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Lou “temps de la Reino Jano”

Giovanna di Napoli, un grande personaggio, protagonista nell'Europa medievale entrato nella fantasia popolare e nel mito che ha attraversato i tempi e che rivive nelle leggende e nelle opere di poeti e trovatori che da lei e dalla tragica conclusione della sua esistenza, hanno tratto ispirazione

  • Mino Lodola
  • febbraio 2015
  • Mercoledì, 18 Febbraio 2015
La regina Giovanna Wikipedia La regina Giovanna Wikipedia

In Valle Stura di Demonte un anonimo trovatore ci ha lasciato una splendida canzone dedicata a Giovanna d'Angiò che fu si contessa di Povenza ma che forse solamente nella fantasia e nei sogni attraversò queste valli

L'aigla tournaivo - soubra la mountagno,
sous li passaivo - nosto reina Jano.

Que causa vèire - ela 'ncourounado
sus les gran peire - de la baricado!

Tuchi courìoun - à lou sìou passage,
tuchi venìoun - à li far oumage.

Tuchi pourtavoun - de flours,de tello
e li dounavoun - d'ogni causo bello.

Foro la glèia - del noste San Lauren
pòrtoun la clèia - 'n bassi d'argèn.
I es la bailìa - que li fai presèn
e 'n coumpagnìa lou aba de San Lourèn.
Venès, chivaus - trop vite, trop lèns,
metàisa causa: - es fach lou serments.

Passa la sjàissa - la guèrra es finida,
lou mound se pàissa - l'obra es polida.

Passa la sjàissa - passa l'asìr,
revèn la vida - revèn lou plasir.

L'aigla tournaivo - de soubra, de lèns,
'n bèc tenaivo - 'n bèu liri 'strèns.

Lou lìri blau - trait à la mountagno
dins lou jardin - de la rèina Jano.

Les saps arsònen - de nosto jouissanço,
les vals entònen - les chançouns de danço.

Viva la rèina - de nosto mountagno,
e tout lou mounde - qu'aici l'acoumpagno.

Viva la rèina - embè sa baronìa
e tuchi les mestres - de Senescallìa.

Se c'è un personaggio dove storia e leggenda si mescolano e dove il mito rinnova se stesso questo è sicuramente la regina Giovanna. Ma se la storia ha fatto chiarezza non altrettanto è stato la tradizione che ha trattegiato una figura che sintetizza l'immaginario collettivo di quelle lontane epoche.
In realtà le regine Giovanna sono state almeno due, zia e nipote, accumulate da analoghi destini e dal medesimo carattere volitivo e libertino, ma a cui anche l'ava Beatrice la figlia di Beatrice di Savoia, che ad Aix sviluppò una raffinatissima corte , deve aver contribuito.
A seguire queste vicende c'è da farsi venire il malditesta.tra il XIII secolo e il XIV è un continuo rimescolarsi di dinastie parentele e regni.
Regina di Napoli, contessa di Provenza , Giovanna I di Napoli ebbe 4 mariti e innumerevoli amanti e di lei si dice come abbiamo visto fosse bellissima. Sposata giovanissima (aveva 7 anni) col cugino Andrea di Ungheria, a 17 anni era già regina, Dopo una moltitudine di vicende fatti di guerre tradimenti e intrighi e 40 anni di regno, dopo un lungo assedio fu catturata dal figlioccio Carlo di Durazzo e imprigionata a Muro di Lucania morendo decapitata o strangolata nel 1384 .
Della nipote, Giovanna seconda, il gossip, è ancora più intrigante e racconta dei moltissimi amanti della "regina mantide" che venivano gettati nei sotterranei di Castel dell'Ovo a Napoli dove si pasceva nientemeno che un coccodrillo del Nilo.
Ma il chiacchiericcio nelle lunghe veglie di inverno e l'immaginario popolare ne hanno trasformato la figura che ha finito col coincidere con miti e credenze molto più antiche. Sciupa-maschi ammaliatrice come Circe ma anche fata generoso dispensatrice di doni.
Alcuni tratti ricordano poi quello di un altro essere mitico, Melusina metà fata e meta pesce capostipite dei signori di Lusignano a cui come a Giovanna sono attribuite magiche virtù grandi amori e la costruzione infinità di edifici e castelli.
Di Giovanna, la prima, nata a Napoli , sappiamo che si recò una volta sola nei suoi possedimenti provenzali intorno al 1346 per incontrare il Papa ad Avignone (a cui vendette la città) . Sostò a Marsiglia e a Aix, ma difficilmente anche se non si può esserne certi, avrebbe avuto motivo di visitare i feudi cuneesi.
Appare poco probabile quindi che nei suoi viaggi abbia soggiornato in quelle località che comunque ne ricordano la presenza.
La presenza di due Giovanne deve aver contribuito parecchio nella costruzione del personaggio immaginario a cui attribuire sogni speranze e rabbie di secoli non facili.
La seconda Giovanna in Provenza invece sicuramente non c'è mai stata, ma le voci dei suoi comportamenti equivoci hanno raggiunto anche l'area alpina sovrapponendosi talvolta al buon ricordo della prima Giovanna.
Diversi castelli, si contendono in Provenza il ricordo dell'amata regina Salon, Grans, Ventabren, Digne, Riez. Solo per citarne alcuni. Luoghi, costruzioni, palazzi, strade, luoghi misteriosi o segreti portano il suo nome.
Anche al di qua delle Alpi dove nel medioevo si estendevano i domini provenzali Giovanna ha lasciato un ricordo talvolta struggent,e tal'altro inquietante perfettamente coerente con il personaggio che non lasciò indifferenti nobili, poeti e popolani.
Val Grana, Valle Stura di Demonte, Val Gesso e Val Maira sono i luoghi dove maggiormente si è conservato il mito di Giovanna . Una leggenda della Val Grana vuole che la Reino Jano fuggiasca nelle valli, sentendo la sua fine prossima chiese ai valligiani di essere sepolta ai piedi di una vite facendo loro una promessa "mi i faou pi sempe pourta' d'uo 'n perfount."
In Valle Maira, non lontano da Montemale, nella località "argille", su un colle semisepolti dalla vegetazione, sono i pochi ruderi di un castello-torre di avvistamento che controllava l'antica strada romana in un passo strategico. La tradizione locale, vuole il maniero appartenuto alla Regina Giovanna e una leggenda racconta del fantasma di un nobile cavaliere rivestito di una corazza lucente di scaglie verdi che ancora si aggirerebbe tra le vecchie pietre. Si tratterebbe di uno dei tanti amanti della regina che venutole a noia sarebbe stato letteralmente defenestrato. Ma nel bosco si agirebbe anche un'altra aliena presenza quella della "dama bianca" che altri non sarebbe che la Reino Jano in persona pentita per il misfatto. A Giovanna la "fata" è dovuto invece il piccolo terrazzo prativo sospeso sulle strapiombanti e dirupate pareti delle Barricate a Pietraporzio (Pontebernardo iin Valle Stura) denominato appunto "il giardino della regina Giovanna".
A monte di Entracque, troviamo invece le Gorge della Reina a primavera autentico giardino alpino con le straordinarie fioriture dell'endemica Primula allionii.
All'origine delle dirupate gole sarebbe stato il rifiuto della regina Giovanna di prendere in sposo il figlio del Re di Francia. Questi, adirato, le mosse incontro con il suo esercito. La Regina si rifugiò allora a Roaschia.
Gli sgherri del pretendente respinto, schieratesi sulla cima del monte per guadagnare una posizione dominante prima di sferrare l'attacco, furono però fatte sprofondare dall'ira divina nell'abisso delle gorge, apertosi sotto di esse. Dalle parti di Boves invece si racconta che durante una visita della Contessa desiderando questa mettere alla prova i suoi sudditi con la richiesta di un paio di comode scarpe nuove per i suoi regali piedi.i valligiani per soddisfare la bizzarra richiesta dovettero però escogitare uno stratagemma scoprendo così un tremendo segreto che la regina aveva i piedi caprini (in altre versioni di gallina)! La Regina dai piedi non umani rimanda comunque ad altre leggende come quella di Pedoca che si racconta ancora oggi ai bambini della Valle Elvo.
Tra Fontanelle e Roccavione, in quelli che erano antichi possedimenti provenzali, troviamo ancora una collina chiamata "Renostia" che significherebbe "porta della Regina" dove si sarebbe trovato un castellaro ligure e dove si celerebbero i ruderi di un castello. Nei pressi un avallamento del terreno, una piccola grotta è conosciuta come "lou pertus de la Rèino Jano". Qui si celerebbe un fantastico tesoro purtroppo ormai perduto
Ad Albaretto Macra, Giovanna è una magica fata che attraversa il torrente su di una pelle di pecora e traccia con il suo mantello incantato il sentiero che conduce al paese. Accolta con grandi favori, la regina avrbe intercesso affichè i paesani avessero raccolti abbondanti e fossero protetti dalla grandine. Sopra il santuario di Castelmagno luogo già sacro presso i romani troviamo la "cima Rèino", a Valloriate infine esisteva una "sedia della regina" (un masso usato come sedile), "querèa 'd la rèina Jana" ma anche una "via 'd la reina".
Alla regina Giovanna Frederic Mistral, premio Nobel per la letteratura è fautore del rilancio della lingua occitano-provenzale ha dedicato il suo unico dramma e nell'introduzione veniamo a conoscenza di numerose opere di autori precedenti ispirate alle vicende di Giovanna.
E mentre l'antica canzone è stata riproposta nei lavori di gruppi musicali occitanisti, una poesia dedicata a Jano la troviamo anche nella raccolta delle opere di Antonio Bodrero poeta di Frassino "Rèino Jano, rèino Jano, còu de ciéume, sorre umanode l'aubano; Esclarmoundo, flour de l'oundo, de la broundo,claro e moundo, bourro e bloundo,blound souléu, emé lis iuede la niue;
Nei tempi non troppo esaltanti in cui viviamo forse abbiamo ancora bisogno di sperare e di sognare la magica bellezza della regina Giovanna e il ritorno a una perduta "età dell'oro", quelli felici di quando regnava la regina Giovanna e dei politici rispettabili si diceva "parlo couma la Rèino Jano".

 

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