Stampa questa pagina

Vita da rondine

Questa settimana il nostro "Speciale 40 anni" ci ripropone un'affascinante viaggio alla scoperta di un uccello che occupa piccoli spazi sotto i nostri tetti. Riccardo Ferrari nel 2000 raccontava infatti la vita delle rondini e le abitudini di questi passeriformi che da sempre hanno convissuto con l'uomo, fin dall'alba della civiltà.

  • Riccardo Ferrari
  • Marzo 2023
  • Martedì, 28 Marzo 2023
Foto Pixabay Foto Pixabay

Tornata che fu, la rondine voleva fare il nido nell'orecchio dell'elefante. Ma l'elefante scosse la testa dicendo: "Va' via!". Perciò oggi le rondini fanno il nido nelle case.

Tratta da una antica leggenda africana, questa citazione mette in evidenza quella che forse è la peculiarità più originale che contraddistingue la rondine dalla totalità degli uccelli: la sua atavica convivenza con l'uomo.

Fin da quando i nostri antenati cominciarono a popolare gli anfratti rocciosi, la rondine è stata testimone della nostra storia e ancora oggi la maggior parte dei nidi di rondine si incontra in prossimità dell'uomo.

Un coinquilino non troppo conosciuto

Nonostante la millenaria convivenza della rondine con il genere umano, confermata dalle antiche e numerose testimonianze iconografiche che la ritraggono con fedeltà di particolari, questo visitatore d'estate non è troppo conosciuto dal profano, il quale spesso identifica con le rondini anche i balestrucci o addirittura i rondoni, uccelli che con le rondini proprio non hanno nulla a che spartire.

La rondine (Hirundo rustica) infatti è, a differenza del rondone (Apus apus), un passeriforme, e si distingue dal 'parente' balestruccio per la colorazione del piumaggio e per la forma della coda; ma è soprattutto l'ambiente frequentato che permette di distinguere il 'cittadino' balestruccio (denominato per l'appunto Delichon urbica) dalla rondine, rustica di nome e di fatto.

Le conoscenze sulla biologia della rondine stanno invece rivelandosi sempre più approfondite, lungi dalle credenze che in passato erano professate anche dai più rinomati uomini di scienza: già Aristotele, e poi anche Linneo, sostenevano che durante l'inverno le rondini cadessero in letargo sul fondo degli stagni e del mare, per tornare a riemergere solo all'approssimarsi della bella stagione; in realtà è la migrazione stagionale che determina la presenza di questi ospiti estivi.

Da aprile a settembre li troviamo alle nostre latitudini, impegnati nel duro compito di procreare ed allevare la figliolanza, giusto in tempo per la nuova fatica della migrazione nel continente africano; alla deposizione delle uova, mediamente 4-5, segue la cova, che terrà occupata la femmina per circa due setti-mane. Invece il maschio della coppia non si occupa di questa attività e, senza obblighi famigliari, cerca di massimizzare il proprio successo riproduttivo accoppiandosi con altre femmine.

Una coppia poco fedele

Il fenomeno della poliginia (un maschio che feconda più femmine) è, nelle rondini, tutt'altro che infrequente, e si verifica soprattutto quando esistono molti individui che nidificano a brevi distanze: nelle grosse cascine di pianura, dove esistono molti nidi vicini, spesso i maschi più intraprendenti accudiscono due nidiate contemporaneamente e possono anche accoppiarsi con una terza femmina che poi viene abbandonata a se stessa per l'allevamento della prole; quando invece la coppia nidifica isolata da altri conspecifici, il maschio accudisce una sola nidiata per volta.

Queste due strategie riproduttive rappresentano una risposta evolutiva di a-dattamento ad entrambe le situazioni in cui la rondine può trovarsi a vivere: in grosse concentrazioni o in coppie isolate.

Nel primo caso viene favorita una certa promiscuità e allora il maschio adotta una strategia riproduttiva mista (Mixed Reproductive Strategy), cercando accoppiamenti con il maggior numero possibile di femmine. Questo gli permette di aumentare il numero dei figli che, come si sa, possiedono metà del corredo cromosomico paterno, incrementando in definitiva il proprio successo riproduttivo. Per contro, i figli nati da accoppiamenti con femmine occasionali (Extra-Pair Copulations) avranno una minor probabilità di sopravvivenza, perché verranno allevati solo dalla madre. Occasionalmente il maschio adotta una strategia di vera e propria bigamia, allevando i piccoli nati da due femmine diverse.

Quando invece le nidificazioni non avvengono in grandi concentrazioni numeriche, l'unica strategia che il maschio può seguire è quella di accudire con massima cura l'unica nidiata di cui è padre; in questo modo il numero di piccoli prodotti sarà minore, ma aumenterà la probabilità che quei pochi sopravvivano fino all'età adulta.

D'altra parte, anche la femmina deve in qualche modo garantire il proprio successo riproduttivo, mettendo in atto delle strategie volte alla scelta del maschio migliore con cui accoppiarsi.

Non è certamente esclusivo della rondine il fenomeno della 'selezione sessuale', tramite cui è la femmina a scegliere il maschio migliore, giudicandolo tramite attributi fisici (i cosiddetti caratteri sessuali secondari) quali livree sgargianti o attività di corteggiamento particolari.

Anche nella rondine avviene qualcosa di simile e l'attributo fisico scelto per giudicare il possibile partner è la lunghezza delle timoniere esterne della coda, molto più allungate nei maschi.

Da una ricerca effettuata in Svezia, è risultato che i maschi a coda lunga sono quelli che vengono scelti per primi dal le femmine e riescono ad allevare quasi sempre più di una covata per stagione, massimizzando così il successo riproduttivo.

Per verificare queste osservazioni, sono stati effettuati degli studi sperimentali, accorciando e allungando artificialmente le code di un certo numero di maschi; è risultato che i partners più ricercati erano quelli forniti di coda, naturale o artificiale che fosse, più lunga, a conferma del fatto che la scelta della femmina si basa su questa caratteristica. Siccome esiste una correlazione tra età dell'individuo e sviluppo delle timoniere esterne della sua coda forse le femmine scelgono, attraverso questo attributo fisico, i maschi più 'maturi ed esperti, che possono dare garanzie di un miglior successo della covata.

Ecologia e conservazione

La rondine, per l'habitat che frequenta e per la sua dieta insettivora, è estremamente soggetta all'influenza dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura, anche se, già di per sè, è essa stessa un'ottima macchina distruggi-insetti: basti pensare che durante il periodo dell'allevamento dei piccoli, i genitori passano l'87,5% del proprio tempo in caccia, imbeccando i piccoli mediamente ogni 2-3 minuti e portando una media di 18 insetti per ogni imbeccata. Qualche semplice moltiplicazione ci dimostra che una coppia di rondini nidificante stermina all'incirca 4.500 insetti al giorno! Già nel secolo XIV, Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, emetteva un editto che recitava: "Nessuno catturi o uccida rondini e cicogne...", forse il primo caso noto di lotta biologica, nonché esempio da imitare ai nostri giorni.

Animali particolarmente dipendenti da determinate situazioni ambientali, come le rondini, sono certamente i primi a fare le spese dei danni provocati dall'uomo, e costituiscono un ottimo indicatore ecologico, un segnale che va letto con la dovuta apprensione. La specie ha infatti manifestato un netto declino tra gli anni '70 e '90, in 24 dei 36 paesi in cui nidifica regolarmente. Le cause di questo declino sono da ricercare in due ordini di problemi: le campagne trasformate sempre più in monocolture e desertificate dalla chimica di erbicidi e insetticidi, e le aree di svernamento interessate da fenomeni di desertificazione. Se si pensa che, per raggiungere i quartieri di nidificazione europei e poi fare ritorno in Africa per lo svernamento, le rondini percorrono ogni anno anche 25.000 km tra andata e ritorno (stiamo parlando di un uccelletto di neppure 20 grammi di peso, come una lettera postale), e che lungo la strada trovano la morte ogni anno il 33-43% degli adulti e il 70-80% dei giovani, è evidente l'importanza che ha il successo della riproduzione per rimpiazzare queste notevoli perdite.

Si tratta quindi di un problema di ampio respiro, le cause del quale sono anche da imputare all'azione negativa che gli interessi economici prevalenti esercitano a danno dell'ambiente naturale e agricolo.

Le rondini ogni anno percorrono migliaia di chilometri, sorvolando le nazioni in cui l'uomo ha diviso il mondo; sarà in grado l'essere umano di occuparsi oltre che della divisione politica, anche dell'integrità dell'ambiente e del territorio che amministra, perché la vita, e non solo quella alata, possa ripetersi nel tempo, come si ripete il puntuale ritorno della rondine a primavera?

 

Riccardo Ferrari, naturalista e ornitologo, è nato nel 1965 a Torino, dove vive. Laureato in Scienze naturali, è Socio Lipu dal 1984, e Delegato di Torino dal 1992. Per la Lipu è stato anche presidente del Gruppo di Organizzazione del Volontariato, contribuendo alla preziosa azione dei volontari sul territorio. 

Potrebbe interessarti anche...

Questo parente del fagiano, dal comportamento gregario e dalla silhouette rotondeggiante, si è d ...
Pochi animali godono di fama peggiore nell'immaginario collettivo. I serpenti sono stati di volta ...
Fortemente sensibili all'innalzamento delle temperature, al prolungarsi dei periodi di siccità e ...
Mentre nella maggior parte d'Italia iniziavano i preparativi per il cenone di San Silvestro, a Ve ...