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Sui Sentieri di Leonardo: Balme, rocce e incisioni

Il versante meridionale del Mombracco offre interessanti esempi di insediamenti rupicoli e siti dalle enigmatiche incisioni rupestri

  • Aldo Molino
  • Giugno 2011
  • Venerdì, 10 Giugno 2011

Non sappiamo con certezza se Leonardo sia stato davvero da queste parti, di certo in un manoscritto del 1511 conservato a Parigi, il multiforme genio decantava le proprietà della pietra che già allora si cavava dal Mombracco. In maniera circostanziata ne parla comunque come di una pietra priva di impurità e dura quanto il porfido. Il Mombracco è un isolato scoglio che benché alto poco più di 1300 metri (1307 m alla Croce di Envie per la precisione) è montagna vera che separa la Valle del Po da quella del Pellice. Dalle cave che si trovano poco sotto la cima si ricava una pregiata pietra da costruzione (oggi l'attività è appannaggio soprattutto dei cinesi) conosciuta come "bargiolina" esportata in tutto il mondo. La sua frequentazione è comunque molto antica come testimoniano le numerose rocce istoriate che risalirebbero all'età del ferro e i resti di antiche costruzioni che sfruttando pareti di roccia aggettanti risparmiavano "sul tetto". La carta non è delle più precise, il sentiero non sempre così evidente, e la segnaletica ha conosciuto tempi migliori, ma una passeggiata sul Mombracco utilizzando la cartoguida (Il Mombracco-le vie Fusta editore 2007) presenta davvero numerosi motivi di interesse che la suggestione del grande toscano contribuisce sicuramente a valorizzare. Da Revello, dove va visitato il Museo Naturalistico del Parco del Po, si risale lungo la valle sino a Sanfront e a Robella. Qui si devia a destra su di una stradina secondaria (indicazioni per Balma Boves) che raggiunge il Po (500 m). Oltrepassato il fiume, si può parcheggiare. A piedi si continua sulla strada asfaltata che sale ripida verso le case Garzino. Si trascurano un paio di diramazioni sulla destra, poi giunti nei pressi di una casa ristrutturata si piega bruscamente a sinistra. Dopo pochi metri si lascia la via asfaltata per imboccare il sentiero che transita a monte della casa e che in piano supera una zona umida. Dopo il ponticello la mulattiera inizia a salire passa accanto ad alcuni massi e giunge a uno stradello in prossimità di una balma (le balme sono ripari sotto roccia). Lo si attraversa e si continua verso l'alto, quindi piegando verso sinistra si giunge al ponticello oltre il quale è il bivio che conduce al sito di Balma Boves. Per adesso continuiamo sulla larga mulattiera che passa poco sotto un altro sito rupestre che ricorda con le sue alte scale gli insediamenti Anasazi (antica cultura nord-americana inspiegabilmente e improvvisamente scomparsa), per giungere in breve alle case Forano (667 m, area di sosta, bacheca informativa). Seguendo le indicazioni si piega a sinistra per imboccare il sentiero fiancheggiato al suo inizio da due file di lastre di pietra infisse verticalmente e proseguire verso l'alto lungo il costolone. Il sentiero non troppo battuto ma ben segnato raggiunge una stradina forestale che si segue verso destra. Si continua passando sotto una baita e attraversando un valloncello poco oltre il quale c'è una deviazione che scende a destra su Balma Boves. Trascuriamo adesso la deviazione per continuare verso l'alto. Quando la pista piega a sinistra la si lascia per seguire invece il sentiero segnalato che risale il costolone cespuglioso con affioramenti rocciosi. Si passa accanto ad alcuni lastroni e ad un cippo poi si costeggia un muro di terrazzamento nel cui basamento si può individuare una sorgente e si raggiunge in prossimità dei grandi roccioni il "Sentiero di Leonardo-giro del Montebracco, un lungo itinerario segnalato che compie l'intero periplo della montagna. Si va a destra superando i ruderi di alcune baite e in pochi minuti si giunge ad una svolta del sentiero oltre la quale e il grande roccione aggettante, vero trampolino naturale di Roccia la Casna (832 m, 1 ora, pannello informativo). Sulla roccia si trovano numerose istoriazioni antropomorfe e piccole coppelle. Eccetto una croce non sono facilmente individuabili se non quando la luce è radente. Dopo uno sguarda alla baita il cui tetto è rappresentato da un unico lastrone inclinato, si ridiscende sino al bivio per Balma Boves. Lasciato il percorso di salita ci si abbassa sul sentiero che più in basso piega a destra e raggiunge i prati a monte di Balma Boves. È questo uno dei luoghi più singolari ed unici dell'intero Piemonte. Al riparo della gigantesca parete aggettante, per secoli una piccola comunità praticamente autarchica ha abitato in questo luogo da fascino esotico che ricorda i Pueblo americani. Una sorgente assicurava l'acqua necessaria, ma all'occorenza c'era anche la doccia naturale rappresentata dalla cascata dietro la quale passa tutt'ora il sentiero. Dopo anni di abbandono oggi Balma Boves divenuto di proprietà del Comune di Sanfront è un singolare museo etnografico. Dopo la visita, il sentiero dotato di mancorrente si riunisce sul percorso dell'andata e seguendo il sentiero già noto si torna al punto di partenza (in tutto sono 2 ore di cammino e 300 m di dislivello).

Museo etnografico di Balma Boves
Periodo di apertura
•aprile, maggio, giugno: domenica 10.00 - 18.30
•luglio, agosto, settembre, ottobre:
sabato 14.30 - 18.30; domenica 10.00 - 18.30

Info:
Associazione culturale Marcovaldo, tel. 0171 618260 - cell. 340 4962384 mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Museo naturalistico del parco del Po a Revello Periodo di apertura: tutto l'anno. Ingresso: gratuito. Orario: sabato ore 14,30-18,30; domenica ore 10,00-12,30 e 14,00-18,30; ferragosto ore 10-12,30 e 14-18,30.
Per gruppi sono possibili visite durante la settimana, previa prenotazione. Tel. 0175-46505, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.