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San Biagio: Polo per la libertà religiosa

Il monastero di Mondovì da anni si fa ponte di un dialogo per la libertà religiosa dell'uomo.
"...il progresso ha varie forme, ma la sua radice è la moderazione nel parlare, vale a dire l'astenersi dall'esaltare la propria religione e dal biasimare le altre fuor di proposito, perché si deve rispetto alle altre religioni, in ogni caso. Agendo così si magnifica la propria religione e si giova alle altre; agendo diversamente si nuoce alla propria religione e non si giova alle altre" Imperatore indiano As΄okha, che regnò in India dal 270 a 232 a. C.
Informazioni: www. monasterosanbiagio.com, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Orari di visita: domenica dalle 15 alle 18, altri su prenotazione. Tel. 0174686298. È possibile accedere anche alla biblioteca per la consultazione. Il monastero può accogliere in camere singole o multiple, tutte con servizi, 26 persone che individualmente o a gruppi chiedano di trascorrere qualche giorno al monastero per ritemprarsi spiritualmente, favoriti anche dall'essere vicini alla Riserva Naturale di Crava Morozzo, da visitare. Tale area (già Oasi LIPU dal 1979), costituisce il più significativo esempio di zona umida del Piemonte meridionale, unica nel suo genere, importante per la sosta di numerosi uccelli durante il passo migratorio. La Riserva è visitabile tutto l'anno, ed ogni stagione presenta aspetti avifaunistici interessanti.

  • Loredana Matonti
  • dicembre 2012
  • Venerdì, 28 Dicembre 2012

Iscrizione incisa sulla pietra ben due secoli prima di Cristo e per nulla anacronistica. Semmai, futuribile. Per 4 miliardi di uomini almeno, la libertà religiosa è ancora un sogno proibito. Eppure, in un'epoca dove la diversità è ancora perseguitata come una minaccia, dove la religione viene usata per dividere e contrapporre, assumendo il carattere di ideologia subordinata a esigenze di potere, c'è anche qualcuno che si preoccupa di curare un dialogo religioso, per ricordare che la ricerca della verità non può prescindere dalla libertà stessa. Solo così Oriente ed Occidente arrivano ad un crocevia, incontrandosi inaspettatamente proprio qui, al monastero di San Biagio. Siamo a Mondovì, in provincia di Cuneo, a due passi dalla Riserva Naturale di Crava Morozzo, paradiso dell'avifauna migratrice. Se questo ad alcuni può apparire singolare, bisogna ricordare che, in passato, proprio l'istituzione monastica si faceva custode di una libertà spirituale a cui ogni uomo poteva legittimamente aspirare. E' così che da anni, a San Biagio, si organizzano convegni, eventi culturali, dibattiti interreligiosi, con unico scopo: "far emergere quei valori insiti in ogni religione che sono la pace, la giustizia, la salvaguardia del creato, la Libertà e la tutela dei diritti umani..." ci dice suor Clelia, badessa dell'ordine benedettino che da anni conduce il monastero. Ci accoglie con un sorriso amabile, ospitale, invitandoci ad unirci al pranzo, preparato dalle abili mani di suor Maria Grazia che, assieme a lei, si occupa del monastero. Convinte assertrici della religione come opportunità di Libertà e di incontro con la dimensione più profonda del nostro essere, da anni sono alacremente impegnate nell'organizzare eventi e convegni sulla tolleranza religiosa e sul cammino spirituale dell'uomo. Impegno che, a dire il vero, ci suscita una certa ammirazione per la sfida raccolta. In una società sempre più caratterizzata dalla fretta, indirizzata a contenuti edonistici, improntati più sull' "avere" che sull' "essere", proporre di riflettere sul contenuto dell'ascesi e quindi su un cammino spirituale dell'uomo, potrebbe apparire ad alcuni quantomeno ingenuo e fuori tempo. Eppure, contemporaneamente, si avverte proprio di questi tempi l'inesorabilità di processo epocale in cui vi è l'intrinseca spinta a trascendere un vecchio paradigma, basato su azioni dal tornaconto egoistico e miope, per un bene superiore che coinvolga l'intero pianeta. Per questo San Biagio ha già ospitato, negli anni, eventi che hanno visto l'alternarsi di relatori delle diverse religioni: induismo, ebraismo, buddismo, cristianesimo, islam e anche corsi di yoga. In alcune edizioni i monaci buddisti del Centro Milarepa di Torino, hanno anche realizzato dei "mandala" (disegno simbolico dal profondo significato spirituale) per la pace nel mondo. Scorrendo negli atti pubblicati in uno dei convegni, è emblematico l'esempio del parallelismo tra il santo buddista Milarepa e il cristiano San Francesco. Stupisce scoprire che uomini vissuti quasi nella stessa epoca (il primo nacque a metà dell'undicesimo secolo, il secondo alla fine del dodicesimo), ma in civiltà assai diverse, abbiano seguito cammini analoghi. Entrambi in gioventù fecero esperienza del "male" di cui si pentirono, per poi coltivare la povertà ed un cammino ascetico che si congiunge con la parola poetica, come frutto della realizzazione spirituale. Come nel "Cantico delle Creature" siamo di fronte ad una concezione del mondo completamente opposta a quella del dominio e del possesso sulla Natura: Francesco sente che gli altri Esseri esistono e vivono nell'Uomo stesso, che sono misteriosamente imparentati e interdipendenti. Culture e religioni diverse che, nella ricerca della Verità, ebbero una rivelazione analoga. "Le varie conferenze che abbiamo raccolto, sottolineano il profondo desiderio dell'uomo di trovare risposte sul mistero della vita e con le varie relazioni che esso implica: rapporto con Dio, con l'umanità, con la natura che lo circonda, con l'universo" – afferma suor Clelia. Poi, ci invita a conoscere la biblioteca del monastero, che vanta numerosi volumi sulle sacre scritture, la teologia, il dialogo interreligioso, nonché le interessanti peculiarità artistiche ed architettoniche del luogo. La chiesa primitiva, mirabilmente restaurata, costruita nel XI secolo e poi ampliata nel XII secolo, fu officiata dai monaci benedettini fino al 1440, quando il monastero venne soppresso dall'antipapa Felice V (papa Eugenio IV). Si presenta con affreschi ben conservati del XV, XVI e XVII secolo e sculture lignee di Beppe Viada, tra cui la "Madonna della Fiducia". Diventata poi chiesa parrocchiale dal 1675 al 1904, fu trasformata dai contadini in fienile quando fu costruita la nuova parrocchia al centro del paese. Nel 1973 l'arrivo di Padre Filiberto Guala, trappista, segnò la ripresa della vita monastica e l'inizio del restauro del Priorato, proseguito dopo il 1985, con l'associazione Madonna della Fiducia. Suor Maria Grazia, più incline a curarsi della terra e dei suoi frutti, ci guida invece nel terreno di pertinenza, mostrandoci con un certo orgoglio il frutteto e campo dimostrativo varietale di piante antiche, inaugurato nel 1996. La sperimentazione è mirata al recupero di vecchie varietà locali di mele, pere, pesche, susine, ciliege, castagne e piccoli frutti, per individuare e valutare la resistenza alle malattie della frutta. Attualmente il frutteto è composto da 230 varietà, ma è sempre in continua evoluzione, per il ritrovamento di nuove varietà da recuperare e sperimentare. Oggi, con l'esperienza maturata a partire dal 1985, il monastero si presenta strutturato con l'immagine di tre cerchi. Il primo è la continuazione della condivisione della spiritualità monastica benedettina, il secondo è formato dall'associazione "Madonna della Fiducia", mentre il terzo cerchio è formato da persone che appartengono ad altre spiritualità, ma che vengono aggregati per periodi di tempo anche lunghi, che potrebbero diventare definitivi. Questi ultimi hanno regole di vita proprie, di volta in volta concordate con la comunità del monastero. La missione che accomuna tutti è favorire il mantenimento della struttura, assicurando una regolarità di preghiera condivisibile e l'accompagnamento di chi è alla ricerca spirituale di sé. Per quest'ultimo aspetto, la struttura offre anche ospitalità. Una delle opportunità per chi, ad un certo punto delle prove della sua esistenza, sente di voler ritrovare se stesso, ascoltando le risposte che possono emergere solo dal proprio profondo. Come dice serenamente suor Clelia: "l'ascolto della nostra coscienza può darci delle risposte che sanno renderci grati del dono della vita e ci rendono capaci, con nostra meraviglia, di donarla noi stessi, totalmente".

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