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Percorso 2 - Dall'Alpetto al Quintino Sella

Un altro e più lungo anello. Per un omaggio più "ravvicinato" al sovrano della Cozie. Salita al Rifugio Alpetto dalle Meire Tirolo, prosecuzione per il Quintino Sella. Discesa sulla via diretta da Crissolo, nel Vallone del Rio Pisai, o di Prato Fiorito : la via di un tempo attraverso le Balze di Cesare, sulla quale, ancora più di un tempo, la tranquillità è assicurata.
Anello privo di difficoltà ma un po' lungo: per questo è consigliabile il pernottamento al Rifugio Alpetto. Una notte dal sapore d'altri tempi...
Eventuali difficoltà possono però derivare dalla presenza della nebbia, frequente in valle nei pomeriggi d'estate. La via di salita al rifugio sulla Costa del Vallone si svolge infatti su una esile traccia, che spesso si confonde con le tracce dovute al calpestio delle molte mucche al pascolo. Occorre quindi seguire i segnavia (peraltro abbondanti) con molta attenzione.

  • Toni Farina, Vincenzo Maria Molinari
  • Agosto 2014
  • Lunedì, 4 Agosto 2014
Rifugio Quintino Sella Foto Toni Farina Rifugio Quintino Sella Foto Toni Farina

Come arrivare

Da Oncino, subito dopo la chiesa, si sale a destra la ripida strada a tornanti per le Meire Tirolo.

Prima parte: salita al Rifugio dell'Alpetto

Dal termine della strada asfaltata (alle Meire Tirolo) si continua sulla sterrata che con un lungo traverso in lieve salita conduce in circa 40' alle Meire Arpiol (strada aperta al transito privato, fattibile con un mezzo adatto almeno fino al primo tornante).
Le Meire Arpiol sono poste in panoramica posizione alla base della Costa del Vallone, di fronte al cocuzzolo detto Bric d'Arpiol (o Monte Tivoli), evidente per la croce (e il ripetitore) sulla sommità. Un "cocuzzolo", ma di grande impatto scenico: il Monte Tivoli è infatti uno straordinario belvedere sulla valle e sul Monviso. Vi si accede in pochi minuti su una china erbosa: con meteo propizia la variante è da non perdere. Oltre tutto la cima offre l'opportunità di un istruttivo colpo d'occhio su gran parte del percorso: di fronte sta la Comba delle Contesse, a sinistra il Vallone del Rio Pisai (in basso prende il nome di Comba delle Sbarrine) dove si effettua il ritorno. Il vallone è chiuso in alto dalle Balze di Cesare sopra le quali si vede il Rifugio Quintino Sella. Sulla sinistra (destra orografica) domina il vallone la Rocca Nera, presso la quale si transiterà salendo sulla Costa del Vallone. Infine, a meridione, lo sguardo è libero di divagare sugli orizzonti più aperti concessi dalle montagne della Valle del Lenta, dal Cervetto alla Rasciassa.
Partendo dalle Meire Arpiol si seguono i segnavia bianco-rossi che saranno preziosi riferimenti per il cammino. Seguendoli si sale sulla panoramica Costa del Vallone. Dopo mezzora di cammino in comoda ascesa si lascia a sinistra la traccia di sentiero che con un lungo traverso raggiunge la costa divisoria con il Vallone dell'Alpetto, sopra le Rocce Bianche. Tale sentiero traversa poi sul lato sinistro del vallone, congiungendosi con il sentiero principale proveniente dalla Meire Dacant (vedi "Percorso 1). La via consigliata prosegue invece sulla Costa del Vallone e, dopo un tratto in pendenza più sostenuta, conduce in una zona di altopiano. Una zona di terreno aperto, dove la traccia scompare, ma il cammino prosegue ben guidato dai molti segnavia.
È la premessa al Pian Radice, zona di altopiano sopra le rocce del Gruppo dell'Alpetto. A destra, la sommità della Rocca Nera (2318 m) offre l'occasione di una sosta panoramica. Sul Pian Radice la traccia si unisce alla via proveniente dal sottostante Vallone del Rio Pisai (e dal Pian Giasset), eventualmente utilizzabile al ritorno.
Dopo un tratto in lieve salita (2350 m), il passaggio di un costone apre la prospettiva sulla conca che caratterizza l'alto Vallone dell'Alpetto. La vista sul rifugio e sull'omonimo lago sono di incentivo a proseguire il cammino, peraltro facilitato dal ritorno di un buon sentiero. La strada residua non è molta: scesa una china, il sentiero traversa in lieve discesa verso il fondovalle. Un finale oltremodo piacevole: attraversato infine Rio dell'Alpetto, una breve risalita precede il rifugio (2270 m).


Seconda parte: salita al Rifugio Quintino Sella

Arriva presto il sole su queste chine orientate a mattino. Sole nascente, che illumina e riscalda i primi passi. Al vicino rifugio storico (oggi museo), si lascia a sinistra la discesa al lago (percorso 1) e si sale a destra in diagonale seguendo le indicazioni per il Rifugio Sella (sentiero GTA). Si guadagna così con alcune svolte un ripiano erboso (detto "Piano delle Mule") dove si ci si accomiata dal Rio dell'Alpetto che si origina ai piedi delle balze al di là del pianoro. Lambito il rio si giunge a un bivio: a sinistra va la via per il Passo Gallarino (Tour del Viso), a destra si va al Quintino Sella. Le rocce hanno via via la meglio sui pascoli e con la piramidale Punta Michelis di fronte (la forma ricorda il Monviso...) si traversa in piano in una zona di estesi macereti. Toccata la centralina idroelettrica del Rifugio Quintino Sella si svolta a nord, contornando le propaggini meridionali delle rocce dette "Balze di Cesare". Si mette così piede del vallone sospeso compreso fra il Passo Gallarino a sud e il Colle di Viso a nord. Il vicino Lago della Pellegrina (2540 m) offre l'occasione per apprezzare il Re di Pietra che si pavoneggia nello specchio d'acqua. Poi si prosegue alternando tratti in piano a lievi pendenze, con l'apertura del Colle di Viso di fronte, fra il Viso Mozzo e il Viso "intero". Il Quintino Sella è in vista, ai piedi del Viso Mozzo. In breve si confluisce sulla mulattiera per il Passo Gallarino (Tour del Viso) e, lasciata a sinistra la via per il Passo delle Sagnette (via "normale" per la cima del Viso), si lambisce la sponda meridionale del Lago Grande (di Viso). Con lo sguardo immerso nello specchio d'acqua, dove galleggiano blocchi di ghiaccio fino a estate inoltrata, si guadagna l'ampio crinale che ospita il rifugio (2640 m).


Parte terza: sull'antica via per Crissolo

Spalle al Viso e al Quintino Sella, fronte alla pianura. Lasciata la frequentata via che, superato il Colle di Viso, cala al Pian del Re, si scendono le strette risvolte verso la sottostante conca rocciosa dove si annida il Lago di Costagrande (2580 m). È ora la volta delle Balze di Cesare, l'erta parete rocciosa dove l'antico ghiacciaio si esibiva in una spettacolare seraccata. Un vero "mauvais pas" per i salitori di un tempo, che per venirne a capo vi costruirono una solida mulattiera, cercando con intuito montanaro i "punti deboli" della bastionata. Una mulattiera tutt'ora in efficienza che consente di scendere senza fallo i 400 metri che separano dal sottostante pianoro erboso, ingentilito al margine opposto dai piccoli Laghi di Pratofiorito (2300 m). Un pianoro dove, dopo tante rocce, è un sollievo riposare il passo. Un'occasione di riposo è tra l'altro fornita dal Pilone del Redentore, edicola votiva in singolare posizione su un masso.
La discesa prosegue più comoda. Il sentiero passa fra i due laghi (talora in secca a tarda estate; curiosità: l'immissario del lago sulla destra procede in direzione opposta al rio principale) e aggira un modesto rilievo, dopo il quale si lascia a sinistra la prima diramazione per il Pian Giasset e Pian Melzè. Al successivo pianoro (2200 m) si incrocia un secondo sentiero proveniente dal Pian Giasset e diretto al Rifugio Alpetto (segnavia). Tale sentiero offre una prima opportunità di conclusione della camminata: attraversato il Rio Pisai si risale sul lato destro del vallone verso il Pian Radice, dove si incontra il percorso di andata. In tutto sono 150 metri di comode chine erbose, seguite dalla discesa sulla Costa del Vallone, percorsa il giorno precedente.
In alternativa, in condizioni di buona visibilità, si può continuare la discesa nel vallone, sulla via per Crissolo. Si scende inizialmente in modo più ripido a lato di una serie di cascate (presso il sentiero si incontrano tre croci poste in memoria di tre soldati uccisi da una valanga nel 1927). Prima dell'ultimo salto d'acqua, si individua su un ripiano un punto di guado che consente di attraversare il Rio Pisai (qualche difficoltà con acqua abbondante) e proseguire la discesa sulla destra orografica del vallone. Si giunge così alla base dell'utima cascata, a circa 1900 metri di quota, dove si reperisce una buona traccia coincidente con il tracciato di una vecchia bealera, divenuta oggi una pista realizzata per la posa della tubazione in gomma che porta l'acqua alle Meire Arpiol. Seguendola si va dapprima in lieve pendenza tra i pascoli (guida il cammino il Monte Tivoli), quindi si taglia agevolmente il pendio fra macchie di ontano per guadagnare il sentiero di andata sulla Costa del Vallone (il percorso è intuitivo ma privo di segnavia).
Finale in relax. Un quarto d'ora di cammino sulla costa fino alle Meire Arpiol e poi su strada alle Meire Tirolo. Lo sguardo adagiato sulla valle, chiusa dal Monte Bracco. Di là della valle, tra boschi e pascoli, lo sguardo indugia invece sui borghi di Ostana. Illuminati dal sole del pomeriggio.

In sintesi

Partenza e arrivo: Meire Tirolo di Oncino, 1620 m.
Primo giorno: Meire Tirolo, Rifugio Alpetto 2270 m.
Quota max: Pian Radice 2350 m. Dislivello: 800 m. Tempo: 2,5 h.
Secondo giorno: Rifugio Alpetto, Rifugio Quintino Sella, Meire Tirolo.
Quota max: Rifugio Quintino Sella 2640 m. Dislivello: 550 m (con risalita al Pian Radice). Tempo: 6 h.

Info:

Rifugio Alpetto

Rifugio Quintino Sella

Parco del Po cuneese

Comune di Oncino

Comune di Crissolo

 

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