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Gli interruttori della natura

Qua e là, talora al riparo dell'ombrello improvvisato di un funghetto, sbirciano le prime epatiche blu. I petali sono ancora attorcigliati ma si spianeranno entro poche ore... Et voilà: in un attimo, sarà primavera. 

  • Luca Giunti
  • Gennaio 2021
  • Mercoledì, 24 Febbraio 2021
Epatica tra funghi  | Foto L. Giunti Epatica tra funghi | Foto L. Giunti

29 gennaio, ore 5.40 del mattino. Mentre faccio colazione dal giardino arriva un canto. Forte, esigente, ben modulato. Non sembra risentire dell'afonia degli ultimi mesi. È un merlo. Un uccello comune, facile da riconoscere. Nero pieno con becco arancione il maschio, marrone brunito meno appariscente la femmina. Chi sento cantare è il primo, ed è anche il primo di quest'anno.

Tutta la Natura aspetta che tre pulsanti siano in posizione "ON". Il fotoperiodo, la temperatura e l'umidità. Il solstizio è trascorso il 21 dicembre. Da allora sono passate sei settimane, le giornate si sono già allungate in maniera percettibile. Quindi il primo bottone è acceso. Ha fatto molto freddo e ha nevicato spesso, ma nell'ultimo periodo ha soffiato il caldo vento phoen e il suolo di notte non gela più.

Secondo pulsante premuto. I due fattori precedenti hanno provocato l'inizio di modeste fusioni di neve e cristalli di ghiaccio, e poi ha piovuto per qualche giorno. Terza levetta attivata.
Il circuito si chiude e dà il segnale di partenza. Semaforo verde. Comincia la corsa.

Animali e piante vedono a ogni generazione qualcuno di loro anticipare gli altri, iniziare il prima possibile a svilupparsi, a prepararsi per la riproduzione (unico scopo della vita, dopo mangiare e non essere mangiati). Sono pionieri che rischiano in proprio, perché le condizioni ambientali potrebbero nuovamente mutare e gli interruttori – anche soltanto uno – potrebbero spegnersi di colpo compromettendo gli sforzi e uccidendo sul nascere il temerario. Ma se gli va bene, avrà un vantaggio sui consimili e questa vittoria potrebbe portare, se ripetuta per migliaia di generazioni, a cambiamenti duraturi nei tempi di sviluppo e perfino alla nascita di nuove specie separate dalla famiglia di origine.

Ecco dunque il merlo cominciare a cantare per conquistare spazio, affermare supremazia, difendere un territorio, attirare le femmine. Accade proprio durante i "Giorni della Merla" secondo tradizione i più freddi dell'anno. La locuzione sembra associata al nostro pennuto presente in molte leggende. La più radicata racconta sì che i merli escono a fine gennaio, ma che nell'ultimo mese si sono riparati al caldo di una canna fumaria. Quando sono entrati, erano bianchi. Quando ne escono, hanno ormai il colore opposto e non potranno mai più riacquistare il nobile mantello candido.

Gli uccelli sono stimolati soprattutto dai due primi interruttori. La vegetazione ha assoluto bisogno che la serie sia completa. In linguaggio elettrotecnico o informatico, si tratta di tre AND (e non di tre OR). Qualche primula precoce già sbuca nei prati più asciutti, ma se ci abbassiamo tra le erbe secche e osserviamo con attenzione, usando magari una piccola lente, vedremmo piccole poaceee o graminacee già turgide.

Alcune di loro, senza che prestiamo loro attenzione, concluderanno un primo ciclo vitale entro fine febbraio. Qua e là, talora al riparo dell'ombrello improvvisato di un funghetto, sbirciano le prime epatiche blu.
I petali sono ancora attorcigliati ma si spianeranno entro poche ore, la fabbrica della clorofilla funzionerà sempre più a regime e pomperà zuccheri espellendo il velenoso ossigeno. Et voilà: in un attimo, sarà primavera.

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