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Laghi del Piemonte, bagnarsi si può

Sono 93 le zone balneabili individuate in tutto il Piemonte. Distribuite su sette laghi e due corsi d'acqua, il 95% delle loro acque sono risultate di qualità 'eccellente o buona'

  • Emanuela Celona
  • Marzo 2017
  • Venerdì, 24 Marzo 2017
Laghi del Piemonte, bagnarsi si può

Resta elevata la qualità delle acque di balneazione piemontesi. Lo afferma un recente rapporto dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale sulla 'Qualità delle acque di balneazione dei Laghi Piemontesi', reso noto quasi in concomitanza con la Giornata mondiale dell'acqua che si è celebrata lo scorso 22 marzo.

Ricorrenza in cui anche l'Istat ha reso pubblici i dati che hanno classificato una qualità eccellente per il 91,9% delle acque di balneazione del nostro Paese– dati relativi al 2105 – con un significativo miglioramento rispetto al 2013 quando soltanto l'85,8% lo era.

A parte le zone costiere, che sono balenabili per oltre i due terzi (ovvero il 67,2% delle nostre coste), il 21% dei laghi italiani raggiunge l'obiettivo di qualità per quanto riguarda lo stato ecologico delle acque - ovvero la qualità della struttura e del funzionamento dell'ecosistema - mentre il 47% lo raggiunge per lo stato chimico, che sarebbe a dire il raggiungimento della qualità ambientale.

In questo panorama, una posizione di tutto rispetto si è guadagnata il Piemonte dove, secondo il rapporto di Arpa, per la stagione 2016, viene confermato un giudizio positivo con una idoneità alla balneazione di tutte le zone prese in esame. Le acque superficiali interne balenabili del Piemonte non hanno, quindi, subito processi di inquinamento, anzi.
Risultano 93 le zone utilizzabili a fini balneari individuate dalla Regione Piemonte e afferenti a sette laghi e due corsi d'acqua, analizzate nel corso del 2016 con una frequenza di campionamento programmata in ragione dell'effettiva fruizione balneare dei laghi - con due campionamenti al mese nel periodo di massimo afflusso di bagnanti, ovvero luglio e agosto e un solo campionamento al mese nel resto della stagione, da aprile a giugno e a settembre - per un totale di 770 campionamenti.

I dati rilevati nel corso degli anni 2013-2016 evidenziano come le acque della nostra regione soddisfino ampiamente le regole date dall'Unione Europea - Direttiva 2006/7/CE – che definisce i criteri per l'utilizzo della risorsa ai fini balneari prevedendo sia il monitoraggio e la classificazione delle acque di balneazione su laghi e torrenti, che la valutazione dei requisiti del singolo campione nel corso della stagione balneare.

Il 95% delle acque analizzate in Piemonte sono risultate 'eccellenti o buone' e il restante 5% nella categoria 'sufficiente'.
Le tre zone sui corsi d'acqua – due sul Torrente Cannobino e una sul Torrente San Bernardino sono state collocate nella classe di qualità 'buona' mentre si confermano eccellenti le acque di balneazione sui Laghi Viverone, Avigliana Grande, Sirio e Candia.
Delle 50 zone monitorate del Lago Maggiore, 42 sono risultate di qualità eccellente, 4 di qualità buona (Presso Torrente Erno, Spiaggia Cicognola, Spiaggia Rep. Ossola, Campeggio Smeraldo), 4 di qualità sufficiente (Lido Arona, Villa Volpi, Pallavicino e Regina Blu) mentre nessuna zona si colloca nella classe "scarsa", raggiungendo quindi l'obiettivo della Direttiva Europea che prescrive che tutte le acque di balneazione siano come minimo sufficienti entro la fine della stagione balneare 2015.

Unico problema, sul Lago di Candia a settembre 2016, si è manifestato un problema rilevante di apporto di materiale fecale a lago la cui causa non è ancora nota con certezza, che ha determinato la non idoneità alla balneazione dell'intero lago. Su tutte le altre zone sono state rilevate alcune criticità che non hanno però influito sulla balneabilità per oltre 2 o 3 giorni e catalogabili, nella maggior parte dei casi, come "inquinamenti di breve durata".

La gestione delle acque di balneazione significa monitorare ogni singola spiaggia durante la stagione balneare, ma anche conoscere e valutare le cause che possano impedirne la fruizione. In particolare, i tecnici dell'Arpa sono continuamente impegnati nella valutazione di tutte le pressioni antropiche che insistono sulle singole acque di balneazione. Questo serve a gestire eventuali sforamenti e ad agire tempestivamente per ripristinare subito le condizioni di balneabilità delle acque che temporaneamente non lo sono, riportandole a essere nelle migliori condizioni.

 

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