Stampa questa pagina

Recitare da cani

Gli animali “bucano lo schermo”, grazie alla loro spontaneità: per questo tutti gli attori sanno che è difficile recitare con loro, esattamente come avviene con i bambini

  • Carlo Grande
  • giugno 2010
  • Domenica, 13 Giugno 2010

Il rapporto tra animali e cinema (e televisione) è intenso: dai botoli di Chaplin agli elefanti di Cabiria , da Felix the cat (il gattino nero di Pat Sullivan e Otto Messmer, primo vero divo multimediale a quattro zampe degli anni Venti) a Francis, mulo parlante, protagonista anche di una serie televisiva, è un trionfo di cani, gatti, scimmie (Cita, ad esempio, lo scimpanzé che insieme a Tarzan e Jane forma una primordiale “famiglia”), uno sbocciare di buoni sentimenti ma non solo. Se Walt Disney e Topolino (che surclassò Felix) o Rin-tin-tin, ci presentano un mondo a misura di infanzia o adolescenza, visto attraverso lenti piuttosto rosee (si potrebbe citare, a ben altri livelli narrativi, l’amicizia salvifica tra un cane e un pensionato di Umberto D., film del 1952 di Vittorio De Sica, che scrisse la sceneggiatura con Cesare Zavattini), non dobbiamo dimenticare gli uccelli di Hitchcok, i leoni e le tigri dei “peplum-kolossal” e anche opere come Histoires extraordinaires (1968), che nell’episodio diretto da Roger Vadim, tratto dal racconto “Metzengerstein” di Edgar Allan Poe, mette in scena una giovane e bellissima Jane Fonda circondata da pappagalli e ghepardi, simbolo di lussuria. Gli animali, insomma, come nelle fiabe di Esopo, nelle favole di Fedro e di La Fontaine, contribuiscono potentemente a smuovere i nostri sentimenti e sono un riferimento esistenziale, tanto più in tempi sbandati come questi, nei quali abbiamo bisogno di riavvicinarci a madre natura. Stante che la natura non è né buona né cattiva, però, sarà bene ricordare che anche gli animali contengono tutto il bene e tutto il male del mondo, ovvero rappresentano i vizi e le virtù che percorrono la terra e si intrecciano alla mala pianta dell’umanità. Avanti con il cinema “bestiale”, dunque, specchiamoci negli animali tentando di trasformarci in più decenti abitatori del pianeta. I registi e gli attori amanti degli animali sono tantissimi, impossibile citarli tutti. C’è chi ha esagerato: nel film Il giro del mondo in 80 giorni (1956, cinque premi Oscar) del regista Michael Anderson, è stato impiegato uno dei più grandi cast di animali mai visto. Ci vollero novanta addestratori per badare alle migliaia di animali sul set, un serraglio di 3800 pecore, 2488 bufali, 950 asini, 800 cavalli, 512 scimmie, 17 tori, 15 elefanti, 6 moffette e 4 struzzi. Risultato: cinque Oscar. C’è chi ha aperto la strada: vale la pena di ricordare un bravissimo regista, che iniziò come collaboratore di Jacques Cousteau, che si chiama Serge Bertino: con l’affascinante moglie Andrée girava il mondo e le nostre Alpi filmando la vita vegetale e animale. Un pioniere del cinema e del contemporaneo documentario animalista. Fra i registi di oggi, particolare attenzione alla natura e agli animali l’ha manifestata Fredo Valla (co-sceneggiatore de Il vento fa il suo giro), che agli animali ha dedicato anche parecchi libri. In tempi più recenti il cinema s’è arricchito di una fauna variegata: dal pesce-pagliaccio Nemo a Babe, maialino intelligente; da Elsa, la leonessa di Nata libera ai gorilla di Diane Fossey, dai lupi di Kevin Costner allo Squalo di Spielberg e le tarantole di Indiana Jones. Passando per le scimmie de Il pianeta delle scimmie o le pecore elettriche di Philip Dick: ma questa è solo una “citazione” del titolo del romanzo (Do Androids Dream of Electric Sheep?) da cui è tratto il film Blade Runner. Nella pellicola di Ridley Scott non ci sono pecore ma origami, i piccoli trampolieri con cui un poliziotto marca il territorio e tormenta il detective Rick Deckard. Insomma, gli animali sul grande schermo hanno tante funzioni: spesso sono umanizzati, zuccherosi, inverosimili (l’assurdo pesce di cartapesta de Il vecchio e il mare di John Sturges, film che a Hemingway non piacque perché Spencer Tracy somigliava più a un ricco attore che a un pescatore cubano). E che dire dei lupi? Si oscilla dall’uomo-lupo di Jack Nicholson all’indigesto polpettone Il patto dei lupi, sul lupo di Gévaudan, mentre capitolo a parte meriterebbero i mostri, gli ibridi e gli alieni (da Alien al “mostro verde” di Predator), passando dai serpenti di Conan il barbaro. E King Kong, dove lo mettiamo? Da nessuna parte, non ci sta. E nemmeno i cani (lo spazio è tiranno, pardòn, tirannosauro, dimenticavo Jurassic Park. Fra i quattro zampe citiamo al volo Lassie, Toto (il cane del Mago di Oz con Shirley Temple), Pippo e Pluto, senza discutere di che razza siano: Pluto è un Bracco, ma Pippo? E perché è fidanzato con una mucca? Se lo chiedeva Gianni Bisio, in una memorabile gag. Chiediamoci invece quanto soffrano gli animali costretti a recitare: la sensibilità è cresciuta, ma c’è stata polemica per Baarìa di Tornatore, a causa della scena di un bovino ucciso e filmato mentre muore. Quanto alla qualità del prodotto finale, dipende ovviamente dalla bravura del regista. Non tutti sono artisti come Herzog (indimenticabili i pinguini e le foche di Incontri alla fine del mondo), o come Sergio Leone: all’inizio di Giù la testa – soggetto firmato con Bernardo Bertolucci e Dario Argento – Rod Steiger orina su un manipolo di formiche, per simboleggiare come vanno a finire le rivoluzioni, a scapito della povera gente. E nell’incipit di C’era una volta il West ronza una mosca, che un brutto ceffo riesce infine a imprigionare nella canna della Colt. Indimenticabili i fotogrammi di un cervo ne Il cacciatore di Cimino: solo una comparsata, ma che cameo: per dire che il protagonista stanco di guerra non sparerà più.

 

Carlo Grande è scrittore, sceneggiatore e giornalista de La Stampa. e sul sito del quotidiano cura un blog dedicato alla creatività

Potrebbe interessarti anche...

Questo parente del fagiano, dal comportamento gregario e dalla silhouette rotondeggiante, si è d ...
Pochi animali godono di fama peggiore nell'immaginario collettivo. I serpenti sono stati di volta ...
Fortemente sensibili all'innalzamento delle temperature, al prolungarsi dei periodi di siccità e ...
Mentre nella maggior parte d'Italia iniziavano i preparativi per il cenone di San Silvestro, a Ve ...