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Il Sentiero Fiorito del lago Kastel

Tra Piemonte e Svizzera, un itinerario per conoscere la straordinaria ricchezza botanica delle montagne walser (e un' indimenticabile cascata)

  • Aldo Molino
  • ottobre 2011
  • Lunedì, 10 Ottobre 2011


a cura di Aldo Molino

Per saperne di più: Paolo Pirocchi, Giovanna Janner, Kastel-Storie d'acqua, di mandrie, di fiori, Ente di gestione delle aree protette dell'Ossola 2011 Pernottare in quota: Rifugio MARIA LUISA CAI, sezione di Busto Arsizio Tel. 0324 63086 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Guardando la carta geografica, la Val Formazza è quella punta del Verbano Cusio Ossola che s'incunea oltre il monte Rosa verso la Svizzera tra il Vallese e il Canton Ticino, percorsa dal fiume Toce. D'inverno terreno di azione per fondisti e sci-escursionisti e d'estate per escursionisti. La conformazione geologica che vede l'alternarsi di rocce più tenere con robuste bancate di gneiss e l'acclività dei versanti fanno sì che l'alta Ossola sia luogo di cascate più o meno scenografiche, ma quella della Toce tra la piana di Riale e sotto Frua di Formazza, non soltanto è la più spettacolare, ma una delle più belle e possenti di tutte le Alpi. Solo il grande salto del Reno a Sciaffusa, la Rheinvall desta una maggiore impressione. Quella della Toce è però molto più alta (142 m contro 23) e copre nel punto di massima larghezza una luce di 60 m. In realtà non si tratta di una caduta unica bensì di almeno tre balzi in successione. È uno spettacolo davvero emozionante affacciarsi alla piattaforma che aggetta sulla valle, per vedere il placido torrente di montagna saltare nel vuoto con fragore ed energia assordante. Energia, quella idroelettrica che è costata molto alla cascata, perché a partire dagli anni '20 del secolo scorso la realizzazione di bacini, centrali, condotte forzate e canali in galleria ha fatto sì che normalmente ci sia nel fiume pochissima acqua. Solamente nel periodo estivo e nei giorni festivi secondo un preciso orario per qualche ora, l'Enel apre i rubinetti e la cascata torna al suo antico e selvaggio splendore. Per meglio goderne il panorama, la cosa migliore è seguire il sentiero che inizia in basso appena prima della galleria, attraversa il torrente lo segue lungo la sponda sino al cospetto della cascata e risale l'opposto versante sino all'albergo. Il Toce nasce poco più a monte dall'unione dei torrenti Morasco, Gries e Roni, a circa 1800 m di quota nell'ampia piana di Riale. Per secoli questo itinerario, ora percorribile in auto (le carrozzabili raggiungono queste quote con i grandi lavori delle società d'imprese elettriche, oltre i primi del Novecento) costituì un tratto della via mercantile che dal Gries ha unito le città di Milano e Berna. Riale (1718 m), insediamento stagionale, si raggiunge agevolmente in un'ora di auto da Domodossola, ed è qui che è possibile lasciare il mezzo in un ampio parcheggio prima d'inerpicarsi lungo i sentieri. Nel 2010, "l'Anno internazionale della biodiversità", l'Ente di gestione delle aree protette dell'Ossola ha realizzato nei pressi del lago Kastel il percorso autoguidato "Il sentiero fiorito", un breve itinerario che si snoda in parte su strada e in parte su sentiero, dotato di pannelli esplicativi (in corso di sistemazione) che richiede circa un ora di cammino. Le bacheche informative che s'incontrano appena dopo il ponticello sul Roni suggeriscono diverse possibilità escursionistiche e come raggiungere il Lago Kastel. Si può scegliere tra il sentiero tracciato dal Cai di Busto Arsizio, ben battuto, di difficoltà media, poco visibile solo in rari tratti, o altrimenti la più lunga strada sterrata un tempo carrozzabile ma oggi chiusa al traffico, che sale al passo di San Giacomo toccando il rifugio Maria Luisa e costeggiando il lago di Toggia, lungo la quale è possibile osservare con più comodità la diga di Morasco sul versante opposto e scattare qualche 'foto aerea' di Riale. Dopo circa due ore di cammino nei pressi della primissima baita e con sullo sfondo la muratura della diga sul Toggia, la strada si biforca. Continuando si raggiunge in breve il frequentatissimo rifugio Maria Luisa, 2150 m (è aperto anche d'inverno e raggiungibile con gli sci) e successivamente l'invaso del Toggia. Dalla diga, completata nel 1932, si ammira il grande lago, il Fischersee-lago dei pesci per i Walser, con vista verso il Passo S. Giacomo, già in Svizzera. Per raggiungere il lago Kastel e il Sentiero fiorito, invece bisogna andare a destra risalendo i tornanti. Il lago (2213 m s.l.m.) il cui attuale sbarramento fu realizzato tra il luglio del 1924 e il 1928, inglobò un lago naturale. Le recenti ricerche in campo botanico hanno individuato in quest'area 88 specie rare e 6 specie rarissime. Partendo dalla vecchia casa di guardia del bacino idroelettrico l'esplorazione alla ricerca dei fiori ha luogo sui fianchi dell'Alpe Kastel, uno dei 7 alpeggi di produzione del Bettelmatt, il formaggio ottenuto con lavorazione a crudo del latte (stagionatura di almeno 90 giorni). A conferire caratteristiche uniche a questo "fontal" è la ricchezza di erbe aromatiche nei pascoli tra cui la Ligusticum mutellina. La strada che costeggia il lato sud del lago attraversa i nardeti (tappeti erbacei compatti e bassi), e i curvoleti, praterie dal colore giallo della carice ricurva (Carex curvula), le cui foglie ingialliscono precocemente a causa di un fungo parassita. All'estremità della poco accessibile sponda del Kastel, una curva sulla sinistra svela alcuni avvallamenti del terreno dove la neve staziona a lungo, le cosiddette vallette nivali. Una catasta di tronchi di conifere ritrovati sul fondale del lago, testimoni di antiche foreste ora scomparse, segnala la possibilità di allontanarsi per un attimo dalla sterrata per poter osservare a fondovalle i limiti morfologici di una torbiera millenaria: un punto panoramico sulle creste delle valli ossolane da cui è ben visibile il Monte Giove (3009 m s.l.m), il "balcone sul verbano". Si ritorna lungo il percorso di salita. Matteo Marasco