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Due nonni a piedi per l'Europa

Anna e Riccardo hanno intrapreso un viaggio di un anno a piedi per l'Europa che li ha portati a conoscere il "dietro le quinte" del nostro continente, visitando località fuori dai grandi flussi turistici, fra grandi bellezze e contatti umani a volte difficoltosi.

  • Alessandra Corrà
  • Febbraio 2023
  • Lunedì, 27 Febbraio 2023
A piedi lungo il Canal du Midi in Francia A piedi lungo il Canal du Midi in Francia

"Noi viviamo spesso una vita di corsa, che ci toglie il tempo, e viviamo in luoghi che non conosciamo. Il camminare riallaccia i fili del territorio e quelli del tempo" Riccardo Carnovalini

"La fatica del cammino porta a chiedere la partecipazione degli altri. Anche solo a fermarsi a chiedere dell'acqua a qualcuno" Anna Rastello

E' stato il desiderio di conoscere, di esplorare e di vivere che nei secoli ha mosso gli uomini al viaggio. In passato si viaggiava di meno, i viaggi erano soprattutto finalizzati alla conquista di nuovi territori o ci si spostava alla ricerca di scambi culturali, ma c'erano anche gli studiosi che, mossi dalla curiosità, si muovevano per "conoscere".

Oggi, grazie alle nuove tecnologie e ai mezzi di trasporto disponibili, tutti possiamo andare dove vogliamo. I viaggi sono diventati una moda, il costume del nostro tempo, ma che cosa riusciamo comprendere davvero delle culture che incontriamo? Che cosa ne sappiamo in più rispetto ai nostri antenati che avevano molte meno possibilità di spostarsi?

Probabilmente il viaggio in sé non vale poi molto senza la giusta osservazione che ci permette di guardare il mondo esterno senza pregiudizi. Il viaggio non dovrebbe essere finalizzato solo a un'attività prettamente ludica, ma dovrebbe permettere di capire meglio se stessi attraverso l'interazione con una cultura diversa dalla nostra.

Esiste davvero la possibilità di trovare un modo per esplorare lo sconosciuto fuori dal fracasso del turismo di massa? Alcuni anni fa, Riccardo Carnovalini, fotografo e scopritore di vie, e Anna Rastello, esperta di scienze umane e sociali e gran camminatrice, hanno cercato di dare un nuovo senso all'andare, focalizzandosi sullo studio di nuove relazioni con il mondo utilizzando solo le proprie risorse personali.

Già esperti camminatori, hanno deciso di intraprendere un percorso speciale. Come le cicogne che nelle stagioni di mezzo si "lisciano le penne" pronte a intraprendere i loro spostamenti, il 15 ottobre del 2018 la loro anima nomade, risvegliatasi dal letargo dell'estate, li spinse a uscire a piedi dalla loro casa, situata vicino un bosco delle Valli di Lanzo, accanto alle cime innevate delle Alpi Graie, per incamminarli verso l'ignoto.

Da quel momento, solo con uno zaino sulle spalle, una tenda per dormire e tanti sogni nell'immaginario ebbero un'unica meta: vedere con i propri occhi l'Europa, ma non l'Europa conosciuta, quella che siamo abituati a scorgere e osservare nelle guide turistiche, ma il retrobottega del nostro continente, quello senza fama, alla ricerca di angoli insoliti che ancora non sono stati raccontati da nessuno, dove apparentemente non ci sarebbe niente da vedere, ma che invece possono regalare visioni immaginifiche.

Il loro viaggio è durato 365 giorni. Come un cerchio perfetto è iniziato in autunno e ha tracciato una linea circolare su tutte e quattro le stagioni. I chilometri calpestati sono stati 11.275 (con una media di 31 km al giorno), toccando 22 Paesi, tra cui, l'Italia, la Spagna, il Portogallo, la Francia, la Germania, la Romania, la Bulgaria e tanti altri. Liberi da pregiudizi e da aspettative hanno trascorso un anno immerso nel "qui e ora" in cui Anna e Riccardo non hanno mai sentito i propri amici né i propri familiari, né hanno utilizzato i social o altri mezzi di comunicazione. Un anno dedicato esclusivamente alle esperienze vissute nei territori esplorati e negli incontri con le persone che abitano quotidianamente in luoghi marginali.

Hanno vagabondato senza un itinerario prestabilito, esposti totalmente alle condizioni climatiche, ambientali e umane, senza alcuna protezione, lasciandosi guidare dal proprio istinto o dalle suggestioni del momento, seguendo soprattutto le sponde dei maggiori corsi d'acqua: il Rodano, l'Ebro, il Tago, la Senna, il Danubio.

A volte sono stati scambiati per vagabondi, altre volte per migranti privilegiati perché in possesso di una carta d'identità che gli dava il diritto di muoversi liberamente tra i Paesi. Gli sono stati proposti passaggi oltre la frontiera o sono stati fermati dai poliziotti che gli hanno puntato addosso un mitra prima di scoprire che erano cittadini in regola.

Una peregrinazione che ha dato a entrambi la consapevolezza di quanto siano grandi le pianure del nostro continente, di quanto immensa sia l'Europa agricola. "In terre come la Spagna, la Francia, la Polonia, la Romania o l'Ungheria c'è l'infinito, come in mezzo al mare. Il territorio italiano è un orto rispetto alle sterminate campagne altrui e l'Italia può competere solo come qualità, non come quantità".

La biodiversità del paesaggio è stata fonte di bellezza e sorprese: spiagge vastissime, pianure infinite, scogliere suggestive, vigneti maestosi, montagne aspre e selvagge, oceani sconfinati.

Esperienze che purtroppo hanno messo davanti agli occhi di Riccardo e Anna la fragilità dell'Europa, colpita da cambiamenti climatici che comportano conseguenze non solo per la terraferma. Anche i fiumi, gli oceani e i mari ne sono interessati. I mari si stanno innalzando a vista d'occhio e negli oceani si registrano sempre più spesso onde anomale.

Oltre a piovere sempre di meno, anche le temperature sono aumentate in modo preoccupante tanto da assottigliare i ghiacciai.

A livello sociologico, invece, hanno potuto comprendere che l'Europa non è un continente ospitale come si potrebbe pensare o come ci viene fatto credere. Le persone sono per lo più spaventate e diffidenti verso chi non conoscono, minacciate e allertate da ciò che è estraneo o forse solo intimorite di essere ingannate. Un interessante spunto di riflessione che ci permette di capire quanto gran parte delle persone stiano diventando sempre più sospettose e ansiose.

Noi ci auguriamo che la loro idea possa essere replicata da tutti coloro che desiderano conoscere autenticamente i territori che incontrano.

La loro bellissima avventura è raccontata da Riccardo Carnovalini in un book fotografico "365 volte Europa - fotoracconto di 1 anno sempre a piedi attraverso 22 nazioni" (Edizioni Magister di Matera), da cui sono tratte le foto di questo articolo.

Anna Rastello invece ne ha raccontato nel suo libro: "Due nonni a piedi nella nostra Europa" (Edizioni Didattica Attiva).

 

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