Il clima sta cambiando ridefinendo le nostre abitudini. In autunno fa meno freddo e ci si veste come fossimo in tiepida estate. Mentre in estate non ci vestiamo quasi per sopportare i 40°C che soffocano le città e che prosciugano risorse idriche e ambiente. Proprio quest'anno abbiamo assistito a emergenze climatiche come la siccità estiva o i nubifragi autunnali che hanno portato disagio a strutture, persone e altri esseri viventi.
La specie umana non è infatti l'unica a dover combattere le temperature elevate e gli eventi meteorologici critici. Gli animali e le piante affrontano l'emergenza climatica con le capacità ereditate dall'adattamento evolutivo sviluppato nel corso dei secoli e, dove prima le loro caratteristiche erano un vantaggio nell'habitat in cui sono soliti vivere, ora rischiano di diventare uno svantaggio.
Per capire e conoscere i cambiamenti climatici è importante approfondire come questi influenzano anche gli animali che vivono sul nostro territorio.
Conosciamo la specie
La pernice bianca è un uccello galliforme della famiglia dei fasianidi. E' un animale che si è adattato a vivere a grandi altitudini, e ci resta per tutto l'anno, compreso l'inverno.
Il nome 'pernice bianca' deriva dal greco "lagos" che significa lepre e "pus" che significa zampe, a sottolineare la presenza di piume anche sulle zampe. La parola "muta" invece è in riferimento al suo particolare verso, quasi soffocato.
Il suo piumaggio varia a seconda della stagione e, in entrambi i casi, le permette di mimetizzarsi e sfuggire dai predatori. In primavera e in estate le piume assumono una colorazione bruna e grigia in raccordo con la vegetazione d'alta quota (arbusti e rocce) mentre in inverno, nel rispetto del suo nome, il piumaggio passa prima a schiarirsi, riducendosi prima in grigio e poi in bianco, a eccezione di piccole parti come le timoniere e le redini (la fascia di piume che avvolge gli occhi del volatile).
Maschio e femmina della pernice bianca hanno un leggero dimorfismo: il maschio, infatti, in primavera-estate è leggermente più scuro mentre in inverno manca delle redini nere.
La particolare biologia della specie la porta ad adattarsi ad alta quota anche durante l'inverno quando le temperature si fanno più rigide. Essendo erbivora, la pernice bianca si sposterà sui pendii meridionali, solitamente con temperature più alte, per nutrirsi di bacche e radici di arbusti ed erbe che si trovano tra le rocce.
I cambiamenti climatici stanno portando e porteranno, con il passare degli anni, pericolose conseguenze per questo uccello. L'aumento delle temperature anche sulle fasce nivali avrà come conseguenza un avanzamento delle foreste che per il momento rimangono estromesse su altitudini inferiori. Questo comporterà una riduzione di erbe e arbusti che verranno soppiantati per il bisogno fotosintetico da pini e abeti. Inoltre, la minor presenza di neve durante il periodo invernale, impedirà l'intelligente mimetizzazione della pernice che, anzi, spiccherà molto facilmente sui pendii e diventerà facile preda, ad esempio, per l'aquila reale. Un contesto mimetico che vale anche per altri animali come la lepre variabile.
La riduzione dell'habitat dovuta ai cambiamenti climatici vanno a braccetto con altre problematiche che la pernice deve affrontare. Tra questi anche il turismo estivo e invernale che disturba l'animale soprattutto durante la riproduzione, e la caccia non controllata. Infatti, nell'ultimo decennio, alcune regioni hanno disposto il divieto di caccia della pernice bianca, normalmente cacciabile, a causa del rischio critico a cui va incontro la specie. E' comunque tutt'oggi una specie cacciabile, nei limiti di legge, ma controllata attraverso piani di monitoraggio per tenere sotto controllo il suo stato di salute.
Fonti:
Variable decline of Alpine Rock Ptarmigan (Lagopus muta Helvetica) in Switzerland between regions and sites. Furrer, R., M. Schaub, A. Bossert, R. Isler, H. Jenny, T. Jonas, C. Marti & L. Jenni (2016)
Sito: uccellidaproteggere.it