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Auguri ai Babbi Natale

«... L'ho visto, il primo... Forse un Babbo Natale "esploratore"... Comunque del gruppo di testa... Magari in fuga immaginando di arrivare per primo...

  • Carlo Bonzanino, Laura Ruffinatto
  • dicembre 2009
  • Mercoledì, 30 Dicembre 2009

Era già lì, appeso alla ringhiera di un terzo piano di via Rivalta a Torino, ben prima del fatidico evento. L'aria già un po' affaticata, con le due bracciotte perennemente tese a reggere un fisico non proprio anoressico, ulteriormente gravato dalla sporta, non in affanno però, e consapevole del discreto anticipo e dell'essersi portato ben avanti con il lavoro».
Ah...! Fossero tutti come questi Babbi Natale! I dipendenti pubblici, potrebbe pensare il Ministro Brunetta, altro che fannulloni e scansafatiche: noi stringiamo e trasformiamo i camini e loro cosa fanno? Loro, instancabili, passano dalle finestre... Noi costruiamo palazzoni e grattacieli e loro (ma quante volte si è clonato, Babbo Natale) indomiti e un po' goffi, si abbarbicano a ringhiere e davanzali come fossero cengie su pareti dolomitiche.
Fanno un po' tenerezza queste schiere di Babbi Natale, presumo almeno soci onorari del CAI, impavidi e indomiti scalatori di condomini da fare invidia a Messner... Alcuni in coppia su scala di corda: posteggiate slittone e renne non si sa dove, compaiono come funghi nella foresta di cemento... uno qua... due là, in solitaria o in cordata (capita di vederne addirittura tre, sbuffanti non tanto per la fatica ma per l'impossibilità di dare una risposta all'ingordigia di chi si fa portare tanti regali...), impegnati in questa prova di forza e di resistenza che li porterà ben oltre la fatidica Notte... a sfiorare la Befana e, i più sfortunati o maldestri, il carnevale...».
Non è detto che tutti ce la facciano: mi colpì, due anni fa, un Babbo Natale riverso, pendulo in modo innaturale, non più aggrappato ma sospeso per i piedi, evidentemente scoppiato per la fatica (o per la noia...): un solo pensiero emanava da quello che ormai era solo quasi più un brandello di plastica rossa: «Basta...non ce la faccio più!».
Spero onestamente che un prossimo, fantasioso futuro, non ci riservi stuoli di adorabili Befane appese con tanto di scope ai fili della biancheria o della luce, o librarsi impavide dai bracci pigri delle gru.
Auguri allora ai Babbi Natale...! Che non mollino... Esempi di tenacia, costanza, dedizione... Auguri che a qualcuno di loro possa andare meglio, accolto e sistemato anzitempo in case tiepide da babbi, mamme, nonni, nonne, figli e nipoti, zii e cugini ravveduti e inteneriti...
Auguri, affinché le loro sporte non siano gravate di inutilità ma che portino, invece, abbonamenti a Piemonte Parchi, libri e letture sull'ambiente e sull'educazione, idee e tolleranza, disponibilità e umiltà, rispetto e solidarietà, capacità di collaborazione e amicizia, levità ed empatia e, perché no, voglia e speranza per una umanità che sappia assestarsi un po' con una voglia di vivere in più calma e maggiore equilibrio con l'ambiente e con se stessa.

Il pensiero comune

È l'8 dicembre... corro in cantina con la mamma a prendere il presepe. Trovo la scatola di scarpe che contiene le statuette, le spolvero e le appoggio delicatamente nella grotta di carta pesta, vicino al laghetto di stagnola e al muschio raccolto in collina; aggiungo due nuovi pastori, fatti da mio nonno con il legno e che io ho colorato a scuola.. guardo fuori dalla finestra... Quanta neve... e cade anche fitta! Mancano ancora 17 giorni a Natale; i regali saranno solo per noi bambini e io credo di sapere che cosa riceveremo: ai maschietti le pistole di legno o il meccano e alle femminucce la bambola di stoffa... e poi tutti a tavola dove avremo finalmente il pane bianco e gli agnolotti fatti a mano dalla mamma... eh sì, un tempo, quando arrivava il Natale, era un festa! Ma ora non ho più tempo per i ricordi: siamo a metà novembre e devo correre a cercare i regali per mamma, papà, fidanzata, fidanzato, nonno Adriano, zio Delfo, zia Monica, mia cugina Chiara e mio cugino Fabrizio, i loro rispettivi figli Roberto e Paola, Andrea e la piccola Luisa; poi per la vicina di casa, la Signora Teresa, il dott. Marco medico di famiglia, Mario il giornalaio, Alessandro il portinaio...

 

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