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Pseudoscorpioni, temibili predatori in miniatura

Sono animali molto piccoli, lunghi solo qualche millimetro e muniti di piccole chele. E' una fortuna, perchè sono feroci predatori anche grazie a ghiandole velenifere atte a stordire e uccidere le proprie prede.

  • Testo e foto di Federico Crovetto*
  • Gennaio 2024
  • Venerdì, 5 Gennaio 2024
Primo piano di uno pseudoscorpione Primo piano di uno pseudoscorpione

Gli pseudoscorpioni devono il proprio nome alla somiglianza con i loro cugini aracnidi, dai quali si differenziano per l'assenza del telson (coda), i cui segmenti sono integrati nell'addome.

Le chele servono all'animale per catturare le sue prede e, essendo provviste di ghiandole velenifere (di solito in una sola delle due dita) anche a ucciderle.
Una volta afferrate usa i suoi cheliceri, invisibili a occhio nudo, per sminuzzarle.

Dopo aver paralizzato il malcapitato inizia la produzione di succhi gastrici atta a sciogliere il corpo della preda, che verrà successivamente succhiato in forma liquida.

Le principali prede di questo "temibile" predatore in miniatura sono, ovviamente, a loro volta molto piccole: si tratta principalmente di collemboli e psocotteri.

La maggior parte delle specie di pseudoscorpioni sono solitarie, ma ve ne sono alcune che creano delle piccole colonie; in questi casi c'è cooperazione nella caccia, che consente loro di catturare prede anche un pochino più grandi.

I cheliceri, oltre alla funzione di tagliuzzare il cibo, sono in grado di secernere, grazie ad altre ghiandole, dei fili sericei. Questi servono a creare il proprio nido, solitamente a forma di cupola, dentro al quale svernano a volte anche in piccoli gruppi e che serve alla femmina per deporre le uova. In alcune specie le femmine sono in grado di produrre anche una sostanza liquida atta alla nutrizione dei nuovi nati, fino a quando non saranno cresciuti e la madre procurerà loro dei piccoli insetti. A volte anche il maschio contribuisce alla crescita dei giovani.

Un comportamento singolare è quello della foresi, cioè l'abitudine di attaccarsi alle zampe o ai peli di un'ospite (la modalità varia a seconda delle sue dimensioni) per farsi trasportare in altri luoghi. Viste le ridotte dimensioni e le scarse capacità di spostamento degli pseudoscorpioni, questo è un buon modo per velocizzare la dispersione.

Frequentano microhabitat ricchi di umidità, come la lettiera dei boschi e gli spazi sotto i sassi. Alcuni vivono all'interno della corteccia degli alberi, altri ancora si possono incontrare nelle grotte.

Alcune specie più resistenti sono attive anche d'inverno, quando le temperature non sono troppo rigide, dandoci la possibilità di incontrarli perfino sulla neve.

Se notiamo qualcosa di molto piccolo che cammina all'indietro, allora abbiamo individuato uno pseudoscorpione.

Tra i generi più facilmente rinvenibili abbiamo sicuramente Neobisium sp. e Chthonius sp., entrambi assidui frequentatori delle lettiere forestali.

 

*Naturalist and Wildlife Photographer

Web: www.federicocrovetto.it
Instagram: @federico.crovetto
Facebook: Federico Crovetto Naturalist and Wildlife Photographer

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