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Il treno delle meraviglie

DALLA PIANURA ALLA COSTA AZZURRA: E OLTRE LE ALPI SPLENDE IL SOLE
  • Furio Chiaretta
  • luglio 2010
  • Domenica, 4 Luglio 2010
Lo hanno chiamato “Treno delle Meraviglie”, Train des Merveilles: non solo perché transita ai piedi della Valle delle Meraviglie, ma soprattutto per gli straordinari paesaggi che si ammirano in viaggio. E la Torino-Cuneo-Ventimiglia è l’unica ferrovia in partenza dalla “città dell’auto” che permette di praticare l’accoppiata treno+piedi, grazie al Sentier Valléen che collega le stazioni della Valle Roya. Ma i panorami sono garantiti anche per chi rimane comodamente seduto davanti al finestrino, concedendosi soltanto qualche breve visita turistica. In tal caso il giro si può fare in giornata, anche se è necessario partire di buon’ora. La domenica è d’obbligo il treno delle 7.30 da Torino Porta Nuova, poiché il treno delle 8.35 per Cuneo è soppresso nei festivi. Attenzione a non prendere il treno che passa per Savona (con un viaggio più lungo), ma quello via Cuneo: parte da uno dei primi binari, lato via Nizza. Sotto un cielo plumbeo e piovoso ecco il Lingotto, il ponte sul Po, il castello di Moncalieri. Poi la città lascia il posto alla campagna. Nella prima parte del viaggio conviene sedersi sul lato destro del vagone, per ammirare la bella piramide del Monviso sullo sfondo di cascine e campi di mais. Si susseguono le stazioni di Carmagnola, Racconigi, Cavallermaggiore, Savigliano. Qui conviene dare una rapida occhiata sulla sinistra: sui binari c’è sempre qualche treno appena costruito dalla Alstom, e spesso capita di vedere l’ultimo modello di Pendolino, quel gioiello di tecnica inventato in Italia, ma “svenduto” pochi anni fa – insieme alla fabbrica Fiat Ferroviaria di Savigliano – alla francese Alstom. Non a caso poco lontano c’è anche un bel museo ferroviario, che si scorge poco dopo la partenza, sulla destra. Il castello di Fossano domina la stazione successiva: ora il treno abbandona la linea per Savona, e punta verso Cuneo, su una linea a binario unico. Quasi inevitabile una lunga sosta a Centallo o a Maddalene, per attendere l’incrocio con il treno che viene nella direzione opposta. Sembra impossibile, ma in questi anni di imponenti spese per l’Alta Velocità (che ci costano 1,4 miliardi all’anno solo di interessi) non si sono trovati i pochi milioni di euro necessari al raddoppio della Fossano-Cuneo... Un tratto in trincea preannuncia lo spettacolare viadotto a due piani (sotto il treno, sopra le auto) che scavalca la Stura e conduce a Cuneo. La ferrovia che gli svizzeri ci invidiano Sul muro della stazione una targa ricorda la riapertura della linea nel 1979. La ferrovia che collega Cuneo a Nizza e Ventimiglia biforcandosi a Breil-sur-Roya venne infatti costruita con imponenti opere di ingegneria (81 tunnel e 407 ponti) tra il 1883 e il 1928, ma diversi viadotti vennero distrutti durante la Seconda guerra mondiale: così, dopo il trattato di pace e il referendum popolare con cui gli abitanti dell’alta Roya (Tenda e Briga) decisero di passare alla Francia, ci vollero decenni di discussioni prima che italiani e francesi trovassero un accordo per ripartire i costi di ricostruzione e gestione della ferrovia. Ora il servizio è gestito da Trenitalia verso Ventimiglia, mentre le ferrovie francesi servono i paesi alle spalle di Nizza, e con pochi treni arrivano fino a Tenda. Così per i torinesi è più comodo arrivare a Nizza passando per Ventimiglia, come ci accingiamo a fare noi. Il nostro treno salta le stazioni di Borgo San Dalmazzo, Roccavione e Robilante, mentre dai finestrini i prati si alternano ai cementifici che hanno “mangiato” i rilievi all’imbocco della Val Vermenagna. La valle si restringe, e in breve si supera la stazioncina di Vernante, scorgendo appena i murales dedicati a Pinocchio. Poi il treno entra in una lunga “galleria elicoidale”: nel tunnel i binari compiono un anello per guadagnare quota, con una tecnica tipica delle linee di montagna della fine del XIX secolo. Così, dopo qualche minuto di buio, riappare Vernante, questa volta 100 metri più in basso. Con brevi tunnel ed aerei scorci sulla boscosa Val Vermenagna, si arriva a Limone, dove si entra nel tunnel di Tenda: 8 km e 8 minuti di viaggio per attraversare le Alpi. Al di là splende il sole, come spesso capita percorrendo questa ferrovia: si lasciano alle spalle le nebbie e il freddo della pianura padana, per scoprire i tiepidi ambienti della Valle Roya, quasi un assaggio di Provenza tra le Alpi Marittime. In discesa lungo la Valle Roya Brevi tunnel si alternano a rapidi scorci sul vallone di Refrei, poi si entra nel secondo tunnel elicoidale: ora siamo in discesa, il treno va più veloce, ed è sufficiente alzarsi in piedi per accorgersi che il treno sta facendo una lunga curva che termina a Tenda. Dalla stazione si scorgono in alto i pinnacoli di roccia e il ponte tibetano di una “ferrata”, e appena ripartiti si ammira l’antico centro storico disposto in una conca. Un tunnel porta nel vallone di La Brigue, ma il paese è invisibile dal treno, mentre con un terzo tunnel elicoidale si scende a St-Dalmas-de-Tende: poche case tra cui sorge una stazione imponente e assolutamente fuori scala. Ora è il momento di sedersi sul lato sinistro: il treno fa una serie di tornanti, alternando i tunnel in curva ai tre ponti sullo spumeggiante torrente Roya, poi taglia uno scosceso pendio, finché in basso – sul lato opposto della valle – non appare un altro binario. Ma in realtà è la nostra stessa linea, che dopo il quarto tunnel elicoidale e un aereo viadotto, passa sulla sponda sinistra della Roya, quindi transita sopra le case di Fontan. La stazione è poco più avanti, a metà strada fra Fontan e Saorge. Dopo la fermata e un breve tunnel, occhio al panorama: in basso la gola in cui scorre la Roya, a sinistra in alto le due conche in cui sono disposte, come in un anfiteatro, le case di Saorge. Ora il treno prende velocità, e con scorci via via più ravvicinati sulle limpide acque della Roya e sugli uliveti, giunge a Breil, dove la linea si biforca. Il nostro treno prosegue lungo la Roya, con vista sulle frane che hanno travolto la vecchia strada, passa l’abbandonata stazione di Piena, quindi rientra in Italia e si infila in una serie di tunnel che lasciano vedere solo per brevi istanti il sinuoso corso del torrente e le piccole stazioni di Olivetta San Michele, Airole, Bevera. Qui la valle si apre in una vasta piana e l’incanto finisce: ulivi e mimose lasciano il posto a capannoni, discariche, un inutilizzato scalo merci e infine la stazione di Ventimiglia. Lungo la Costa Azzurra L’arrivo è quasi puntuale, e senza fretta si può prendere il treno delle 11.17 per Nizza (11.47 la domenica): in questo tratto di costa le ferrovie francesi forniscono un ottimo servizio ai pendolari e ai turisti, con treni ogni mezz’ora, e almeno ogni ora la domenica. Quindi ci si può rilassare, prevedendo magari una sosta intermedia. D’obbligo sedersi a sinistra, vista mare. Si ammirano così la cala delle Calandre, le antiche ville di Latte, le pareti di roccia dei Balzi Rossi, frequentate fin dal Neolitico. Il treno entra in Francia, dominando dall’alto la costa, con le stazioni di Garavan, Menton e Carnolès: qui chi ama le passeggiate lungo la costa può lasciare per un momento il treno, per seguire prima il lungomare e poi il “Sentier du littoral” che contorna il Cap Martin, passando tra antiche ville, belle calette, e con un tratto costruito a balcone sull’alta massicciata che sostiene la ferrovia scende alla spiaggia di Buse, ideale per una sosta, prima di risalire alla sovrastante stazione di Roquebrune (i più pigri possono scendere direttamente dalla stazione alla spiaggia). Ripreso il treno, ecco la nuova stazione sotterranea di Montecarlo, poi quella di Cap d’Ail, partenza per un’altra breve passeggiata costiera al Cap e alla Plage Mala. Ma anche i panorami dal treno sono notevoli, pur nel continuo alternarsi di gallerie e scorci sul mare. Eze, Beaulieu, poi il treno taglia la penisola di Cap Ferrat, e dopo le fermate di Villefranche e Nice Requier, giunge infine alla stazione di Nizza. Le tre partenze per Breil (17.04, 17.55 e 19.27) lasciano liberi di scegliere tra una visita della città vecchia e un rientro immediato. Il treno porta i pendolari nei sobborghi nord-est di Nizza (St-Roch, L’ariane, La Trinité, Drap-Cantaron), poi entra nella stretta valle del Peillon, fermandosi nelle stazioni di Peillon e Peille: i rispettivi paesi sono in alto, invisibili tra gli ulivi, mentre nel fondovalle c’è una cava e poi L’Escarène. Il treno entra nel tunnel sotto il Col de Braus, che lo porta direttamente a Sospel, grazioso paese nella valle della Bevera, e con un altro tunnel sotto il Col de Brouis raggiunge Breil, dove si chiude il nostro anello ferroviario. Ormai è scesa la notte, e sulla via del ritorno si scorgono soltanto le luci dei paesi della Valle Roya visti al mattino: indimenticabili quelle di Saorge e di Tenda.

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