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Luciano Rossi, una vita per il parco

Cosa vuol dire dedicare tutta la propria vita lavorativa ad un parco? Lo abbiamo chiesto a Luciano Rossi che dal 1° febbraio, dopo trentasei anni di servizio presso le Aree protette della Valle Sesia, è andato meritatamente in pensione.

  • Alessandro Paolini
  • Gennaio 2024
  • Martedì, 12 Marzo 2024
In alto: Luciano Rossi al lavoro (Foto p.g.c. Rossi); In basso: la Punta Gnifetti e la Morena delle Vigne (Foto arch. EGAP Valle Sesia) In alto: Luciano Rossi al lavoro (Foto p.g.c. Rossi); In basso: la Punta Gnifetti e la Morena delle Vigne (Foto arch. EGAP Valle Sesia)

"Dopo un breve periodo di insegnamento alle scuole medie e il servizio militare, ho vinto un concorso come guardiaparco in Valle Sesia. Era il 1988. Da allora non me ne sono più andato".

Comincia così il racconto di Luciano Rossi, uno dei dipendenti dei parchi più "anziani", come militanza lavorativa, dato che può vantare ben trentacinque anni di attività.

 

Come sono cambiati i Parchi nel tempo...

L' Ente di Gestione delle Aree Protette della Valle Sesia è nato ufficialmente il 1° gennaio 2012, con l'entrata in vigore della Legge regionale 19/2009, ed è il risultato dell'unione di due aree protette preesistenti: il Parco Naturale Alta Valsesia ed il Parco Naturale del Monte Fenera. Al nuovo Ente è stata affidata in gestione anche l'Alta Val Strona, inglobando così nell'area protetta un'importante porzione delle montagne cusiane. 

Così come il territorio protetto anche il lavoro è mutato molto nel tempo. Pur senza cambiare ente, Rossi negli anni si è spostato e ha cambiato la tipologia delle sue mansioni, pur lavorando sempre "sul campo".

"Ho iniziato come guardiaparco in Val Mastallone, nel territorio di Fobello. Poi, verso il 2000, sono diventato funzionario con mansioni di vigilanza. Gli ultimi anni, infine, ho svolto mansioni più tecniche. All'inizio della mia carriera gli Enti di gestione non esistevano ancora e le aree protette erano gestite dalle Comunità montane. Nei primi anni di esistenza dei nuovi enti, il personale, sia il nostro che quello di altri parchi, era generalmente costituito dal Direttore e da pochi guardiaparco. Solo successivamente gli enti si sono dotati di uffici e quindi di personale amministrativo" ricorda Rossi.

 

... E com'è cambiato il lavoro

"Il lavoro negli anni è diventato sempre più complesso ma, lo devo ammettere, non è mai stato monotono. Una grande evoluzione è avvenuta con l'approvazione della Direttiva europea Habitat in seguito alla quale gli enti parco hanno assunto la gestione delle aree protette della Rete Natura 2000. Sono aumentate le competenze e anche noi dipendenti abbiamo dovuto integrare la nostra preparazione. Le soddisfazioni però sono arrivate, basti pensare che la biodiversità in molti casi è aumentata, specie per quanto riguarda le specie protette. Oggi una delle sfide che i parchi devono affrontare è quella di riuscire a far fronte alla riduzione del personale: occorrerebbe assumere giovani preparati"

 

Le sfide da affrontare

 Ancora oggi i parchi sono spesso percepiti come enti burocratici che impongono vincoli anzichè come occasioni di opportunità e sviluppo per il territorio. Rossi riconosce il problema e osserva che "è proprio questo secondo aspetto che dobbiamo comunicare in modo efficace. Il Parco 'fa bene' al territorio, difende la biodiversità, conserva e aumenta il valore ecosistemico, favorisce un turismo sostenibile, cura e ripristina la sentieristica e i rifugi..."

Quali sono le altre sfide? "Sicuramente gli impatti del cambiamento climatico in corso. La Valle Sesia è terra di ghiacciai e negli ultimi anni abbiamo assistito impotenti alla loro riduzione. Occorre prendere in carico questa problematica e trovare i modi per gestirla. Un altro problema è rappresentato dalle zone montane abbandonate ed in progressivo spopolamento, anche a causa della progressiva diminuzione dei servizi essenziali quali trasporto pubblico, scuola, assistenza, su cui non si investe. Oggi esistono strumenti che possono contribuire a diminuire queste differenze, penso ad esempio ai Piani economico sociali che i nostri Enti stanno adottando e che possono contribuire a metter in campo strategie di sviluppo con la collaborazione delle comunità dei comuni delle Aree protette".

 

I giovani e i parchi

 Un consiglio ai giovani che vogliono lavorare nei parchi?

"Si tratta di una lavoro impegnativo ma appassionante. Io sono laureato in biologia e quando ho cominciato la mia attività nel parco ho potuto vedere dal vivo le cose che avevo studiato sui libri. E' un lavoro che io ho amato profondamente, che consente di stare all'aria aperta, a contatto con la natura, anche se a volte in un clima difficile. Questo soprattutto anni fa, quando gli inverni erano più rigidi di adesso. Oggi occorre essere ben preparati perché le competenze degli enti parco aumentano sempre. Se posso dare un consiglio, non solo ai giovani ma a tutte le persone che vanno in montagna, è quello di non focalizzarsi troppo sulla meta ma concentrarsi di più sul viaggio in sè. Troppo spesso si va di fretta, anche in montagna, perché ci si propone di raggiungere una vetta o un rifugio. Invece nel mio lavoro ho scoperto che è più importante fermarsi e osservare con attenzione quello che ci circonda, camminando anche senza una meta precisa, perchè le scoperte sono continue e costituiscono la vera soddisfazione dell'andare in montagna".

 

Per approfondimenti sul Parco:

Valsesia, turismo slow sui sentieri di casa

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