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Formidabili quegli anni

Negli anni Ottanta le pubblicazioni e le trasmissioni televisive dedicate all'ambiente si moltiplicavano. Nel 1981 arrivarono "Airone" e molti altri. "Piemonte Parchi" fu figlio di quel decennio. Il primo numero uscì nel novembre del 1983. Voleva essere un giornale d'appoggio alla politica dei parchi regionali appena istituiti. E poi...

  • Gianni Boscolo, Massimo Piraccini
  • marzo 2010
  • Martedì, 30 Marzo 2010

Formidabili quegli anni. Almeno per le riviste ambientali e naturalistiche. Correva l'anno 1981 quando arrivò Airone. In poco tempo raggiunse le 160mila copie; il primo direttore fu Egidio Gavazzi che in seguito diresse Silva, che invece ebbe vita breve. Anni che sembrano oggi una mitica età dell'oro, in cui le pubblicazioni e trasmissioni tv "di settore" si moltiplicavano. Nel 1985 fu la volta di Oasis, diretta da Paolo Fioratti e Alp diretto da Enrico Camanni (oggi direttore di questa rivista). L'anno dopo videro la luce Trekking e Gardenia entrambe ancora in edicola seppur con tirature più faticate. Nel 1987 arrivò Aqua, della Portoria, rilevata in seguito dalle edizioni Narvalo: dopo vari aggiustamenti di rotta é diventata una rivista di subacquea e viaggi. Sempre all'epoca: nel 1983 Natura Oggi della Rizzoli, diretta da Salvatore Giannella. E Bell'Italia e Atlante, della DeAgostini. Furono anni della proliferazione dell'editoria "verde": la trasmissione tv Quark, "generò" un omonimo mensile di divulgazione scientifica di Hachette-Rusconi cui la Rai concesse l'uso del marchio. Tutti figli e figlie di un decennio forse irrepetibile. Quark (il mensile) iniziò le pubblicazioni nel 2001; fino al 2006 fu diretto da Nicoletta Salvatori, anche lei proveniente dalla redazione di Airone. Su come sia finita Airone, lo dice, con brutale sintesi, un blog sul web: «Rivista bellissima, che si occupava di natura e biologia cercando di non essere mai noiosa, e cercando di mostrare quanto di avventuroso e sensazionale c'era dietro allo studio, ad esempio, delle querce secolari canadesi. Recentemente acquistato dalla Cairo Editore, via gli studi sugli animali e dentro la gnocca. Via i servizi sugli Inuit e dentro le domande se gli ufo avvistati alla Garbatella siano veri o no». Un necrologio impietoso. Però a quei tempi salparono anche navi robuste che non naufragarono e non sbandarono sotto i marosi della crisi: è il caso di Parchi (periodico della Federparchi) dal 1990, fondatore Renzo Moschini, primo direttore Mariano Guzzini e da qualche anno Valter Giuliano. Quasi difficile tenere il conto delle iniziative di quel periodo; nello stesso anno Arancia Blu mensile diretto da Rina Gagliardi ed Enrico Tiezzi, allegato al Manifesto e Nuova ecologia. National Geographic Society, veterana storica, del 1888, sbarca in Italia in versione inglese nell'84, ma deve aspettare l'onda lunga negli anni duemila per la versione italiana.
Piemonte Parchi fu figlio di quel decennio. Il primo numero uscì nel novembre del 1983, allegato alla rivista Notizie della Regione Piemonte. Voleva essere un giornale d'appoggio alla politica dei parchi regionali appena istituiti. Semplice documentazione, quasi una raccolta di dispense esplicative dei singoli parchi. Debitore, soprattutto all'inizio, anche nella grafica ad Airone, fu a lungo una rivista didattica e didascalica, pensata per gli insegnati di scuola.
La prima vera "sfida", nel 1993: quando fu messa a pagamento. Ottomila dei 15mila abbonati del tempo divennero paganti, nel tempo salirono a 12 mila. Nelle sfide, o si perde e si soccombe, o si cresce. Nel dicembre 2007, firmai il mio ultimo editoriale. Che fu anche un bilancio (spero, come da intenzioni), sincero e preciso: «Siamo stati per 13 anni, e restiamo, l'unica rivista di un ente pubblico che si mantiene, per il 50%, grazie agli abbonati paganti; e l'unica senza pubblicità. Siamo anche stati, in controtendenza in questi anni difficili per la stampa naturalistica e di "settore", l'unica testata a non aver perso abbonati»..
Negli anni hanno collaborato migliaia di giornalisti, fotografi, tecnici, studiosi, ricercatori, appassionati che hanno messo a disposizione le loro sensibilità e professionalità. Così facendo, hanno contribuito a interpretare la "linea" editoriale della rivista.
Dal 1999 affronta la prova della cadenza mensile, nel 2001 le pagine passano da 32 a 48. Dal 2001 va su Internet con una testata giornalistica registrata. L'anno dopo viene realizzata una news letter che in soli quattro anni supera i 5.000 iscritti (l'80% dell'omologa news letters nazionale, curata da Federparchi sul suo sito parks.it). Nel 2004, prende l'avvio Piemonte Parchi Web Junior, dedicato agli studenti delle medie inferiori e superiori.
I collaboratori hanno saputo mescolare il linguaggio di ricercatori e di divulgatori alla costante ricerca del connubio tra naturalisti e umanisti, che quando funziona è vincente. Caterina Gromis, da tempo intelligente collaboratrice, dedicò un articolo alla rivista su Tuttoscienze de La Stampa nel 2003, in occasione dei vent'anni della rivista. Anche l'inserto del noto quotidiano torinese (curato a lungo da Piero Bianucci), è figlio di quegli anni "formidabili". Per quanto riguarda la nostra rivista Caterina Gromis, scrisse allora: «Il salto di qualità si avrebbe portandola in edicola, ma la Regione che ne è l'editore non ha mai voluto farne un portavoce istituzionale: la cultura deve lavorare da sola, e le risorse sembrano sempre scarseggiare. La distribuzione in edicola comporterebbe un aumento di costi che potrebbero essere ammortizzati con la pubblicità: ma un recente sondaggio (ormai del 2001) rivelava che il 40% dei lettori non ne vuole proprio. Piemonte Parchi è una rivista amata perché sottile. I suoi estimatori quando la sfogliano tirano un sospiro di sollievo davanti alla sobrietà: la notano e la apprezzano nell'abituale baraonda di pagine e pagine pubblicitarie che rendono tanti altri giornali chiassosi e sfacciati, quasi sconci. È interessante, in un mercato abitato da poche, seppur pregevoli, riviste naturalistiche, tentare l'operazione culturale di un guscio di noce che naviga fra le portaerei: piccolo e leggero... ».
Piemonte Parchi ha contribuito a far conoscere e apprezzare il sistema dei parchi piemontesi, di cui ha cercato di raccontare lavoro, obiettivi e passioni.
Sono stati i lettori, con il loro sostegno e la loro partecipazione, a fare di questo giornale un inusuale successo editoriale. Con lettere, telefonate, attestazioni di affetto e stima, ma anche con contestazioni, rimproveri e suggerimenti per fare ancora "meglio". Una piccola grande sfida della "politica", quella lungimirante. Per una pubblicazione pubblica, l'avversario contro cui battersi è prevalentemente l'auto-referenzialità. E la politica non dovrebbe mai cedere alle lusinghe dell'autoincensamento.
Non ho elementi per dire se ancora, come un tempo, i parchi piemontesi sentono poco "propria" questa rivista, e di conseguenza non si impegnano nella sua diffusione e promozione. I parchi già un tempo chiedevano di raccontare tutte le "cose fatte", aspettandosi di trovare un risalto, in termine di pagine, rapportato all'impegno che profondevano nelle varie attività, indipendentemente dalla "notiziabilità". Brutta parola che dice però, ancora a cinque secoli dalla nascita, quello che deve essere l'informazione. Forse oggi, più che mai, dentro alla rivoluzione di Internet.
Intellettualmente onesta e seria, quindi, autorevole, affidabile e credibile. Condita dalla passione, perché, come disse Salvator Allende: «L'uomo che parla senza passione non ha nulla da dire».
La sfida è sempre uguale e sempre nuova: sapersi adattare ai mutamenti dell'informazione, miscelare i contenuti tecnici e scientifici con quelli umanisti. E sapere che oggi bisogna far di più i conti con i costi dell'informazione e, in tempi di crisi, con i "ricavi", e quindi sarà sempre più ineludibile fare i conti con la pubblicità. E su questo terreno mi sembra che Piemonte Parchi, incomini a misurarsi, correttamente e onestamente. Come sempre.
Gianni Boscolo è giornalista professionista dal 1976. Laureato in sociologia, ha lavorato all'Ufficio stampa della Regione Piemonte e dal 1982 al settore Parchi. Nel 1990 ha assunto la direzione della rivista Piemonte Parchi, carica che ha ricoperto fino al 2006, anno in cui é andato in pensione.

Il futuro: parchi e new media

Sono un Mac user dall'anno di Orwell, e quindi da tempo desideravo anche il supertelefono, ma ho atteso la versione con GPS prima di comprarne uno...
Perché, finalmente, sono attrezzato come il Capitano Kirk quando scendeva dall'Enterprise, così come lo sarà la maggior parte di persone con telefonino entro pochi anni: ho in mano un vero "comunicatore" che, oltre a collegarmi ai miei simili in audio o video, mi connette al grande Computer! E sa sempre dove mi trovo e può dirmi in ogni momento cosa c'è intorno a me !-).
Queste trasformazioni portano Parks.it (il portale dei parchi italiani) e gli Enti gestori delle aree protette a una scelta obbligata: georeferenziare su Internet i propri contenuti sulla tutela della biodiversità e sviluppo sostenibile.
Al via, quindi, la georeferenziazione di foto, video e checklist di fauna, flora e habitat, ma anche di itinerari, punti di interesse, centri visita, proposte di educazione ambientale, e altri servizi che arricchiscono la "biodiversità" e geotaggando anche eventi, news e iniziative collegate ai parchi.
La fruizione di Internet sarà sempre più mobile, e quindi localizzabile: creare e aggiornare i contenuti del proprio sito, ma non georeferenziarli, significherà decidere di non comparire agli occhi dei tanti "Kirk" che troveranno le numerose informazioni fornite da chi avrà già abbinato a precise coordinate.
Decidere di georeferenziare la propria informazione, coordinandola con quella degli altri parchi, dovrebbe invece assicurare una dignitosa visibilità online alla rete delle aree protette, e mantenere viva anche la speranza di sensibilizzare sempre più persone, per arrivare a dire: «Ci porti sù, signor Scott!» in una Enterprise dove il rispetto per la vita, non solo umana, sia una certezza. (M.P.)

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