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Quando in agricoltura si tutela l'ambiente

Il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) mette a disposizione oltre 35 milioni di euro per favorire il ripristino e il miglioramento dell'ambiente. Ora si attende la risposta dei possibili beneficiari, agricoltori e gli enti di gestione delle aree protette

  • Alessio Tisi, Francesca Spinelli
  • Giugno 2018
  • Martedì, 5 Giugno 2018
(Foto Pixabay) (Foto Pixabay)

Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalle foreste; incentivare l'uso efficiente delle risorse; passare a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici. Questi sono solo alcuni degli obiettivi che l'attuale Piano di Sviluppo Rurale (PSR) intende raggiungere per favorire il ripristino e il miglioramento dell'ambiente nel settore agroalimentare e forestale.

A tale scopo nei bandi pubblicati nel 2018, il PSR ha reso disponibili oltre 35 milioni di euro, rispondendo alle priorità 'Europa 2020' rafforzando quanto disposto dalla Commissione Europea con l'approvazione della Direttiva "Habitat" (Direttiva 92/43/CEE) e la Direttiva "Uccelli" (2009/147/CE) in merito alla tutela della biodiversità. Peraltro, ripercorrendo i vari PSR, per il periodo 2000-2006 la misura destinata ai sistemi produttivi, allo spazio naturale e alla biodiversità assorbiva il 35,4% delle risorse PSR e, anche in seguito, nel PSR 2007-13 si è seguita la stessa tendenza con la misura rivolta ai pagamenti agro-ambientali che assorbiva il 20,2%.

Analogamente, per quanto riguarda gli imboschimenti, già portati avanti dal 1992 con le «Misure forestali nelle aziende agricole», tra il 1994 e il 1997, sono stati stanziati per l'Italia circa 500milioni di euro a favore di boschi e arboricoltura. Successivamente, tra il 2000 e il 2013, l'imboschimento ha assunto una maggiore valenza ambientale tanto da rientrare, nel corso della programmazione 2007-13 nelle finalità di 'Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale', promuovendo la diversificazione delle specie e mettendo in campo strumenti per evitare l'abbandono dei boschi e dando sempre più importanza alla gestione sostenibile delle foreste.

La Fascia Tampone Riparia, un esempio di connessione tra agricoltura e ambiente

Non tutti sanno che le formazioni arboreo-arbustive e erbacee in ambito fluviale possono creare una sinergia importante tra diverse tematiche ambientali, come qualità delle acque, qualità dell'aria, biodiversità e paesaggio. Tali formazioni, infatti, possono configurarsi come corridoio ecologico per la biodiversità, contribuire al sequestro di carbonio e costituire una barriera efficace alla contaminzione dei corpi idrici dovuta al ruscellamento e alla deriva di prodotti fitosanitari e nutrienti utilizzati in agricoltura.

In Piemonte, il mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla 'Direttiva Quadro Acque' su 81 corpi idrici da un lato, e la tutela della biodiversità che è minacciata dall'attività antropica e dalla presenza di specie esotiche vegetali dall'altro, ha portato a diverse misure, sia nel Piano di Gestione del bacino idrografico del Po (PdGPo), sia nel Piano di Tutela delle Acque (PTA), tra cui il mantenimento e ripristino della Fascia Tampone Riparia (FTR) vegetata, per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla Direttiva Quadro Acque. Con il termine Fascia Tampone Riparia vegetata si identificano le formazioni lineari arboree, arbustive ed erbacee, pure o miste, inserite tra i coltivi e i corsi d'acqua, per la cui realizzazione è necessario un supporto normativo e tecnico, ma anche finanziario. Per questo, i Programmi di Sviluppo rurale (PSR) che - dal 2000 a oggi hanno stanziato risorse per la biodiversità, per la tutela delle acque e il sequestro di carbonio - possono rappresentare uno strumento più che utile a tal fine.

 

Il ruolo della Regione Piemonte

Nel corso del 2018, al fine di favorire la realizzazione delle fasce tampone, dove inesistenti, si è instaurata una collaborazione tra la direzione regionale Ambiente, Governo e Tutela del territorio e l'Autorità di Gestione del PSR. Il settore regionale 'Tutela delle acque', nell'ottica di massimizzare gli effetti della Fascia Tampone Riparia (FTR) vegetata, in collaborazione con i referenti di Misura del PSR e l'Autorità Ambientale del PSR, ha coinvolto l'Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente (IPLA) e il dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università di Torino (DISAFA) per la redazione di manuali riportanti i criteri per la realizzazione e le corrette modalità di gestione della FTR arbustivo-arborea e erbacea (in fase di pubblicazione).

Il ruolo dell'Autorità Ambientale della Regione Piemonte, supporto tecnico previsto alla programmazione europea, è quello di implementare i principi di sostenibilità ambientale all'interno del PSR.
In particolare, nel caso specifico delle Fasce Tampone Riparie vegetate, l'Autorità ambientale - in collaborazione con i referenti delle operazioni e i settori regionali Biodiversità e Aree naturali e Tutela delle acque - ha contribuito a rendere le disposizioni dei manuali coerenti con i bandi PSR rivolti agli elementi naturaliformi dell'agroecosistema, all'imboschimento di terreni agricoli e non agricoli, agli interventi a favore della biodiversità nelle risaie e ai sistemi colturali ecocompatibili e la gestione di elementi naturaliformi dell'agroecosistema. Ora si attende la risposta dei beneficiari, agricoltori e soggetti gestori in quanto l'adesione al PSR è volontaria.

Viva le buone pratiche!

Esempi come questo, dimostrano che il PSR può essere un importante strumento per la diffusione sul territorio delle corrette pratiche per la tutela dell'ambiente e può rappresentare un collegamento importante tra la teoria e la pratica, tra le azioni per la tutela dell'ambiente e il mondo produttivo agro-forestale.
E il percorso portato avanti tra le diverse strutture regionali coinvolte evidenzia come le disposizioni normative per la pianificazione ambientale e le misure definite per lo Sviluppo Rurale, possano agire insieme: basta creare i presupposti affinchè ciò sia possibile, massimizzando l'integrazione delle diverse componenti ambientali nel processo di programmazione previsto dal PSR.

 

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