchirotteri cioè di piccole o piccolissime dimensioni. I pipistrelli locali, pur essendo molto piccoli, sono dei validi alleati per l'uomo essendo dei voraci predatori di insetti, si calcola infatti che, in una sola notte, un singolo pipistrello sia in grado di mangiare dai 1.500 ai 2.000 insetti, tra cui una significativa percentuale di zanzare, da 500 a 1000 zanzare per notte".

Se non fosse per quel fascino sinistro che molti continuano a riconoscergli, il pipistrello potrebbe diventare il migliore amico dell'uomo, almeno in estate!

Adotta un pipistrello

Con questo slogan nella primavera del 2018 la Rete di Riserve lancia la campagna di sensibilizzazione nei confronti dei chirotteri: l'iniziativa, che fa parte delle azioni di tutela e monitoraggio della biodiversità nelle aree protette, invita la popolazione a ospitare all'esterno delle loro abitazioni piccole casette (bat box) che possono fungere da rifugio ai chirotteri. Le bat box - costruite da una cooperativa sociale del territorio - sono fornite gratuitamente a chi ne fa richiesta dalla Rete di Riserve.

"L'idea del progetto è nata da una ricerca del MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, che confermava la presenza di specie di chirotteri piuttosto rare sul nostro territorio". Così Elisa Travaglia racconta come e perché si sia deciso di trovare casa ai pipistrelli trentini.

"L'obiettivo principale non era tanto dare riparo al pipistrello - il nostro è un territorio fatto di piccoli paesi, dove i pipistrelli non faticano a trovare rifugi - ma fare capire alle persone che non è un animale pericoloso, che non si attacca ai capelli, che non porta sfortuna e tutte quelle credenze che ci sono state trasmesse, ma anzi è un animale importante per l'equilibrio ambientale e che tra l'altro, nel nostro territorio esistono alcune specie rare da proteggere".

Il progetto - che è stato finanziato con i fondi del Piano di Sviluppo Rurale - prevedeva anche una serie di incontri informativi con esperti naturalisti che spiegavano le caratteristiche del chirottero, i loro bisogni e come può essere utile all'uomo.

Tutti vogliono la bat box

Il progetto è piaciuto oltre ogni aspettativa e tutte le bat box sono state prenotate e ritirate. "In pochi mesi le abbiamo esaurite tutte - continua Elisa Travaglia - ci hanno chiamato anche da fuori regione, ma il nostro obiettivo era distribuirle nel nostro territorio. Abbiamo riscontrato un grande interesse: ci chiamavano per chiedere consigli su dove sistemare le casette rifugio... e, anche se a volte non venivano utilizzate, ci informavano sulle abitudini dei pipistrelli, oltre che avere segnalato alcune specie rare".

L'interesse continua e Travaglia conferma che per il 2021 il progetto è stato riconfermato e ci saranno altre cento bat box da distribuire.

Nel frattempo il progetto è stato replicato nel Parco Montebaldo, che fa parte della Rete di Riserve: la formula è la stessa, questa volta però oltre alle serate di divulgazione, sono stati coinvolti i bambini con un corso per imparare a costruire la casetta rifugio.

"Sarebbe importante che il nostro progetto venisse replicato in una città medio grande dove non ci sono case con sottotetti e tutti quei posti che si possono trovare in montagna e per il pipistrello è più difficile trovare rifugi" - conclude Elisa Travaglia.

Dalla Toscana, "un pipistrello per amico"

Il progetto è partito nel 2016 dal Museo di Storia naturale dell'Università di Firenze con l'obiettivo di dare rifugio a pipistrelli che frequentano ambienti urbanizzati.

"Siamo partiti da Fiesole e poi ci siamo allargati a tutta la Toscana e poi all'Italia - spiega Paolo Agnello, responsabile del progetto - abbiamo avuto anche richieste da EuroBats (Nazioni Unite) per aiutarli a diffondere il progetto in Europa, ma poi non si è concretizzato per loro problemi organizzativi. Abbiamo contribuito alla diffusione di almeno 65.000 batbox e anche se oggi il progetto è concluso, continuiamo a seguire i nostri bat-sostenitori che ancora ci scrivono numerosi".

Bat box fai da te

Nel caso alla fine della lettura vi fosse venuta voglia di dare rifugio a qualche chirottero, ecco alcune informazioni utili:

La bat box per offrire un buon rifugio ai pipistrelli deve avere alcuni requisiti: essere abbastanza grande (almeno 30x60 cm), costruita con un legno spesso (almeno 1,5 cm), ben assemblata e senza spifferi, mai trattata con fungicidi o vernici alla nitro.

Può essere appesa alle pareti esterne della casa, preferibilmente in una zona silenziosa. Sono i pipistrelli a scegliere il loro rifugio e non è possibile trasferirli forzatamente.

I pipistrelli mangiano le zanzare, ma non si cibano solo di queste. Quindi non basta installare una bat box per risolvere il problema dei fastidiosi insetti.

Per essere pronte al risveglio dei pipistrelli dal letargo, nel mese di marzo, le bat box devono essere installate con un po' di anticipo, al fine di assorbire l'odore dell'ambiente circostante e poter essere percepite come luoghi sicuri da questi animali.

La bat box si può comprare o costruirsela da soli seguendo diversi tutorial che si trovano su You tube. Ma i pipistrelli sono animali diffidenti, non bisogna dare per scontato che il rifugio che offriremo loro sarà utilizzato, a volte ci vuole molto tempo perché prendano confidenza e lo utilizzino.

Quanti pipistrelli stanno dentro una bat box? Il record conosciuto, al momento, è stato registrato dall'Università di Firenze che ha contato che dentro una bat box di 60 per 35 centimetri possono starci fino a 86 pipistrelli. Un video lo testimonia.

 

 

 

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