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Quando l’uomo non è il miglior amico degli animali

Una riflessione sul rapporto tra uomo e animale che parte da un'intervista a chi gli animali li tutela per professione e approda a suggestioni cinematografiche...

  • Alessandro Paolini
  • Dicembre 2020
  • Venerdì, 26 Marzo 2021
Foto di Herbert Aust da Pixabay Foto di Herbert Aust da Pixabay

In base ai dati del 2019 resi pubblici dalle Procure della Repubblica e da quelle presso i Tribunali per i Minorenni, risulta che in Italia i procedimenti penali intrapresi per reati contro gli animali sono stati oltre 7.000 (di cui 580 in Piemonte) e le persone indagate oltre 4.700 (270 solo nella nostra regione). Si tratta di numeri significativi anche se, va detto, non tutti i procedimenti penali si concludono con una sentenza di colpevolezza.

Abbiamo incontrato il Garante per i Diritti Animali della Regione Piemonte, Enrico Moriconi, per conoscere la sua opinione sull'argomento.

Dottor Moriconi, quali sono i reati più odiosi che hanno per oggetto gli animali?

E' difficile stilare una classifica o una graduatoria di questo tipo. Tutti i reati sono deprecabili, tanto più quando provocano la sofferenza all'animale. Tra i peggiori, però, ci sono le corse clandestine di cavalli o i combattimenti tra cani. Si tratta di attività di per sé illegali che implicano grandi sofferenze per gli animali che vengono sottoposti a gare e ad allenamenti preparatori di cui non possono capire la ragione, perché nel mondo animale non esistono questi tipi di competizioni; oltretutto quando il cane o il cavallo non vincono vengono ancora sottoposti a crudeli punizioni. A parte questa tipologia di reati, in generale sono particolarmente gravi tutte le pratiche che inducono la morte dell'animale con metodi violenti.

Nella primavera dell'anno scorso, allo scoppio della prima ondata di pandemia, lei aveva rilanciato l'appello del Capo della Protezione Civile Borrelli a non abbandonare gli animali domestici, in particolare i cani, per il timore che potessero trasmettere il Covid-19 all'uomo, una circostanza peraltro smentita dagli scienziati. Le risulta che sia un fenomeno diffuso in Piemonte?

Fortunatamente no. Non risulta dai canili municipali che siano aumentati gli abbandoni di cani per questa motivazione nè il mio ufficio ha ricevuto segnalazioni a riguardo, mentre per quanto riguarda i gatti il dato è più difficile da monitorare. Un'altra possibile emergenza paventata in primavera riguardava l'abbandono di animali da parte di persone ospedalizzate per Covid-19, ma anche questa non si è verificata in proporzioni preoccupanti. D'altra parte in Piemonte l'abbandono degli animali domestici è un fenomeno sotto controllo e, anzi, si adottano molti animali.

A volte la cronaca ci racconta di animali selvatici uccisi con crudeltà da persone che manifestano in questo modo il loro spregio verso la natura. Cosa ne pensa?

Sono comportamenti gravi anche da un punto di vista sociale. Ovviamente si tratta di un approccio profondamente sbagliato perché non tiene conto che l'eccessiva diffusione di alcune specie è causata talvolta da errate politiche di reintroduzione, come è avvenuto per alcuni specie di ungulati, anche in modo illegale. Non dimentichiamoci inoltre che la maggioranza degli animali selvatici scappa di fronte all'uomo e reagisce in modo aggressivo solo  quando si sente minacciata.

Va ricordato che è stato recentemente istituito un tavolo regionale di confronto permanente con le associazioni animaliste e ambientaliste che da gennaio 2021 si riunisce ogni mese e in occasione del quale le associazioni possono presentare al Garante le istanze relative alle problematiche di tutela degli animali.

Sono di recente pubblicazione i dati relativi ai reati commessi contro gli animali, sia domestici che selvatici, in Italia e nelle singole regioni. Particolarmente odiosi i crimini perpetrati dalle organizzazioni criminali che vanno dalle corse clandestine di cavalli al traffico di cuccioli, dai combattimenti fra animali alle truffe nell'ippica e al business dei canili. E ancora: contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato, macellazioni clandestine e abigeato, pesca di frodo e illegalità nel comparto ittico, uso di animali a scopo intimidatorio o per lo spaccio di droga, traffici di animali via internet e zoocriminalità minorile.

Il cinema come veicolo di empatia

Il rapporto uomo - animale ci affascina da sempre e letteratura e cinema contemporaneo lo hanno esplorato e approfondito con una serie interminabile di titoli. Chi di noi non ha visto, magari versando qualche lacrima, "Gorilla nella nebbia", oppure "Babe, maialino coraggioso" o letto classici come "Zanna Bianca" e "Moby Dick"?

All'empatia con gli animali possono contribuire anche i documentari che, ancor più dei film, rappresentano il mondo animale senza retorica e in modo realistico. Un percorso interessante è quello intrapreso dal Torino Film Festival, che dal 2016 ha creato la sezione Non Umano che si propone di indagare il rapporto uomo – animale.

In occasione dell'edizione 2020 del TFF è stato presentato il film documentario "Gunda", reduce dalla 70° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. La pellicola vanta come regista Victor Kossakovsky, già autore di "Aquarela", documentario sulla bellezza e potenza dell'acqua, e come produttore il Premio Oscar Joaquin Phoenix, da sempre paladino dei diritti degli animali, che ha all'attivo campagne di sensibilizzazione sul maltrattamento dei maiali d'allevamento. Ed è proprio un maiale il protagonista del film, insieme a polli e mucche. Cosa c'è di straordinario? Il punto di vista: la realtà viene rappresentata a partire dal capanno di paglia in cui vive una scrofa con i suoi lattonzoli. La macchina da presa si sofferma lungamente sul suo muso, che si affaccia sul mondo. Il film racconta la sua storia e quella dei suoi piccoli, ma anche altre storie come quelle dei polli che vengono liberati per la prima volta dalle gabbie in un bosco o di mucche che escono dai recinti, alla scoperta di una libertà che è solo apparente. Particolarmente eloquente è la scena in cui il regista filma un pollo privo di una zampa, che ad ogni salto deve bilanciare il proprio corpo per non cadere. E' il simbolo della resilienza del mondo animale che anche noi condividiamo (basti pensare alla pandemia che stiamo vivendo) e che finisce per accomunarci tutti, umani e non.

Ma l'empatia fra uomo e animale la ritroviamo anche nel mondo reale: basti citare la rubrica di enorme successo che uno dei principali quotidiani nazionali ("La Stampa") ha dedicato agli animali a quattro zampe, e non solo, cui si affianca una pagina tematica sul sito ("La Zampa.it") e che si occupa (anche) di maltrattamenti di animali, con storie a lieto fine e non.

Per approfondimenti:

Sito del Garante per i Diritti Animali della Regione Piemonte

Gli animali hanno diritti se sono invasivi? 

 

 

 

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