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La storia di Mison, il gipeto che faticava a prendere il volo

Grazie alle cure e all'assistenza del Parco naturale e Faunistico di Goldau e della Fondazione per il gipeto, anche Mison - sfortunato gipeto nato sulle Alpi svizzere - ha potuto alzarsi in volo per i cieli delle Baronnies

  • Franziska Lörcher, François Biollaz e Julien Traversier
  • Marzo 2018
  • Lunedì, 26 Marzo 2018
 Foto tratta da InformaGipeto Foto tratta da InformaGipeto

Mison, femmina nata allo stato selvatico nelle Alpi Svizzere, è uno dei 31 giovani che si sono involati nel 2017. Rispetto agli altri gipeti, è stata la più sfortunata, in quanto è precipitata, alla fine del mese di maggio, dal piccolo nido sito in Val di Bagnes (CH) che è risultato sotto dimensionato per ospitarla nelle settimane precedenti l'involo.
In seguito alla caduta si è procurata una frattura alla zampa ma fortunatamente, grazie al monitoraggio intensivo di alcuni volontari, è stata prontamente avvistata nei pressi di un sentiero e, dopo un lungo cammino, recuperata da François Biollaz della Fondazione Svizzera per il Gipeto.

La radiografia, effettuata dal veterinario Martin Wehrle del Parco Naturale e Faunistico di Goldau, ha messo in evidenza una frattura ossea e la necessità di procedere con un intervento chirurgico. Mison è stata quindi consegnata all'Ospedale per Animali dell'Università di Zurigo, dove è stata operata con un fissaggio esterno, per poi tornare a Goldau per il recupero e la fisioterapia.

La convalescenza dopola frattura alla zampa

La convalescenza è durata più del previsto (fino a settembre) e, date le condizioni climatiche potenzialmente più sfavorevoli rispetto ad altri settori, si è deciso di non liberarla sulle montagne svizzere come inizialmente previsto. Sulle Alpi infatti, in questo periodo, le condizioni possono già essere difficili, sia per il giovane inesperto sia per il monitoraggio da parte dei tecnici poiché con le prime precipitazioni nevose le risorse trofiche possono drasticamente ridursi e gli spostamenti dei ricercatori essere più difficoltosi.
I primi mesi dopo l'involo sono molto fondamentali per l'apprendimento di un gipeto; per questo è stato importante rilasciarla prima dell'inverno. Quindi è stato necessario individuare un luogo dove le condizioni metereologiche fossero più favorevoli e dove fosse più facile reperire fonti alimentari. Tutte queste condizioni erano pienamente soddisfatte nelle Barronies (il settore più occidentale delle Prealpi francesi) ove opera il gruppo "Vautours en Baronnies" che si è dimostrato entusiasta nel ricevere la giovane femmina e disponibile nel fornire assistenza tecnica nelle prime fasi del monitoraggio.

Il team del Parco Naturale e Faunistico di Goldau e della Fondazione per il Gipeto si sono rispettivamente occupati della preparazione dei documenti necessari (Cites, Traces e controlli sanitari) e del trasporto di Mison da Goldau alle Baronnies. Al suo arrivo, è stata presentata a un piccolo gruppo di persone facenti parte del Progetto LIFE GypConnect e ai volontari locali che avrebbero contribuito alla sorveglianza del giovane avvoltoio nelle sue prime fasi di ambientamento. Inoltre, prima del rilascio, è stata anche equipaggiata con un dispositivo GPS al fine di registrare i suoi spostamenti.

Il momento dell'involo

Come sito di rilascio è stata selezionata la cavità dove all'inizio dell'estate erano stati liberati anche i giovani Léoux e Pro Natura. Mison non ha spiccato il volo immediatamente, ma ha bevuto dell'acqua, ha fatto qualche esercizio di volo osservando il paesaggio circostante. Il primo volo è avvenuto in modo del tutto fortuito grazie all'arrivo di un avvoltoio monaco che, attratto dal cibo messo a disposizione del gipeto, è atterrato nella cavità, provocando la fuga del giovane. Questo primo volo, durato circa un minuto, è terminato con un atterraggio un po' rocambolesco su una parete in mezzo al bosco ma per fortuna senza conseguenze. Qui, è rimasta per il resto della giornata e il suo secondo volo è avvenuto solamente nel giorno seguente.

Poiché in quei giorni le condizioni di volo non erano ideali per assenza di vento, Mison non è stata in grado di raggiungere gli ambienti posti a quote più elevate e progressivamente ha iniziato a frequentare zone di fondovalle in settori più antropizzati vicino a una strada. Per questo motivo il team "Vautours en Baronnies" ha dovuto necessariamente procedere con la cattura per poi liberarla nuovamente due giorni dopo col miglioramento delle condizioni atmosferiche. Da questo momento in poi Mison non ha più avuto problemi e ha migliorato le proprie prestazioni di volo giorno dopo giorno che le hanno consentito di esplorare l'area delle Baronnies.

I movimenti di Mison possono essere seguiti online al seguente link: www.gipeto.ch/mison

La storia di Mison è tratta dall'ultimo numero di InformaGipeto.

La traduzione è di Enrico Bassi.

 

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